UniMe. Una mostra etnografica nel segno delle migrazioni

UniMe. Una mostra etnografica nel segno delle migrazioni

Redazione

UniMe. Una mostra etnografica nel segno delle migrazioni

domenica 02 Marzo 2025 - 21:42

Con il titolo “Quasi a casa. Antropologia e cittadinanze rituali”, s'inaugura lunedì 3 marzo al dipartimento di Scienze cognitive a Messina

MESSINA – Una mostra di istallazioni etnografiche e un progetto che combina multiculturalismo e confronto fra le religioni. Una mostra dal titolo “Quasi a casa. Antropologia e cittadinanze rituali” con cinque istallazioni etnografiche e un’istallazione sonora curata dagli antropologi Vincenzo Padiglione e Sandra Ferracuti. E con le scenografie di Carmela Spiteri e la collaborazione dell’artista sonoro Francesco Medda.
L’inaugurazione è in programma lunedì 3 marzo, alle ore 11, presso il Cospecs, dipartimento di Scienze cognitive dell’Università di Messina in via Concezione 6.

La mostra è organizzata da Impact Hub Sicilia nell’ambito delle attività di ricerca e comunicazione del Progetto di rilevante interesse nazionale (Prin) “Migrazioni, spaesamento e appaesamento: letture antropologiche del nesso rituali/migrazioni in contesti di Italia meridionale”. Un progetto diretto da Dino Palumbo dell’Università di Messina e responsabile scientifico nazionale. E sarà vistabile dal lunedì al venerdì dalle ore 8,30 alle ore 18,30 e rimarrà aperta fino al 12 marzo.
Dal 18 al 31 marzo la mostra si trasferisce presso l’Università della Basilicata di Matera.
Dalle ore 11.00 di lunedì sarà possibile visitare liberamente la mostra a Messina, allestita nel salone al primo piano, e alle 11,30 si svolgerà l’inaugurazione in aula magna alla presenza del direttore del Dipartimento Carmelo Porto e del coordinatore nazionale del Prin Berardino Palumbo (Università di Messina), con Gabriella D’Agostino (UniPA) e Mara Benadusi (UniCatania), il direttore del Centro studi Universiteatrali e coordinatore del Dams Dario Tomasello, il curatore Vincenzo Padiglione e la scenografa Carmela Spiteri. Al termine della presentazione sarà possibile dialogare con i ricercatori, i curatori e la scenografa presenti in sala.
L’evento di inaugurazione del 3 marzo a Messina si ripeterà il 18 marzo a Matera ed è realizzato in collaborazione con il Dams di Messina che per l’occasione proporrà due perfomance: “Riti, riti (Breviario piccolo borghese contro l’epoca che cambia)” di Dario Tomasello, con Maria Rita Chierchia e Dario
Tomasello e la coreografia Convivenza a cura di Maria Luisa Cucinotta su composizione musicale originale di Francesco Medda. Sia Maria Rita Chierchia che Maria Luisa Cucinotta sono allieve del professore Tomasello. La prima svolge il suo Dottorato in Scienze Cognitive, la seconda è una laureanda del Dams. Collabora alle performance lo studente Dams, Patrick Romano.
“Ci ha interessato mostrare in che modo i rituali religiosi dei gruppi migranti stanno contribuendo ad una migliore integrazione sociale o lasciano invece immaginare una incipiente contrapposizione culturale”, spiega il curatore Vincenzo Padiglione “Una sorta di caos babelico accoglie i visitatori invitandoli a mettere a problema il multiculturalismo diffuso, seduttivo e frammentario, talvolta minaccioso – afferma
Padiglione, curatore e ideatore dell’istallazione con Sandra Ferracuti – una sorta di indizio del contemporaneo, una presenza inaspettata, più o meno piacevole o fastidiosa, discreta e ingombrante al tempo stesso”.

L’istallazione si impone infatti come “un’esperienza forzata di temporanea convivenza creata per suscitare una riflessione sulla presenza dell’estraneo fra noi, mentre il percorso espositivo che segue ne prende distanza per sottolineare l’approccio etnografico come prospettiva che permette di comprendere la specifica metodologia di indagine e di restituzione/disseminazione attivata”.
L’istallazione si basa sui paesaggi delle ricerche effettuate nel corso del Prin da Berardino Palumbo; Giuliana Sanò e Eugenio Giorgianni dell’Università di Messina; da Giovanni Cordova dell’Università di Catania e da Domenico Copertino dell’Università della Basilicata rispettivamente presso il Centro di
culto ebraico a Trani in Puglia (Ex Sinagoga Scolanova convertita nella chiesa cristiana di Santa Maria di Scolanova), a Trapani, Roma e Bologna fra il 2021 e il 2023 (Palumbo); la comunità dei Senegalesi provenienti da Touba – città santa del Muridismo e centro del pellegrinaggio (Grand Magal) a Campobello di Mazara in provincia di Trapani (Sanò, 2020-2022); i gruppi singalesi cattolici
residenti nella città di Messina, e in particolare nella rettoria di Sant’Elia (Cordova, 2021-2023); i luoghi e i gruppi induisti a Palermo, in particolare presso il Mariammen Kovil, tempio tamil induista mauriziano (Giorgianni, dal 2021); i migranti musulmani di Bari e della Puglia durante il Salat aljumu‘ah, rituale di adorazione collettiva nei centri di aggregazione per migranti provenienti da Bangladesh, Pakistan, Nord Africa, Medio Oriente e Balcani (Domenico Copertino, 2019-2024).

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