Paziente rifiutò il ricovero e morì, assolto medico del 118 dopo 10 anni e 4 processi

Paziente rifiutò il ricovero e morì, assolto medico del 118 dopo 10 anni e 4 processi

Alessandra Serio

Paziente rifiutò il ricovero e morì, assolto medico del 118 dopo 10 anni e 4 processi

martedì 19 Marzo 2024 - 07:01

Massimo Accolla morì nel 2014, la sera prima un'ambulanza del 118 era andato a visitarlo a domicilio

MESSINA – E’ stato definitivamente assolto, a 10 anni dai fatti un medico del 118 di Messina finito sotto processo con l’accusa di aver provocato la morte di un uomo di circa 40 anni. Al dibattimento è emerso che il camice bianco, arrivato sotto casa del paziente, Massimo Accolla, non era riuscito a convincerlo, malgrado l’insistenza, a farsi trasportare all’ospedale più vicino. L’uomo è poi morto all’alba. Ci sono però voluti 4 processi per scagionare definitivamente il dottor Carmelo Ursino, difeso dagli avvocati Alfonso Polto e Miriam Di Stefano.

Il medico era stato assolto in primo grado con formula piena, “perché il fatto non sussiste” dal giudice monocratico di Messina Rita Sergi. La Procura aveva invece chiesto la condanna ad un anno e mezzo per omicidio colposo.

La morte del paziente nel 2014

I difensori aveva fatto leva soprattutto su quello che hanno dichiarato i testimoni nel corso del processo. In particolare gli altri componenti dell’equipaggio dell’ambulanza che quella notte, proprio su richiesta del paziente, si erano recati a casa di Accolla. L’uomo lamentava di aver avvertito forti dolori al petto ed alla spalla. Il personale sanitario lo aveva visitato, inviandolo a farsi trasportare in ospedale, prospettandogli le conseguenze del suo stato. Ma Accolla si era rifiutato e al medico non era rimasto altro che prescrivergli del Valium. Alle 6.15 della mattina ha esalato il suo ultimo respiro. Era il 2 febbraio del 2014.

I processi

L’Assoluzione era però stata impugnata dalla Procura generale che ha chiesto il processo d’appello, chiuso con l’annullamento del verdetto di primo grado e la condanna ad un anno e 2 mesi di reclusione per il dottor Ursino. Contro questa sentenza gli avvocati Polto e Di Stefano hanno presentato ricorso per Cassazione, accolto. La Suprema Corte ha condiviso i rilievi dei legali, centrati sulla mancanza del nesso di casualità e altre censure procedurali, ed ha annullato la condanna chiedendo un nuovo processo d’appello. Stavolta il secondo grado si è celebrato a Reggio Calabria, dove la Corte d’Appello ha dichiarato inammissibile l’appello del Pubblico Ministero per carenza dell’interesse ad impugnare ( sollecitata anche dal PG e dai difensori), disponendo l’attuazione della sentenza di assoluzione del medico emessa in primo grado.

In foto: sala operativa 118 Messina

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