Foti e Lasagni: “Si taglino anche le consulenze e si eliminino le esternalizzazioni. E il Comune faccia la sua parte”
Filt Cgil e Uiltrasporti insorgono contro la decisione del commissario straordinario dell’Atm, Cristofaro La Corte, di disdire unilateralmente il contratto integrativo, con la conseguente riduzione del salario.
Si tratta – scrivono in un documento Pino Foti e Silvio Lasagni – dell’ ennesimo astuto escamotage per distogliere l’attenzione sul fatto che in un anno non si è prodotto alcun miglioramento, e per ribadire ancora una volta la falsa accusa che sono i lavoratori gli unici responsabili della disastrata situazione aziendale”.
I due sindacati si dicono comunque “disponibili a qualsiasi confronto ed a rivedere tutti gli accordi vigenti”, ma a patto che l’azienda spieghi come intende salvare l’ATM.
Il risanamento dell’azienda, secondo Foti e Lasagni, non può passare solo attraverso la riduzione del salario dei lavoratori e per fare cassa propongono polemicamente a La Corte “di tagliare con la stessa immediatezza tutte le consulenze ed eliminare le esternalizzazioni,”.
L’improvvisa ed imposta austerità sul versante dei costi – attaccano – non può riguardare solo il costo del lavoro, soprattutto se in aperta contraddizione si è disposto, dal primo gennaio, un inspiegabile aumento a favore degli esperti esterni nominati dallo stesso Commissario La Corte”.
I due rappresentanti sindacali chiedono anche di sapere “quanto è costato far riparare da officine esterne gli autobus, compresi motore e cambio”.
Nel documento, Filt Cgil e Uiltrasporti chiamano alle proprie responsabilità anche il Comune, unico proprietario dell’azienda speciale, invitandolo a “sanare il debito di 20 milioni che l’azienda si trascina dietro e ad aumentare il parco mezzi, senza il quale qualunque rilancio è impossibile”.
E sulla lotta al portoghesismo, ritenuta indispensabile per portare liquidità nelle casse aziendali, scrivono “per quanto scontatamente utile e necessaria non è compito che da solo basti a risollevare le sorti dell’azienda e, soprattutto, non è impresa così ardita per nascondere il consapevole ed impotente ruolo di La Corte di fungere da riparo per l’amministrazione
Comunale”. La Corte sa benissimo – continuano – che l’ATM si può salvare solo con precisi investimenti. Rivendichi con forza questo semplice presupposto al sindaco che lo ha nominato, poiché viceversa si troverà nella stessa scomoda ed inconcludente condizione dei suoi predecessori.
La Corte- concludono Foti e Lasagni in maniera piuttosto dura – scelga, una buona volta, se fare veramente l’amministratore o il parafulmine di questa amministrazione, ed eventualmente ne tragga le conseguenze”.
Il risanamento dell’azienda, secondo Foti e Lasagni non può passare solo attraverso la riduzione del salario dei lavoratori e per fare cassa propongono polemicamente a La Corte “di tagliare con la stessa immediatezza tutte le consulenze ed eliminare le esternalizzazioni,”.
L’improvvisa ed imposta austerità sul versante dei costi – attaccano – non può riguardare solo il costo del lavoro, soprattutto se in aperta contraddizione si è disposto, dal primo gennaio, un inspiegabile aumento a favore degli esperti esterni nominati dallo stesso Commissario La Corte”.
I due rappresentanti sindacali chiedono anche di sapere “quanto è costato far riparare da officine esterne gli autobus, compresi motore e cambio”.
Nel documento, Filt Cgil e Uiltrasporti chiamano alle proprie responsabilità anche il Comune, unico proprietario dell’azienda speciale, invitandolo a “sanare il debito di 20 milioni che l’azienda si trascina dietro e ad aumentare il parco mezzi, senza il quale qualunque rilancio è impossibile”.
E sulla lotta al portoghesismo, ritenuta indispensabile per portare liquidità nelle casse aziendali, scrivono “per quanto scontatamente utile e necessaria non è compito che da solo basti a risollevare le sorti dell’azienda e, soprattutto, non è impresa così ardita per nascondere il consapevole ed impotente ruolo di La Corte di fungere da riparo per l’amministrazione
Comunale”. La Corte sa benissimo – continuano – che l’ATM si può salvare solo con precisi investimenti. Rivendichi con forza questo semplice presupposto al sindaco che lo ha nominato, poiché viceversa si troverà nella stessa scomoda ed inconcludente condizione dei suoi predecessori.
La Corte- concludono Foti e Lasagni in maniera piuttosto dura – scelga, una buona volta, se fare veramente l’amministratore o il parafulmine di questa amministrazione, ed eventualmente ne tragga le conseguenze”.
