Si svolgerà giovedì 13 marzo 2008 la III Giornata Mondiale del Rene, promossa dalle organizzazioni, che, in tutto il mondo, si occupano delle malattie renali e dei pazienti nefropatici, per incentivare la prevenzione di tali malattie, in continuo aumento in Italia come nel resto del mondo. In occasione della Giornata, l’A.N.E.D. (Associazione Nazionale Emodializzati) allestirà una postazione informativa presso l’U. R. P. (Ufficio Relazioni con il Pubblico) dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico “Gaetano Martino- di Messina. Gli Organi di Informazione sono invitati ad un incontro con l’associazione per presentare la Giornata e le tematiche relative. L’incontro si terrà domani alle 10 presso i locali dell’U.R.P. del Policlinico.
Inoltre è già attivo – e lo sarà fino al 13 marzo – sul Numero Verde sanitario gratuito (attivo 24 ore su 24) 800-882244 dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico “Gaetano Martino- di Messina un messaggio vocale che informa sull’iniziativa.
Le finalità della Giornata Mondiale del Rene sono quelle di incrementare la consapevolezza dell’importanza dei reni, organi che svolgono un ruolo cruciale per mantenerci in vita ed in buona salute e divulgare il messaggio che le malattie renali sono diffuse, nocive e trattabili. Diffuse, perché almeno il 10% della popolazione mondiale adulta ne soffre; nocive, perché se diventano croniche costringono il nefropatico alla schiavitù della dialisi per tutta la vita, a meno di non ricevere un trapianto e portano con sé varie altre patologie spesso mortali; trattabili, perché un’adeguata prevenzione può, se non altro, rallentare la progressione di tali malattie e delle loro complicanze. Inoltre, il peso umano, innanzi tutto, e poi sociale ed economico delle malattie renali, specie se croniche, a lungo andare rischia di divenire non sostenibile anche dagli Stati più ricchi. Di qui la necessità che tutti si impegnino per l’informazione e la prevenzione delle malattie renali, oltre che per la migliore cura e assistenza dei malati. Non solo le organizzazioni scientifiche e mediche, ma anche le associazioni dei pazienti sono in prima fila in questa battaglia.
