Policlinico. Lettera del preside della Facoltà di Medicina al Rettore: «Le dichiarazioni di Pecoraro mi indignano e ledono l’Ateneo. Rettifichi pubblicamente»

Policlinico. Lettera del preside della Facoltà di Medicina al Rettore: «Le dichiarazioni di Pecoraro mi indignano e ledono l’Ateneo. Rettifichi pubblicamente»

Policlinico. Lettera del preside della Facoltà di Medicina al Rettore: «Le dichiarazioni di Pecoraro mi indignano e ledono l’Ateneo. Rettifichi pubblicamente»

mercoledì 24 Febbraio 2010 - 05:28

Scribano replica al Direttore del Policlinico: «E’ noto che quando una persona non ottiene i risultati sperati cerchi negli altri la causa dei propri insuccessi»

Il preside della facoltà di Medicina e Chirurgia, Emanuele Scribano, non ha digerito le parole pronunciate dal Direttore generale del Policlinico, Giuseppe Pecoraro, in occasione del congresso della Flc Cgil. Parole che considera offensive della sua dignità personale e professionale. Ma è proprio nella sua veste istituzionale che il Preside ha deciso di rispondere al Direttore generale del Policlinico attraverso una lettera – indirizzata al Rettore Francesco Tomasello e ai docenti della Facoltà che presiede, coinvolti, insieme a tutto l’Ateneo, in questa vicenda – in cui non risparmia bordate al manager dell’azienda ospedaliera .

Scribano giudica le “esternazioni” di Pecoraro frutto di “alcuni sotterfugi formali”. Quel che meno condivide è che il Direttore generale del Policlinico “accomuna atti di criminalità, giustamente deprecabili, con problematiche sindacali ed allusioni relative a non meglio precisati appalti, con problematiche che attengono ai rapporti tra Azienda e Facoltà-Università, che nulla hanno da condividere con le questioni sopraccitate. Tale commistione in un unico maleodorante calderone di accuse e inquietanti allusioni con quanto attiene ai rapporti tra azienda e università – si legge testualmente nel documento- è di per sé stesso un atto grave che lascia intravedere un uso pericoloso dell’informazione nei confronti dell’opinione pubblica”.

Quanto e alle presunte “invasioni” nel campo dell’altro, Scribano precisa “che l’unico coinvolgimento richiesto dal Preside era da riferirsi esclusivamente alla mancata informativa in ordine alla scelta delle Unità Operative. Semplici e Dipartimentali. Tale informativa – sottolinea – sarebbe stata doverosa ed etica (visto che così tanto e giustamente il dottore Pecoraro tiene all’Etica) anche in ragione dell’articolo 6 del DPCM 24.05.2001, che definisce i rapporti tra Azienda e Facoltà-Università, sancito dal “Principio della leale collaborazione(che impegna le parti alla reciproca collaborazione o consultazione in ordine alle determinazioni che abbiano influenza sull’esercizio integrato delle attività di competenza)”.

Profonda amarezza viene poi espressa da Scribano per quel “ mal celato senso di disprezzo nei confronti dei docenti universitari” più volte manifestato da Pecoraro, che “ha definito l’attività di didattica e di ricerca come un alibi o una foglia di fico, facendo abilmente finta di dimenticare che l’attività didattica e di ricerca rappresenta il più importante ed “etico” compito istituzionale dell’Università, cui guardano con fiducia migliaia di studenti e le loro famiglie”.

Viene il dubbio – attacca ancora Scribano – che il dottore Pecoraro, per la sua formazione di carattere amministrativo e burocratico, non si renda conto che l’azienda che si trova a gestire richiede da parte sua un cambiamento di prospettiva e che Egli deve dimostrare la sua abilità non solo nel risolvere, come brillantemente ha fatto, i problemi di viabilità e microcriminalità del Policlinico, ma anche nel contribuire al futuro di una intera generazione di medici e operatori sanitari”.

La conclusione della lettera assume un tono decisamente sarcastico e provocatorio. A proposito del “bruttissimo clima del Policlinico” denunciato da Pecoraro, Scribano esprime meraviglia che tale accusa arrivi “ solo a distanza di due anni dal suo insediamento, candidandosi al ruolo di vittima del sistema”.

Due sono le possibilità, incalza polemico il Preside: “la prima è che il dottore Pecoraro abbia tardato alquanto a rendersi conto dei gravi problemi che oggi segnala con veemenza e indignazione; la seconda, che abbia fin da principio saputo intelligentemente individuare tali problemi, ma che si trovi, in atto, nella necessità di trovare motivazioni che lo giustifichino per il persistere di tali gravi disfunzioni.

È noto – continua Scribano – che un meccanismo psicologico assai spontaneo e naturale, in caso di ritardo dell’ottenimento dei risultati sperati, conduca ognuno di noi a cercare negli altri la causa dei propri insuccessi. Da questo punto di vista il dottore Pecoraro ha tutta la nostra umana comprensione”.

Dopo aver ricordato al Rettore e ai docenti – destinatari ufficiali della lettera – di non avere nulla di personale contro Pecoraro, cui augura di assurgere al “ruolo di risolutore dell’attuale crisi dell’azienda” Scribano invoca “rispetto del ruolo dei docenti universitari e del personale tutto”.

A fine di riprendere un percorso di serenità – recita il documento in conclusione – ritengo opportuno sia necessario che il dottore Pecoraro rettifichi pubblicamente quanto affermato e, soprattutto alluso, nel suo pubblico intervento”.

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