Dopo cinquanta anni di invalidità, un intervento effettuato alla Cot salva un palermitano dalla sedia a rotelle

Dopo cinquanta anni di invalidità, un intervento effettuato alla Cot salva un palermitano dalla sedia a rotelle

Dopo cinquanta anni di invalidità, un intervento effettuato alla Cot salva un palermitano dalla sedia a rotelle

lunedì 17 Marzo 2008 - 10:19

L’equipe chirurgica guidata da Marco Ferlazzo è protagonista di un intervento che, dopo cinquanta anni, ha fatto sì che V. R., anziano paziente palermitano, abbandonasse scarpa ortopedica e bastone.

L’operazione, effettuata alla Cot di Messina, è stata mirata ad evitare la sedia rotelle al paziente che, a seguito di due incidenti stradali accaduti tra il 1958 ed il 1962, era diventato claudicante.

L’arto inferiore destro, a seguito di diversi interventi e per i postumi degli incidenti che avevano provocato una lussazione dell’anca destra esitata in anchilosi, ha subito un accorciamento di circa 1 cm. A sinistra, una frattura del femore trattata in trazione, aveva prodotto il progressivo allungamento della gamba di circa 4 cm. Un inconveniente che aveva portato progressivamente a una differenza di lunghezza tra i due arti di cinque centimetri. Risultato: scarpa ortopedica con un rialzo di 5 centimetri e bastoni canadesi per sorreggersi.

Le conseguenze delle fratture e dei traumi subiti e i successivi trattamenti, avevano portato nel tempo ad un’anchilosi pressoché totale dell’anca destra.

In sala operatoria sono state utilizzate le più avanzate tecniche per assemblare le componenti protesiche. E’ stato effettuato in pratica un minuzioso lavoro sulle parti molli, muscoli e tendini per consentire un allungamento dell’arto inferiore destro. Già immediatamente dopo l’intervento, i medici, hanno riscontrato il quasi totale ripristino della lunghezza dell’arto e la riattivazione dell’escursione articolare oltre che la scomparsa dei dolori all’anca.

Dopo un iniziale scetticismo la qualità della vita del paziente, sottoposto a terapia riabilitativa, è notevolmente migliorata. Il protocollo riabilitativo ha dovuto tener conto delle mutate condizioni di equilibrio articolare venutesi a creare e coinvolgere anche la colonna vertebrale

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