Gloria Campaner, Fabiola Tedesco, il Quartetto Nous e la grande musica da camera di Franck

Gloria Campaner, Fabiola Tedesco, il Quartetto Nous e la grande musica da camera di Franck

giovanni francio

Gloria Campaner, Fabiola Tedesco, il Quartetto Nous e la grande musica da camera di Franck

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lunedì 14 Novembre 2022 - 08:00

Un accostamento della musica del compositore belga con le letture di Giuseppe Ramires tratte dalla “Recherche” di Marcel Proust

Un concerto di grande interesse, e con interpreti d’eccezione, ha avuto luogo sabato scorso al Palacultura, per la stagione dell’Associazione musicale V. Bellini, con l’esecuzione di due fra i lavori cameristici più importanti del musicista belga Cesar Franck, la celeberrima Sonata per violino e pianoforte e il Quintetto per archi e pianoforte.

Abbiamo avuto il graditissimo ritorno della celebre pianista Gloria Campaner, che riveste anche la carica di direttore artistico dell’Associazione musicale, e del Quartetto Nous – Tiziano Baviera, violino; Alberto Franchin, violino; Sara Dambruoso, viola; Tommaso Tesini, violoncello – specialista in musica da camera francese, che già altre volte si è esibito al Palacultura, eseguendo, tra l’altro, i Quartetti per archi dei principali compositori francesi del periodo a cavallo fra 800 e 900: Faure, Debussy e Ravel. Abbiamo infine fatto conoscenza con una giovane violinista di notevolissimo talento, Fabiola Tedesco, eccellente interprete della Sonata di Franck.

Il concerto reca il titolo “La Sonata di Vinteuil da Proust a Franck”. Quest’anno, infatti, si celebra il bicentenario dalla nascita di Cesar Franck, che coincide con il centenario dalla morte di Marcel Proust, e per l’occasione la prima parte di questo splendido concerto ha inteso accostare la musica del musicista belga con la prosa (entrambe raffinatissime) dello scrittore francese, alternando ai primi due movimenti della Sonata due letture dalla “Recherche” di Proust, e precisamente dal primo volume “Dalla parte di Swan”. L’accostamento è stato direi del tutto naturale, in quanto proprio nel romanzo di Proust l’ascolto di una Sonata per violino e piano di Vinteuil, musicista inventato da Proust, in particolare di un tema, una frase musicale, è capace di rievocare in Swan i momenti della felicità vissuti durante la sua tormentata storia d’amore con Odette, esprimendo così un aspetto fondamentale della poetica proustiana, il ricordo intenso di emozioni del passato generato da un evento casuale. Per tale Sonata lo stesso Proust disse di essersi ispirato a diversi compositori, fra cui Saint Saens, Faurè e appunto Franck.

I due brevi passi dalla Recherche sono stati letti da Giuseppe Ramires, presidente dell’Associazione, che ha saputo cogliere i giusti toni e accenti (non facili da rendere) nell’interpretare, egregiamente, i due diversi momenti descritti da Proust: il primo, di grande profondità psicologica, ove lo scrittore francese scandaglia tutte le sensazioni di Swan generate dall’ascolto della Sonata di Vinteil; il secondo, molto più frivolo, uno spaccato della società dei salotti francesi del tempo, reso da Proust con straordinario distacco e ironia, direi “mozartianamente”.

Il concerto, dicevo, dopo una breve presentazione dello stesso Ramires, è iniziato con la lettura del primo brano di Proust, cui hanno fatto seguito i primi due movimenti della Sonata in la maggiore di Franck, “Allegretto ben moderato” e “Allegro”. Dopo la seconda lettura, i due musicisti hanno concluso l’esecuzione della Sonata, con il “Recitativo – Fantasia” e l’”Allegretto poco mosso.

La Sonata di Franck è fra le più eseguite nelle sale da concerto, sicuramente fra le più amate, e si può considerare senz’altro il principale capolavoro del musicista belga nell’ambito della musica da camera. Composta nel 1886, a quattro anni dalla sua morte, la Sonata è dedicata al violinista e compositore Eugene Ysaye, eccellente virtuoso dello strumento. In questo celebre capolavoro il compositore belga realizza in maniera compiuta la sua concezione musicale della forma ciclica, con il primo tema che ricompare più volte nel corso dell’opera. L’unitarietà della concezione che ne deriva è magistrale, e il carattere appassionato del brano si mantiene sempre nei limiti di un perfetto equilibrio formale. I quattro movimenti, “Allegretto ben moderato”; “Allegro – Quasi lento – Tempo I”; “Recitativo-fantasia”; “Allegretto poco mosso”, sono tutti di elevato spessore artistico. Splendido in particolare l’ultimo movimento, con un tema che da grazioso e tenero nella sua esposizione diventa appassionato nello sviluppo, fino all’indimenticabile finale.

Davvero assai convincente la prova delle due artiste, autrici di una performance appassionata e molto intensa, in un continuo dialogo serrato, ma senza sovrapposizioni, in modo tale che l’ascoltatore ha potuto apprezzare nitidamente le parti dedicate al violino e al piano. Gloria Campaner, in particolare, ha offerto una esecuzione impeccabile, sia sotto il profilo tecnico che interpretativo, molto sentita, superando, a mio avviso, quella, pur ottima, resa qualche anno fa sempre al Palacultura, ove eseguì la stessa Sonata con il violoncellista tedesco Moser.

Prima del Quartetto con piano di Franck, il Quartetto Nous ha eseguito Il Langsamer Satz (Movimento lento) di Anton Webern. Si tratta di un brano giovanile del compositore austriaco, eminentemente lirico, intriso di quella vena poetica e decadente che accompagnerà tutte le composizioni di Webern, anche quando si distaccherà dal sistema tonale, abbracciando gli insegnamenti della scuola di Schoenberg che lo porteranno a comporre solo musica dodecafonica e seriale.

Il Quintetto in fa minore per pianoforte e archi di Franck, ultimo brano eseguito, osserva, come la Sonata per violino, la forma ciclica cara al musicista, con i temi che si ripetono nei tre movimenti. Dedicato a Saint Saens, con il quale aveva fondato la Societè Nationale de Musique, e dallo stesso Saint Saens eseguito al piano, in occasione della prima esecuzione nel 1880, il Quintetto ha un carattere drammatico e appassionato, sentimenti sviluppati in una costruzione armonica complessa ed elaborata, e va considerato uno dei lavori più riusciti del compositore belga.

Davvero entusiasmante l’interpretazione dei musicisti del Quartetto Nous, che hanno reso in maniera coinvolgente sia il lirismo struggente di Webern, sia la complessità drammatica, serrata e un po’ cupa della partitura di Franck, con l’ausilio di un’altra eccellente prova pianistica di Gloria Campaner.

Convinti ed entusiasti gli applausi del pubblico, che ha saputo apprezzare un concerto “difficile”, di eccezionale livello e importanza.

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