Intervista con il dirigente dell'Area tecnica dell'Authority Francesco Di Sarcina: «Tremestieri assorbirà l'intero traghettamento del gommato»
«Messina cambia radicalmente». Francesco Di Sarcina, dirigente dell’Area tecnica dell’Autorità portuale, usa questa semplice espressione per iniziare a parlarci del Piano regolatore del porto, al quale ha lavorato duramente durante la presidenza Garofalo e continua a farlo con l’amministrazione Lo Bosco. Il 27 marzo, quando si riunirà nuovamente il Comitato portuale, il Prp potrebbe essere definitivamente approvato, ed è d’obbligo cercare di capirne di più.
«Uno degli elementi cardine del Piano – esordisce Di Sarcina – è lo spostamento del traghettamento del gommato su Tremestieri. Da qui, se ci viene permessa questa operazione, si scatenano evidentemente tutta una serie di opportunità. Il lungomare sarà oggetto di grande rilancio per una serie di attività di quella che definiamo “interazione porto-città-. Quella, cioè, che avviene in tutte le città dove il mare ha una funzione importante, venendo a creare il classico waterfront».
Capitolo porticciolo. Il Prp ne prevede uno alla Rada San Francesco, ma i privati lo vorrebbero realizzare a Grotte.
«Il porto turistico può essere un valore aggiunto, e ci tengo a chiarire che è qualcosa di diverso da quello che si intende realizzare a Grotte. Ci sono varie tipologie di porti turistici, che dipendono dagli spazi disponibili nell’indotto. Se questi spazi sono ampi, e offrono più margini per l’edilizia e per un ritorno dell’imprenditoria privata, allora il porto si definisce “marina-, ed è quello che si immagina di realizzare a Grotte. Per quanto riguarda il porticciolo previsto dal Piano regolatore, più vicino alla città, si tratta di una struttura più piccola, con pochi posti barca, per imbarcazioni minori, con edilizia di supporto più limitata. Questo sarebbe il porticciolo della Rada San Francesco, dedicato più che altro ai transiti, l’uno dunque non esclude. Si deve capire – prosegue Di Sarcina – che c’è un movimento enorme attorno a strutture di questo tipo. La Sardegna ha un rapporto altissimo tra popolazione e posti barca, mentre in Sicilia c’è una domanda enorme rispetto ai porticcioli esistenti. E mentre ancora discutiamo, a Villa San Giovanni se ne sta ultimando un altro. Nella provincia di Messina esistono un centinaio di aziende che operano nell’indotto della nautica di diporto, e sono costrette a lavorare fuori dalla Sicilia».
Cantieristica e turismo come si conciliano nella zona Falcata?
«Per quanto riguarda la zona Falcata, siamo stati invitati a riflettere per dare più “ossigeno- alla cantieristica. Un plesso turistico-alberghiero ha bisogno di spazi, se la maggioranza degli addetti ai lavori ci chiede di dedicarne di più alla cantieristica, è chiaro che si dovrà ridurre quello pensato originariamente per alberghi e strutture turistiche. Abbiamo a questo punto mantenuto il piccolo porticciolo turistico previsto per quell’area, e pensato ad un unico grande edificio, probabilmente a torre, con all’interno uffici, ristoranti, negozi e, a quel punto, anche strutture di tipo alberghiero. Abbiamo lanciato la proposta di una torre alta 66 metri, per la quale il Comune ha chiesto di fare una riflessione, ma è bene che si sappia che in tutto il mondo esistono costruzioni del genere. L’idea, in soldoni, è di mantenere la stessa volumetria ma sviluppandola in altezza».
Parliamo del molo Norimberga
«Il molo Norimberga è stato pensato, in termini tecnici, come “multipurpose-, multiuso in sostanza. Si tratta del terminal commerciale-portuale di Messina, tarato sulle effettive possibilità e sui volumi di traffico esistenti, e va letto in un’unica visione generale che comprende il completamente di Tremestieri e il porto di Milazzo, che rientrano nelle competenze dell’Autorità portuale. Il terminal è dedicato a mantenere l’attività di traghettamento, soprattutto per i momenti di emergenza, per il traffico cosiddetto “lo-lo-, le navi da carico».
I sindacati continuano ad avere riserve su quanto prevede il Prp, soprattutto per il parco ferroviario e le passerelle d’imbarco.
«Posso smentire che si riduce il parco ferroviario, che rimane quello che era, e stesso discorso vale per le passerelle d’imbarco. Resta l’ottimizzazione da compiere per la struttura generale del Molo Norimberga, e devo dire che il dialogo con Rfi si sta sviluppando positivamente».
Sarebbe un peccato recuperare solo una parte del waterfront, lasciando all’abbandono l’area sud.
«Noi abbiamo manifestato la nostra disponibilità a colloquiare con le istituzioni competenti per dare un contributo, ma c’è un limite di territorialità. Il Prp potrebbe rappresentare la pietra nello stagno che potrebbe dare l’impulso a tutti gli altri interventi di recupero del waterfront».
Nel Prp si accenna anche alla via del mare.
«La via del mare è una strada per cui abbiamo realizzato, in accordo con Comune e Rfi, uno studio di fattibilità consegnato nel 2004 e che ovviamente è stato oggetto di riflessioni. Il punto è che ricade per il 95% in territori fuori dalla competenza dell’Autorità portuale. Noi ci contiamo perché la realizzazione della via del mare ha valenza generale».
(Nella fotogallery, i prospetti di alcune parti del progetto)
