Il trekking tra Madonie e Nebrodi sulle tracce della banda maurina. Storici del mezzogiorno aL lavoro per una rilettura del brigantaggio. Il progetto
In Sicilia c’è un percorso tra le montagne lungo strade battute da millenni, un percorso che attraversa ed è attraversato dalla storia. È il cammino tra San Mauro di Castelverde e Cesarò, dal cuore delle Madonie a quello dei Nebrodi. Un cammino oggi diventato anche percorso trekking per esperti, in grado di regalare paesaggi mozzafiato tra le montagne siciliane, i boschi dei Nebrodi, scorci di vita rurale autentica scevra dal folklore. E che riecheggia di storie di banditi, battaglie, leggende.
La guida e il progetto di 10 università italiane

È il cammino storico dei briganti, che ricalca la strada della banda maurina, ovvero la banda dei briganti di San Mauro Castelverde, protagonista della storia della Sicilia post unitaria. Oggi i briganti siciliani sono al centro di un lavoro di approfondimento storico portato avanti da 10 università del sud Italia. Nell’isola ad occuparsene è l’ateneo catanese dove il professor Vincenzo Asero, insieme allo storico Giovanni Nicolosi, hanno pubblicato la guida del cammino della banda maurina.
Il percorso

Si tratta di un percorso di circa 105 km, da San Mauro a Cesarò appunto, che era anche la principale via di collegamento attraverso la quale i briganti tenevano sotto controllo le province di Messina, Palermo ed Enna. Un percorso in tappe da 20 km al giorno per 5 giorni accessibile soltanto ai camminatori esperti, perché contempla dislivelli di rilievo.
Tra alberi secolari e manieri affascinanti
Il cammino è faticoso ma le emozioni sono tante perché si inoltra nella bellezza di due parchi, quello delle Madonie e dei Nebrodi, permette di conoscere i borghi di San Mauro, Gangi e l’affascinante Sperlinga. Si inoltra nel maniero di Sperlinga e, attraverso Nicosia, capitale dell’antica Sicilia agricola, arriva a Capizzi e termina a Cesarò. Lungo la strada è possibile ammirare un ulivo censito che ha oltre 2 mila anni, nelle campagne di San Mauro, mentre nella vallata del fiume Pollina ci si imbatte di un frassino di manna che ha circa 1500 anni.
Il cammino dei briganti

Il cammino è legato ad antiche leggende di tesori, come quella della Truvatura. Ovvero il ritrovamento, nella località Piscia Poerte, di antiche monete greche, a testimoniare che la strada era già utilizzata in epoca greca e che San Mauro era avamposto siciliano già allora. La strada oggi è attraversata da pochi pastori, appassionati di trekking e turisti ma in passato era la principale via di collegamento dell’isola, era la via del grano che dall’entroterra arrivava ad Alesa, oggi Tusa.
La dorsale del grano
Da qui le navi romane imbarcavo il grano siciliano, come racconta Cicerone delle Verrine. Lungo lo stesso cammino gli storici ritrovano le tracce de passaggio di Federico II prima e di Carlo V poi, che soggiornò a Nicosia, durante il sopralluogo nei possedimenti siciliani. Ed è lungo questa dorsale, a Sperlinga, che il fotografo Robert Capa immortalò il contadino che col bastone indica il rifugio dei tedeschi, regalando l’immagine forse più iconica della Seconda Guerra Mondiale.
Le gesta dei briganti

È nella dorsale a cavallo tra Madonie e Nebrodi, ancora, che si combattè lo scontro, fisico e sui giornali, tra la banda maurina e la famiglia Leanza, storici campieri di Cesarò, che alla fine dell’800 se le mandarono a dire anche attraverso le pagine del Giornale di Sicilia, con inserzioni a pagamento costate 5 mila lire.
