Dure critiche al decreto 112/08
La Nidil Cgil vede nero nel futuro dei precari della ricerca. Molti giovani, e meno giovani, universitari hanno partecipato stamattina all’assemblea che si è tenuta nell’aula Cannizzaro al Rettorato. Le preoccupazioni vengono dal decreto legge 112, datato 25 giugno. Tra le novità introdotte, l’articolo 16 riguarda la possibilità per le università pubbliche di trasformarsi in Fondazioni di diritto privato. Ma nel mirino della Nidil c’è anche l’articolo 66, che taglia drasticamente il turn-over, consentendo alle aziende pubbliche di assumere, e stabilizzare, nel 2009, personale -corrispondente ad una spesa pari al 10% di quella relativa alle cessazioni avvenute nell’anno precedente-. Un bel colpo per i giovani in attesa di una sistemazione.
«E non è tutto – ha dichiarato Daniele David, segretario provinciale della Nidil -: dal 2013 entrerà in vigore la legge Moratti, che prevede l’eliminazione della figura del ricercatore a tempo indeterminato. Se il governo non farà marcia indietro su questi punti, abbiamo intenzione di mettere in pratica azioni dure, bloccare gli esami, le sessioni di laurea e tutta l’attività didattica. Non escludiamo l’occupazione dell’Università.»
Intanto una nuova assemblea è stata convocata, nella stessa aula, per il 25 luglio alle 10,00. «Cercheremo di coinvolgere tutto il personale dell’università e gli studenti – ha spiegato David -. Il decreto 112, votato in piena estate, avrà ricadute pesanti su tutti, anche a livello locale, con il blocco delle assunzioni e la prospettiva della privatizzazione delle università.»
Domani, alle 14,30, nel padiglione NI del Policlinico, si terrà l’assemblea dei medici specializzandi. I temi saranno più o meno gli stessi, ma in più ci sono altre motivazioni. «Gli specializzandi – ha precisato David – hanno un contratto in cui non appare mai la parola -lavoro-, e prevede solo doveri, mentre i diritti, la malattia, le ferie, il congedo formativo, sono espressi in modo ambiguo. Sono manodopera a basso costo e senza diritti, oggetto di una discriminazione assurda.»
