Aeroporto: la Provincia mette da parte l'idea della Valle del Mela e punta tutto su Reggio. L'assessore Bisignano ci spiega perchè

Aeroporto: la Provincia mette da parte l’idea della Valle del Mela e punta tutto su Reggio. L’assessore Bisignano ci spiega perchè

Aeroporto: la Provincia mette da parte l’idea della Valle del Mela e punta tutto su Reggio. L’assessore Bisignano ci spiega perchè

lunedì 17 Maggio 2010 - 19:11

«Non è una scelta fine a se stessa, rientra nella strategia dell'Area dello Stretto». Intanto in autunno l'aeroporto di Catania chiuderà per lavori di potenziamento, e Ricevuto lancia l'idea di nuovi pontili con ceck-in a Giardini Naxòs e alle isole Eolie: «Sfruttiamo quest'occasione»

Che l’idea di un Aeroporto nella Provincia di Messina fosse poco praticabile è da sempre chiaro più o meno a tutti, considerata l’esistenza di altri scali praticamente in tutte le altre Province vicine (Catania, Palermo, Reggio, Lamezia). Ma, rispetto alle voci insistenti sui progetti di un nuovo aeroporto nella Valle del Mela, la Provincia di Messina sgombera il campo e fa chiarezza: «Noi puntiamo tutto su Reggio, è quello il nostro aeroporto».

È stato chiaro nei giorni scorsi il presidente dell’Enac Vito Riggio nel corso di un incontro promosso dall’Università Mediterranea di Reggio Calabria: «Gli aeroporti che non potranno contare su almeno un milione di passeggeri all’anno difficilmente avranno futuro». L’ottica dei sistemi aeroportuali è simile a quella dei sistemi sanitari: possono funzionare bene se vengono valorizzati pochi centri d’eccellenza rispetto a una miriade di piccoli presidi d’inefficienza.

Dopotutto basta applicare le regole dei mercati e dell’economia ai sistemi aeroportuali per capire che più alto è il bacino d’utenza e migliori sono i servizi, più sarà facile attirare le compagnie e instaurare tra loro un mercato di concorrenza. Altrimenti, piccoli scali rimarranno vittime di pochi voli per pochi utenti gestiti da compagnie che deterranno il monopolio e quindi manterranno alti i prezzi.

E’ un circolo virtuoso, che può diventare vizioso e viceversa: dipende fondamentalmente dalla volontà politica di investire in scelte strategiche sulle infrastrutture. La Provincia di Messina ha fatto la sua scelta, e ha deciso di puntare tutto sull’Aeroporto dello Stretto, il ‘Tito Minniti’ di Reggio Calabria, che non si chiama -dello Stretto- per caso. E’ stato costruito nel lontano 1939 nella zona sud di Reggio Calabria perchè lì sorge l’unica area geograficamente pianeggiante di tutto lo Stretto di Messina. Sarebbe stato impossibile, quindi, farlo altrove.

Per capire i motivi della scelta dell’Ente Provinciale, abbiamo intervistato l’assessore all’Area dello Stretto Michele Bisignano, braccio destro del presidente Nanni Ricevuto.

Innanzitutto ci spieghi perchè la scelta di Reggio rispetto alle altre opzioni, cioè Catania e la Valle del Mela.

«Non abbiamo dovuto scegliere tra tre opzioni, ma tra due. Quella del Mela è inesistente. Lì non esiste un aeroporto, bisognerebbe crearlo dal nulla. Dove sono i soldi? Sapete quanto costa? E i progetti? Gli studi di sostenibiltà economica? Che si fa a fare un altro piccolo aeroporto? Solo per soddisfare un inutile pennacchio campanilistico e provinciale? Se già il ‘Tito Minniti’ fa fatica a causa della concorrenza di Lamezia e Catania, figuriamoci con un altro scalo quanto diventerebbe difficile la situazione. Sarebbe un suicidio. Abbiamo dovuto scegliere solo tra due opzioni, Reggio e Catania».

E perchè alla fine avete scelto Reggio?

«Perchè è una scelta strategica, non fine a se stessa. Innanzitutto non stiamo parlando dell’Aeroporto ‘di Reggio’. Non esiste un aeroporto ‘di Reggio’. Si chiama Aeroporto ‘dello Stretto’ e lo Stretto è lo Stretto di Messina. Quindi quello è l’Aeroporto di Messina. La società che lo gestisce si chiama So.GAS, cioè Società di Gestione dell’Aeroporto dello Stretto. E’ il nostro aeroporto ed è naturale investire qui perchè è il più vicino e quello potenzialmente più comodo. Sta a noi valorizzarlo come merita. Il nostro è un forte impegno strategico, non limitato nell’ottica di convenienza su voli e trasporti, ma su un nuovo sistema di infrastrutture dell’Area dello Stretto che può essere volano del nostro sviluppo turistico, economico e commerciale. Vogliamo puntare in alto».

E allora parliamo di questa strategia. Cos’avete in mente?

«Quando parliamo di Area dello Stretto intendiamo una vasta area che comprenda tutti i territori delle Province di Reggio e Messina. Abbiamo un disegno strategico per un’integrazione in una serie di settori importanti dal punto di vista economico, sociale, culturale e turistico. Lo sviluppo dell’Aeroporto è solo uno dei tasselli più importanti per definire il mosaico da comporre per concretizzare, dopo decenni di dibattiti, l’Area Integrata dello Stretto. Le due realtà che andranno a comporre quest’area sono città e province che da decenni subiscono, nei loro rispettivi contesti regionali, una sorta di marginalizzazione rispetto ad aree più forti (Palermo-Catania in Sicilia e Catanzaro-Cosenza in Calabria). E’ un dato di fatto. Adesso bisogna individuare un modello di sviluppo diverso rispetto al passato, per non continuare a subire questa forzata marginalità. Dobbiamo riconquistare almeno un pò d’autonomia per essere padroni del nostro destino. Tra Reggio e Messina, inoltre, ci sono moltissime peculiarità comuni che non sono mai state valorizzate come dovrebbero. E’ questo tutto ciò che vogliamo fare e la scelta della Provincia sull’Aeroporto dello Stretto si inserisce proprio in questo contesto».

In concreto, cosa bisogna fare per rilanciare lo scalo reggino? Finchè non ci sarà una convenienza economica o, quantomeno, di comodità nei collegamenti, i messinesi continueranno a viaggiare da Catania.

«L’Aeroporto dello Stretto è nato per fornire un servizio a un’area molto più ampia rispetto a quella per la quale viene utilizzata. Rappresenta un tassello fondamentale per lo sviluppo del territorio non solo come elemento di servizio per i cittadini, che in mancanza di alternative realizzabili nel breve termine sono costretti ad andare o a Catania o addirittura a Palermo, ma anche come possibile elemento di attrazione di nuovi flussi turistici per tutto il territorio provinciale. Per l’Aeroporto in sè c’è un piano di rilancio derivante dal potenziamento delle infrastrutture, con i finanziamenti già statuiti dall’accordo di programma sottoscritto fra ministero e regione Calabria. Prima di incrementare le nostre quote azionarie abbiamo chiesto alcune condizioni che, in seno alla So.GAS sono state assolutamente condivise con grande sintonia. Sarà potenziata l’offerta dei voli, prenderà a breve il via il collegamento diretto con il porto di Messina che comprende anche la possibilità di effettuare il ceck-in sul pontile galleggiante, sarà portato avanti il piano industriale di rilancio che prevede una riduzione graduale dei debiti pregressi, sarà riaperto il processo di parziale privatizzazione che per noi costituisce un elemento importantissimo. E’ stata una scelta responsabile rispetto a una serie di indicazioni statuite dall’Enac fra cui aveva priorità proprio la ricapitalizzazione della società di gestione per il prolungamento della concessione. Inoltre confidiamo molto in Scopellti: adesso che finalmente Reggio ha un Governatore, sicuramente per l’Aeroporto – così come per tutto ciò che riguarda la Città – potranno aprirsi scenari di sviluppo perchè verrà meno quella marginalità di cui parlavamo sopra. Sono questi tutti gli impegni che prendiamo per rendere l’Aeroporto dello Stretto più appetibile per le compagnie aeree: così potranno aumentare i voli e diminuire le tariffe. Tutti lamentano i pochi voli e gli alti costi dello scalo reggino, ma chi s’è mai chiesto davvero cosa bisogna fare per cambiare marcia? Noi abbiamo la risposta: bisogna incrementare i servizi. Lavoreremo per attirare le compagnie low-coast e sono anche convinto che la So.GAS, composta da elementi molto qualificati, darà vita a una campagna di promozione sul piano di comunicazione che è indispensabile perchè già oggi dall’Aeroporto dello Stretto partono molti aerei, alcuni low-coast e altri internazionali, ma a Messina e Provincia se ne parla poco e quasi nessuno ne è informato e aggiornato».

Bisogna battere la concorrenza di Catania e Lamezia. Lo scalo Etneo in autunno chiuderà per consentire i previsti lavori di ammodernamento. Per l’Aeroporto dello Stretto, che sarà chiamato agli straordinari, si tratta di un’occasione importante: come affrontarla?

«Tutto il territorio della provincia di Messina è attento a questa situazione. Il Presidente Ricevuto ha già presentato l’idea di creare punti di attracco a Giardini Naxòs e alle isole Eolie, a prescindere dalla momentanea chiusura di Catania ma in generale. Vogliamo realizzare un sistema di mobilità nello Stretto che sia integrato e che comprenda tutte le infrastrutture viarie: strade, porti e ovviamente anche l’aeroporto».

Il presidente della Camera di commercio di Reggio, Lucio Dattola ha votato contro l’approvazione al bilancio 2009 della So.GAS e ha detto che manca una vera prospettiva di sviluppo per lo scalo, aggiungendo che continuando così si va incontro a un futuro nebuloso.

«La So.GAS ha realizzato un piano di sviluppo che, presumo, sarà illustrato nei prossimi giorni con un’apposita conferenza stampa. Noi come Provincia pensiamo che sia la strada giusta, come ho anticipato sopra: il piano ci ha convinto, lo condividiamo pienamente e per questo stiamo fortemente sostenendo il rilancio di capitale della Società di Gestione dello scalo. L’alternativa sarebbe chiudere tutto».

Ad agosto 2007 l’ex primo ministro inglese Tony Blair ha trascorso una breve vacanza alle Isole Eolie utilizzando come scalo, per il Boeing privato che l’ha condotto in Italia, proprio l’Aeroporto dello Stretto. Blair in quell’occasione ha incontrato i vertici della So.GAS ringraziandoli e complimentandosi per il servizio, che ha definito «celere e puntuale» e per l’ospitalità. L’ex primo ministro inglese, inoltre, si è complimentato per lo scenario naturale visibile dalla pista. «Avete un clima invidiabile e questo sole e questo mare valgono da soli un viaggio fino qui». Proprio dal clima e degli splendidi scenari della natura dello Stretto nasce quell’Area dello Stretto che, nei fatti della società civile e nelle relazioni sociali tra le due sponde, esiste già da molto tempo.

Sancirla a livello istituzionale e amministrativo, partendo proprio dai trasporti e dalle infrastrutture (che è ciò che chiede la gente) può significare tanto.

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