cronaca

A che serviva l’arsenale di Giostra? S’indaga sui nuovi equilibri della mafia a Messina

MESSINA – Ha tenuto la bocca chiusa Giuseppe Spadaro, il ventinovenne arrestato a Giostra dalla Polizia qualche giorno fa dopo la scoperta di un vero e proprio arsenale e di una grossa quantità di droga, in un appartamento di cui aveva le chiavi addosso. Il giovane, accompagnato dagli avvocati Salvatore Silvestro e Alessandro Trovato, ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere, tacendo alle domande del giudice per le indagini preliminari, che ha confermato per lui il carcere.

Le armi pronte per essere usate

Con Spadaro dietro le sbarre e “muto” le indagini però non si fermano. Quel che hanno trovato nel locale in ristrutturazione, infatti, fa pensare molto agli investigatori: 3 chili di cocaina, 16 chili di marijuana, cinque pistole e un fucile a canne mozze e tante munizioni sono un grosso “carico” certo non ascrivibile ad una sola persona. Tutte le armi erano per altro perfettamente oliate e funzionanti, pronte per essere adoperate.

Le nuove leve della mafia

Il sospetto è che, con i capi storici in carcere e le pesanti condanne quasi definitive, negli equilibri dei gruppi criminali cittadini ci sia un cambio, o un tentativo di cambio, della guardia in atto, con le nuove leve pronte a farsi strada. E a prendere il controllo dei business criminali, a cominciare dalle estorsioni.

Proprio a fine estate sono tanti gli episodi che fanno pensare. Dalla gambizzazione di Nunnari sul viale Europa ai raid estorsivi contro i negozi della zona centro nord, come gli ultimi in via Palermo. A lavoro ci sono gli agenti della Squadra Mobile e dell’Anticrimine della Questura di Messina.