In ricordo di Graziella Campagna l'abbraccio tra gli studenti don Ciotti e Beppe Fiorello

In ricordo di Graziella Campagna l’abbraccio tra gli studenti don Ciotti e Beppe Fiorello

Rosaria Brancato

In ricordo di Graziella Campagna l’abbraccio tra gli studenti don Ciotti e Beppe Fiorello

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sabato 13 Dicembre 2014 - 07:02

"Dobbiamo sentire come se avessero sparato anche a noi". Le parole di don Ciotti hanno scosso il Palacultura, in occasione della giornata dedicata al ricordo della 17enne uccisa dalla mafia 29 anni fa. Alla manifestazione con le scuole medie e superiori di Messina e provincia e organizzata dalla famiglia Campagna ha partecipato via Skype anche Beppe Fiorello.

Sono trascorsi 29 anni ma è come un fiume che si fa ogni anno più ampio e diventa quasi mare. Il ricordo di Graziella Campagna, uccisa dalla mafia il 12 dicembre del 1985 ha creato un’immensa famiglia che continua ad onorare la sua memoria ed a combattere per la verità. “Costruire con la memoria” è stato il tema scelto per la giornata dedicata a Graziella, organizzata al Palacultura dalla famiglia Campagna, dall’amministrazione comunale e dal Movimento agende rosse Messina. Ad applaudire Beppe Fiorello (intervenuto via Skype) e don Ciotti, ad ascoltare con attenzione i relatori, l’assessore Patrizia Panarello, il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, il sostituto procuratore Sebastiano Ardita, il consigliere comunale Daniele Zuccarello, l’avvocato Fabio Repici, a far domande ai fratelli Piero e Pasquale Campagna, sono stati 800 studenti, tra scuole medie ed istituti superiori di Messina e provincia. Oltre 800 “fratelli e sorelle” di Graziella che non sono voluti mancare all’appuntamento per far sì che dalla memoria nascano i frutti di un domani diverso. Protagonisti attenti i ragazzi delle scuole medie Martino di Tremestieri, San Giovanni Bosco, Villa Lina, Paino, Leone XIII, Leopardi, San Francesco di Paola, Torregrotta, Saponara, Falcone e Borsellino di Rometta, e degli istituti superiori Verona Trento, Maiorana, Marconi, Antonello ( alcune studentesse hanno fatto anche da impeccabili hostess), Archimede, Seguenza, Nautico Caio Duilio, Maurolico, La Farina, Bisazza, Ainis.

A fare da “padrona di casa” l’assessore comunale alla pubblica istruzione Patrizia Panarello che sta avviando nelle scuole per il secondo anno consecutivo una serie di progetti di ampio respiro e di grande interesse che puntano a promuovere la cultura della legalità La Panarello ha invitato i giovani a combattere la cultura della morte scommettendo sulla legalità “camminiamo insieme sulle orme di chi ci ha preceduto”. E chi precede i giovani sono gli adulti come i fratelli Campagna che combattendo per la giustizia per 24 anni hanno dato un esempio indimenticabile.

“Il messaggio che la famiglia Campagna porta in giro per l’Italia è quello di non arrendersi- ha sottolineato il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone- Quando tutti negavano che la morte di Graziella fosse un delitto di mafia loro non si sono arresi. Li prendevano per pazzi ma non si sono fermati. Persino poter mandare in onda il film è stato un problema per gli ostacoli che hanno incontrato. E’ vero, la politica deve e può fare molto, ma molto di più, ma quel che la storia di Graziella insegna è che dovete denunciare sempre, andando fino in fondo, senza mai abbassare la guardia”.

E se la “politica”, come ha sottolineato Ardizzone deve riprendere la responsabilità del suo ruolo fino in fondo senza abdicare, è stato il sostituto procuratore Sebastiano Ardita ad invitare i giovani a costruire un futuro “seguendo esempi come quelli di Graziella e dei fratelli. Chi ricopre un ruolo pubblico deve voler solo servire senza trarre vantaggi personali, seguite chi è un modello sano”. Ardita, che da più di due anni è in riva allo Stretto ha poi aggiunto: “mai pensato che in Sicilia esistano province “babbe”. Quando ero a Siracusa ed era in corso un processo per mafia ricordo che lungo tutto il percorso dall’aula bunker fino al casello erano stati sistemati cartelli segnaletici con la scritta “tritolo”. A Messina ho trovato giovani che mi piacciono, che scendono in piazza per i loro ideali. A loro dico, impegnatevi e seguite esempi come quelli di Piero e Pasquale”.

Già,i due fratelli che nei giorni della morte di Graziella ed in quelli del primo processo venivano presi per “pazzi”, perché cercavano la verità e non si rassegnavano alla bugia di una sorella uccisa dopo la fuitina.

“Piero e Pasquale erano pazzi se andavano ad indagare visto che nessuno lo faceva- ha detto Daniele Zuccarello- Ci vogliono tutti con la bocca chiusa, o come le tre scimmiette. La mafia è un modo di essere, un comportamento e Messina è come Roma, non illudiamoci che quanto state leggendo accade in un posto lontano. Messina è come Roma solo che ci sono meno soldi, ma il malaffare c’è. Io sono già stato ascoltato dal dottor Ardita e temo lo sarò ancora, ma quello che voglio dire ai ragazzi è non giriamoci mai dall’altro lato e diffidate di chi dice: chi te lo fa fare”.

Al Palacultura si è riunita la “Grande Famiglia di Graziella”, perché le parole cuore e anima di Maurizio Marchetti e Maria Serao (che ha anche letto brani dal libro Storia di Graziella Campagna uccisa dalla mafia) hanno commosso, l’invito dell’autore di fumetti Lelio Bonaccorso a non smettere di credere nei propri sogni ha scaldato gli studenti e poi a mettere adrenalina e a far scrosciare gli applausi è stato Beppe Fiorello, via Skype: “E’ come se fosse la mia famiglia, perché Graziella ha la forza di mettere insieme le persone. Ci hanno insegnato che quando tutti sono colpevoli nessuno è colpevole. Io vi dico, non nascondetevi dietro i colpevoli, denunciate anche se si tratta del vostro vicino di casa, di vostro fratello, solo così si può cambiare. Non bastano più le parole di sdegno perché ci hanno tolto anche il diritto di sceglierci chi ci rappresenta. E’ difficile parlare di senso individuale di responsabilità, ma il cambiamento deve iniziare da noi”.

A ricordare che c’è un eroe in carne ed ossa ancora vivo, un appuntato dei carabinieri (ancora appuntato nonostante le sue grandi battaglie) di nome Piero Campagna è stato l’avvocato della famiglia, Fabio Repici, senza la cui straordinaria determinazione, non avremmo mai visto la parola giustizia in questa storia: “Non sono state tutte rose e fiori- ha detto- E ho il dovere di dirvelo. Quando questa storia è iniziata Piero e Pasquale non avevano il sostegno di nessuno, tutti pensavano che fosse una battaglia persa e che noi fossimo come i don Chisciotte che combattevano contro i mulini a vento. Ecco perché vi dico che c’è un eroe che ha combattuto contro tutto e tutti ed è ancora vivo e non dobbiamo dimenticare mai quel che ha fatto ed è Piero Campagna”.

In prima fila il sindaco di Rometta, Nicola Merlino, con il vicesindaco Giuseppe La Face. La giunta nell’agosto scorso ha intitolato la stazione di Rometta a Graziella Campagna. Presenti, come ad ogni anniversario, i sindaci di Saponara, Nicola Venuto e Villafranca Matteo De Marco, il generale Calogero Ferlisi, comandante dei vigili urbani di Messina, il colonnello Lerario, comandante del reparto operativo dei Carabinieri, ed ancora don Terenzio e don Bertino.

“Non basta commuoverci- ha tuonato don Luigi Ciotti, fondatore di Libera- Dobbiamo sentire come se avessero sparato anche a noi. C’è bisogno di verità, non è possibile che in Italia non ci sia una strage per la quale si conosca la verità. Non basta commuoversi, dobbiamo muoverci e non essere cittadini a intermittenza, perché le mafie non sono un mondo a parte ma parte di questo mondo.”

Nel 2015, come spiegato da Lelio Bonaccorso, sarà avviato un progetto con il comune di Villafranca che nasce dalla storia di Graziella: “ognuno di voi, deve impegnarsi in quel che gli piace fare e non abbandonare mai i suoi sogni. Volete scrivere, fatelo, suonare, fatelo, ma non arrendetevi e nel ruolo che avrete potrete cambiare la società e le cose.”

Il Movimento Agende Rosse Messina che ha contribuito alla riuscita dell’evento ha realizzato anche lo striscione “Graziella Campagna, la mafia non ha ucciso il tuo ricordo. 12/12/1985-12/12/2014” che i giocatori del Messina hanno portato in campo ad inizio della partita contro il Benevento al San Filippo.

Tra una domanda degli studenti a Fiorello, ed una ai fratelli Campagna, si sono poi aggiunte le testimonianze di Gianluca Manca, fratello di Attilio “da oltre 11 combatto per la verità e non dobbiamo mai stancarci” e del sindaco di Barcellona, Maria Teresa Collica “ognuno può fare tanto nel suo piccolo, anche voi, quando andate in discoteca, chiedetevi di chi è il locale e poi decidete se è davvero il caso entrare o scegliere un luogo migliore. Fatevi domande. Poi, è chiaro, sta a chi rappresenta le istituzioni dare l’esempio e impegnarsi per cambiare fino in fondo senza paure e con grande senso di responsabilità”.

A tirare le fila con una vera e propria staffilata al cuore è stato Maurizio Marchetti: “ragazzi chiedetevi perché vi abbiamo voluto qui, non è per farvi stare in giro alcune ore. No, vi stiamo raccontando storie di chi aveva un fratello, una sorella, come voi, persone normali, e che sono state uccise dalla mafia. E’ la paura il sentimento peggiore, quello che punta a dirvi: ma chi ve lo fa fare. Voi non dovete avere paura”.

E se Maria Serrao “ormai mi sento una della famiglia di Graziella” ha aperto la manifestazione leggendo brani del libro, ha concluso con il capitolo del ritrovamento di Graziella a Forte Campone: “sai che sei a un bivio: o impazzire e percorrere le mille vie del dolore oppure alzarti e decidere che da quell’istante inizia il viaggio della verità, qualunque essa sia. E quel sabato pomeriggio chinato sul mio sangue, con la forza che solo la disperazione sa inventare ti sei alzato e hai iniziato il cammino più doloroso della tua vita”.

29 anni dopo Piero, Pasquale, e la grande famiglia di Graziella camminano insieme perché la strada è ancora lunga e piena di insidie.

Rosaria Brancato

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