Appello al futuro assessore alla Sanità: «Inizi una nuova stagione della verifica dell'operato di direttori e collaboratori e della meritocrazia»
Liste d’attesa interminabili, aziende ospedaliere commissariate, medici demotivati e spinti alla -fuga- verso lidi meno impervi. E’ desolante il quadro tracciato dalla Cisl di Messina, il cui esecutivo ha analizzato le condizioni in cui versa la sanità messinese, dichiarandosi «fortemente preoccupato per le sorti delle aziende sanitarie».
Tanti, troppi i casi allarmanti: «Aziende, come l’Ospedale -Piemonte-, gravate da commissariamenti che non fanno presagire nulla di buono per il futuro oppure come il -Papardo- con amministratori di buoni propositi e grandi speranze che però devono fare i conti con rallentamenti e stop all’azione di risanamento apparentemente inspiegabili che mal si conciliano con le lunghe liste di attesa. Si registrano, infatti 130 giorni di attesa per un’ecografia tiroidea, 88 giorni per un’ecografia mammaria, 300 giorni per una visita fisiatrica; 30 giorni per una mammografia o per una gastroscopia. Ma anche Aziende, come l’AUSL 5, con una gestione fortemente politicizzata che, oltre alle liste di attesa (7 mesi per un’ecografia prostatica; 3 mesi per una risonanza magnetica; 1 mese per una TAC o per un esame anatomo-patologico), aggiunge la decurtazione delle risorse per la riabilitazione (170 milioni di euro a fronte degli 800 della provincia di Catania) e la demotivazione dei medici ospedalieri che si vedono assegnati incarichi senza alcuna considerazione delle loro professionalità, delle loro conoscenze scientifiche e a costo zero. Una situazione che ha portato molti medici a fuggire dagli ospedali verso gli ambulatori ex Inam, dove non saranno costretti a lavorare di notte o nei festivi, contribuendo però all’allungamento delle liste di attesa e al depotenziamento della medicina del territorio, che necessita di altre figure di medico per assolvere al suo ruolo, come gli specialisti ambulatoriali, gli unici in grado di svolgere visite domiciliari».
«Tutto ciò accade in un momento topico per la nostra sanità – afferma il segretario della Cisl Medici di Messina, dott. Attilio Andriolo – l’ultimatum lanciato dal Ministero sulle misure di contenimento della spesa sanitaria previste nel piano di rientro, pena il commissariamento e la perdita dei finanziamenti garantiti dallo Stato e quindi il successivo aumento delle imposte Irpef e Irap. Al cittadino non resta che aspettare di morire o andare altrove, magari in una struttura privata, dove sborsare ulteriori soldi o ancora peggio all’intramoenia, dove gli stessi specialisti nelle medesime strutture eseguono in tempi brevi gli esami,per i quali talora bisogna spettare parecchi mesi».
Da qui nasce un appello della Cisl Medici: «Che il nuovo Assessore alla Sanità inizi una nuova stagione, quella della verifica dell’operato dei direttori generali e dei loro collaboratori e quella della meritocrazia, che ridia fiducia alla classe medica siciliana, presupposto fondamentale se si vuole trovare rimedio ai mali, che affliggono la sanità messinese».
