Taurianova. "Non dire niente, ca m’attaccanu", sospeso bidello per violenza sessuale su minore

Taurianova. “Non dire niente, ca m’attaccanu”, sospeso bidello per violenza sessuale su minore

Dario Rondinella

Taurianova. “Non dire niente, ca m’attaccanu”, sospeso bidello per violenza sessuale su minore

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sabato 11 Maggio 2024 - 08:01

I fatti risalgono al 2023, quando la vittima, una studentessa all’epoca tredicenne, frequentava l’ultimo anno di scuola media

TAURIANOVA – Un collaboratore scolastico di 65 anni, di una scuola media di Taurianova è stato sospeso perché accusato di di violenza sessuale aggravata su una minorenne di 13 anni.
I fatti risalgono al 2023, quando la vittima, una studentessa all’epoca tredicenne, frequentava l’ultimo anno di scuola media nel plesso scolastico in cui fa servizio l’indagato che, nel corso delle attività pomeridiane, aveva dapprima iniziato a rivolgerle apprezzamenti non graditi, per poi iniziarla a seguire negli spostamenti lungo i corridoi. Dopo mesi di queste molestie, l’uomo aveva approfittato di un
momento di pausa dalle lezioni, per seguire la ragazzina all’interno dei bagni, bloccarne ogni via di fuga e palpeggiarla nelle parti intime.
A dare il via alle investigazioni dei carabinieri è stata la stessa studentessa che, profondamente turbata, aveva confessato gli abusi di cui era stata vittima ai propri genitori e alle amiche più strette. Con il loro conforto, si era presentata alla stazione carabinieri , per riferire tutto ai militari.
Immediata l’attivazione del Codice Rosso, la misura legislativa introdotta per garantire tempestività nella reazione delle forze dell’ordine e della magistratura davanti a reati di genere, come maltrattamenti in famiglia, stalking e violenza sessuale.
A incidere sulle valutazioni effettuate dal Gip di Palmi, Anna Laura Ascioti, è stato, tra le altre cose, il riscontro dato alle dichiarazioni della vittima da una registrazione audio che quest’ultima aveva fatto partire con il proprio cellulare, una volta accortasi di non essere in grado di sfuggire al proprio aggressore. La traccia vocale, che ripercorre quei terribili minuti, si conclude solo una volta che l’indagato
la lascia da sola nei bagni, dopo averle intimato di serbare il silenzio sull’accaduto:
Non dire niente, mi raccomando, ca m’attaccanu”, non dire niente, mi raccomando, o mi arrestano.

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