"Messina impreparata al maltempo", le domande all'amministrazione

“Messina impreparata al maltempo”, le domande all’amministrazione

Redazione

“Messina impreparata al maltempo”, le domande all’amministrazione

lunedì 03 Febbraio 2025 - 07:30

Le reaziioni al tornado di ieri e ai danni, come l'esondazione del torrente Zafferia, di Pd, Cacciotto, Cantello, Cgil e No ponte

MESSINA – Ieri il durissimo botta e risposta tra la senatrice Musolino e il sindaco Basile. La politica interviene sul fango e i detriti di domenica. L’effetto maltempo e il dissestro idrogeologico. Questa la nota dei consiglieri comunali del Partito democratico Felice Calabrò, Antonella Russo e Alessandro Russo: “Abbiamo assistito a esondazioni dei torrenti, da Scoppo a Orto Liuzzo a Zafferia, e a un sistema di raccolta delle acque piovane letteralmente esploso, che ha portato ad allagamenti e danni a numerose abitazioni e attività commerciali fino in pieno centro città. Situazioni che riportano all’attenzione la ormai strutturale impreparazione di Messina a eventi che, nonostante ci si ostini a definirli “straordinari”, sono ormai invece strutturali del nostro clima”.

Continuano i consiglieri Dem: “Negli scorsi mesi autunnali, in riscontro a una direttiva regionale della protezione civile che chiedeva ai Comuni interessati di attivare ogni utile azione preventiva in caso di violente piogge, chiedevamo al sindaco se fossero state poste in essere azioni di mitigazione del rischio idraulico volte a individuare i tratti di viabilità ricadenti impropriamente nell’alveo di corsi d’acqua ed effettuare la vigilanza idraulica di tali nodi di conflitto per impedirne l’utilizzo in caso di eventi meteorici estremi. E chiedevamo se si fosse rimosso qualsiasi elemento impropriamente allocato in aree di demanio fluviale costituente ostacolo al deflusso delle acque (rifiuti, Rsu, cassonetti, mobili, automezzi, attrezzature varie, etc.). E infine se si fosse stati capaci di vigilare per evitare l’accumularsi di rifiuti solidi urbani anche differenziati, ammassati a ridosso degli alvei dei torrenti. Dal sindaco e dall’assessore Minutoli vennero in commissione consiliare competente fornite delle rassicurazioni sul rispetto formale di quelle direttive di protezione civile ma che, sostanzialmente, purtroppo, oggi si scontrano con l’evidente evidenza di una città che dimostra improvvisazione e impreparazione a fronteggiare eventi che sono ormai tutt’altro che imprevisti, sebbene molto violenti”.

Dal Pd tanti interrogativi all’amministrazione comunale, “dov’è la pianificazione d’interventi strutturali?”

E ancora: “La nostra rete di raccolta delle acque piovane non è idonea alle necessità della città. Pensata per lo sviluppo urbanistico degli anni Settanta, esclude da una raccolta di acque sufficiente tutte le realizzazioni edilizie costruite negli ultimi trent’anni in aree collinari o nei pressi di torrenti: da San Licandro, all’Annunziata, alle colline e alle zone torrentizie della zona Sud. E non soltanto questo. Il centro città sconta da anni la mancanza di una adeguata e globale pianificazione di interventi su tutta la rete
di raccolta acque e di pulizia di tombini, caditoie e griglie. E, a ogni pioggia, si vede allagato in modo
inaccettabile. Dove sta la pianificazione di interventi strutturali così urgenti per la città? Reti di raccolta acque piovane da rafforzare e ampliare, sistemi già esistenti da ripulire in profondità e in maniera capillare, fuori dalla logica “randomica” secondo le singole necessità di volta in volta segnalate”.

I casi clamorosi della nuova via Don Blasco e della nuova copertura del torrente Bisconte

“In questo quadro di eventi ci sembra poi alquanto sbalorditivo e singolare che si stiano manifestando fatti di allagamento molto intensi in due nuove opere pubbliche della città: via Don Blasco e la nuova copertura del torrente Bisconte. Ossia lungo due nuove strade di grande importanza per la città. Non solo in caso di piogge intense, ma anche durante eventi minori, queste due arterie si allagano, una in maniera pericolosa per la circolazione stradale e per chiunque vi si trovi a transitare, l’altra, essendo in pendenza e teoricamente pensata per regimentare il corso del torrente Bisconte, con una forza dell’acqua che scorre e travolge chi vi si trova a transitare: proprio su un’opera pubblica che il commissario straordinario per il dissesto idrogeologico ha finanziato con importanti stanziamenti pubblici”.
Continuano i consiglieri Pd: “Sarà nostra cura richiedere all’assessore competente informazioni dettagliate sulla regolarità dei lavori eseguiti e sui relativi collaudi di queste importante vie, soprattutto in relazione al sistema di raccolta di acque meteoriche. I fatti documentati sul torrente Zafferia, in contrada Scoppo o sul torrente Orto Liuzzo dimostrano come la dichiarata “inaccessibilità” di accesso ai torrenti da realizzare con presidi immediati di protezione civile non si sia verificata mai e in nessuna circostanza, nonostante il nostro piano di protezione civile lo prevedano espressamente. Al di là del rispetto formale delle norme e delle direttive, occorre che, quando si verificano eventi intensi, che grazie alla tecnica del now casting ampiamente sono prevedibili nel giro di poche ore, si attivino davvero le misure scritte nei piani: impedire l’accesso ai torrenti, avvertire le popolazioni più direttamente coinvolte perché abitanti nei pressi dei torrenti, vigilare sull’andamento delle piene meteoriche”.

“L’attività di prevenzione non deve restare sulla carta”

E ancora: “Analogamente ci domandiamo se tali procedure prevenzione siano previste nel caso dei torrenti tombati che attraversano il centro città e che costituiscono assi viari centrali del nostro sistema di mobilità. Sono sorvegliati nella loro parte alta, sui punti di immissione delle acque nei tratti coperti? Sono controllati nei tratti urbani, sotto il livello stradale, verificando che gli alvei siano liberi da ostruzioni di varia natura che possano impedire il regolare scorrimento dell’acqua? Soprattutto, si prevede che in casi di particolare intensità della pioggia, la circolazione su questi viali sia impedita? Anche su questi importanti snodi stradali che interessano direttamente corsi d’acqua urbani, e che pure si pensa di non dover considerare, visto che sono sotto strada, serve invece operare attività di prevenzione che non deve solo restare sulla carta come mero rispetto formale delle norme. Bensì diventare vigilante pratica di
azioni e interventi che siano messi in atto quando si verificano gli eventi più pericolosi e intensi.

Hyerace: “Stato d’emergenza e tavolo in Prefettura, c’è il rischio di un nuovo caso Giampilieri”

Così il segretario provinciale del Pd Armando Hyerace: “La fragilità del nostro territorio, sempre più sguarnito delle difese essenziali per affrontare anche le ordinarie circostanze meteorologiche avverse, è emerso con una forza devastante. La non gestione del dissesto idrogeologico fa il paio con la totale inadeguatezza delle misure di prevenzione e contenimento dei danni causati da piogge e maltempo. Vale nella provincia, come abbiamo visto appena qualche settimana fa, e vale per il Comune capoluogo. Messina è vittima di un disastro che è tale solo per inadempienze e incapacità di chi ha il dovere di tutelare e garantire il territorio con politiche adeguate e pertinenti. Una pioggia non può essere ragione di tale devastazione: questo significa non aver in alcun modo, per anni, tenuto conto delle modalità con cui si è sfruttato il territorio. È un problema di impatto ambientale, di consumo, di mala gestio, di manutenzione ordinaria e straordinaria scadente e inefficace. Si dichiari dunque subito lo stato d’emergenza e si apra un tavolo urgente in Prefettura per discutere in modo concreto la messa in sicurezza delle infrastrutture esistenti, il rafforzamento delle reti di protezione civile, il potenziamento dei soccorsi e la cura dei territori più vulnerabili. Non possiamo permetterci di restare inermi in attesa si verifichi un nuovo caso Giampilieri”.

Il Pd della II Municipalità: “Servono seri interventi strutturali”

E sua volta Francesco Carabellò, segretario del circolo Pd della II Circoscrizione: “Superata l’emergenza, chiediamo all’amministrazione comunale, che pochi mesi fa aveva annunciato seri interventi di
messa in sicurezza
e il ripristino del muro di sostegno, di mantenere effettivamente le promesse fatte, evitando che siano, come al solito, semplici slogan di circostanza. A che punto sono i lavori per l’adeguamento e sistemazione dell’alveo del torrente finanziati nel febbraio 2024 dalla Regione Siciliana per un importo di circa 650 mila euro?”.

Cacciotto: “Amam intervenga su griglie e tombini”

Da parte sua, il presidente della III Municipalità, Alessandro Cacciotto (Fratelli d’Italia), insiste sull’importanza della manutenzione: “Probabilmente gli allagamenti si verificherebbero comunque, anche se tutte le griglie e i tombini fossero puliti, vista l’enorme quantità di acqua caduta. È altrettanto vero però che, se non si puliscono a tappeto griglie e tombini, la situazione andrà sempre a peggiorare. È un attacco ad Amam? No, è raccontare la verità. Moltissime griglie e tombini sono pieni e non sono interessati da interventi nonostante le richieste. Auspico che i vertici Amam prendano esempio da qualche altra partecipata che trasmette periodicamente i programmi di intervento, dando la possibilità alla Circoscrizione di monitorare e soprattutto proporre integrazioni”.

Cantello: “Cittadini esausti”

A sua volta, Mirko Cantello, consigliere comunale della Lega: “La gravità della situazione è stata più volte segnalata dal sottoscritto e dal collega Calabrò. Adesso servono soluzioni per far sì che non si verifichino situazioni simili. Mi farò portavoce degli abitanti, esausti da questi eventi che puntualmente si verificano ogni volta che le piogge sono più intense. Chiederò al sindaco i tempi sul finanziamento previsto a Zafferia per la messa in sicurezza di queste aree”.

Cgil: “I cittadini hanno diritto a vivere in condizioni di sicurezza, si guardi alle vere priorità del territorio”

“Sono bastate alcune ore di pioggia per far tornare nella paura tanti cittadini e tante cittadine della nostra provincia. LA Cgil Messina rilancia la richiesta di interventi urgenti dopo la nuova situazione di pericolo vissuta. I governi a tutti i livelli, le istituzioni, la politica si devono interrogare su come la nostra comunità abbia il diritto a vivere in condizioni di sicurezza”. Lo dichiara il segretario generale della Cgil Pietro Patti.

“Potenziamento degli organici delle strutture di soccorso e stato d’emergenza”

E ancora: “Chiediamo che i governi diano risposte in termini di sicurezza – osserva il segretario generale della Cgil Messina – e non di disperdere risorse importanti, più di 15 miliardi, su un’infrastruttura come il Ponte che non rappresenta di certo la soluzione a tutti i nostri problemi. Quanto si è verificato nella città e nei Comuni in queste ore ne è una piena dimostrazione”. La Cgil Messina chiede “una grande assunzione di responsabilità da parte di chi oggi amministra e governa rispetto alle emergenze e alle fragilità presenti”. Ed evidenzia “come la sicurezza passi anche dal potenziamento degli organici degli enti e delle strutture di soccorso e di protezione civile. Per il sindacato investire anche su questo significa garantire migliori condizioni di vita del mondo del lavoro e di tutta la cittadinanza. Nell’esprimere vicinanza e solidarietà alle popolazioni colpite chiediamo sin da subito la proclamazione dello stato di emergenza per i nostri territori”.

“No al ponte e sì alla messa in sicurezza dei nostri territori”

Sulla pagina Fb No ponte un’altra presa di .posizione: “Era solo da chiedersi quali torrenti avrebbero straripato e quale sarebbe stata l’entità del danno, se ci sarebbero state vittime. Era in dubbio solo la dimensione di quanto sarebbe accaduto. Per fortuna non ci sono state vittime, ma di torrenti che sono usciti dall’alveo ce ne stati tanti. A Zafferia i danni più consistenti, ma la situazione è critica sia nella zona nord che nella zona sud della città. Fin qui tutto scontato. Conosciamo bene la condizione di dissesto idrogeologico del nostro territorio. Ed à andata sott’acqua tutta la città. La via Don Blasco, che ha visto il taglio di mille nastri, è diventata un invaso. Il pronto soccorso del Policlinico, inaugurato da pochi giorni si è allagato. A Ganzirri sembrava si fosse formato un altro pantano. Le palestre della città sono diventate acquitrini. Ma, poi, allagamenti nei paesi della provincia: a Rometta, a Furci Siculo, a Sant’Alessio … Inutile citarli tutti. Inutile citare gli allagamenti in tanti centri dell’isola. E’ stata una débâcle totale”.

“La politica sottomessa alla grande impresa”

E ancora: “Avviene nella città del ponte. Avviene nella città in cui alcuni giorni fa intorno alla cessione delle ex Officine Grandi Riparazioni delle ferrovie (di cui non si conosce la destinazione) al Comune di Messina si sono ritrovati gli uomini della cessione della città alla governance del ponte: in primo luogo Ciucci (vero playmaker dell’operazione), ma poi anche Basile (che assiste inerme), Schifani (che ha immediatamente licenziato il direttore generale del Cas Fazio che aveva osato mettere in dubbio la tenuta del traffico autostradale a causa dei 200 camion che trasporterebbero quotidianamente i materiali di scavo), il presidente di Rfi Lo Bosco. Intanto i sostenitori locali del ponte esultano per le condanne alle spese legali subite dai no ponte che avevano intentato una class action contro la Stretto di Messina Spa e auspicano per gli attivisti in difesa del territorio le stesse pene richieste per i no tav (8 milioni di euro)”.

“Come per Giampilieri, torneremo in piazza”

Sostiene la realtà no ponte: “Come non avere il sangue agli occhi rispetto ai responsabili di un territorio che va in frantumi. Sono espressione di un corso politico nuovo nel quale la funzione pubblica è totalmente sottomessa alla grande impresa. Un corso politico nuovo che fa uso della modifica progressiva delle norme ogni qualvolta si frappongono ostacoli all’aggressione del territorio, un corso politico nuovo per il quale la stessa manifestazione del punto di vista avverso diventa motivo di azione disciplinare.Nelle prossime settimane si tornerà in piazza contro la costruzione del ponte sullo Stretto. Verrà messo questo tema al centro delle iniziative. Come nel 2009, dopo la tragedia di Giampilieri, torneremo in piazza per chiedere che i soldi del ponte vengano utilizzati per la messa in sicurezza dei territori e il soddisfacimento dei bisogni inevasi di una comunità sempre più penalizzata”.

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2 commenti

  1. Ma è stata mai fatta negli ultimi 40/50 anni a Messina una “adeguata e globale pianificazione di interventi su tutta la rete di raccolta acque e di pulizia di tombini, caditoie e griglie”? Vado a memoria: 2007 Alluvione di Scaletta, eravamo a cavallo tra la giunta Genovese, della quale facevano parte un po’ tutti quelli che oggi scrivono indignati e il commissariamento di Sinatra se non sbaglio; 2009 nuova Alluvione con disastro di Giampilieri, giunta Buzzanca in carica; 2015 nuova Alluvione a Giampilieri, Scaletta e province ioniche e tirreniche, giunta Accorinti in carica; oggi alluvione a Zafferia e in gran parte della città, giunta Basile in carica. Con che coraggio questa gente si indigna? Questa è cattiva amministrazione costante, non riusciamo in alcun modo ad avere una classe dirigente decente: non c’entra nulla il ponte che non c’è, non c’entra nulla l’impresa e l’ottusità ideologica novecentesca, c’entra che la gente che lavora nelle amministrazioni, dirigenti, funzionari, così come quelli che eleggiamo sono in gran parte incapaci a svolgere le funzioni loro assegnate e per le quali sono pagati profumatamente.

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  2. Ma quali provvedimenti per la città per affrontare il maltempo a Messina? Dove sono le messe in sicurezza dei torrenti? Dove sono le pulizie dei tombini per lo sfogo delle acque piovane? Ogni volta, anche con qualche goccia di pioggia si allagano le strade . Dov’è l’assistenza comunale? L’unica cosa che hanno saputo fare è restringere le strade mettendo cordoli, fare piste ciclabili a qualche bici solitaria, arie pedonali, perché la gente anziché camminare sul marciapiedi, anche se larghi abbastanza, preferisce camminare sulla strada. Oppure il nostro caro sindaco a cui piace tanto mettersi in mostra in qualunque evento e tagliare nastri? L’unica cosa giusta è quella di nascondersi.

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