"Pizzo Free", a Messina inizia la campagna per il consumo critico "pago chi non paga"

“Pizzo Free”, a Messina inizia la campagna per il consumo critico “pago chi non paga”

Rosaria Brancato

“Pizzo Free”, a Messina inizia la campagna per il consumo critico “pago chi non paga”

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giovedì 31 Ottobre 2013 - 14:37

Inizia anche a Messina la campagna di Addiopizzo "Pago chi non paga". Presentata alla stampa la Commissione di garanzia del consumo critico che vaglierà le istanze di commercianti, imprenditori, aziende, liberi professionisti che vorranno esporre il simbolo "Pizzo Free". Entro Natale sarà resa nota la prima lista.

A volte, comprare il pane può essere un gesto antimafia. Nasce da questa azione, frutto di una reale responsabilità individuale, la battaglia di Addiopizzo in tutta la Sicilia. Senza essere eroi possiamo dare il nostro contributo alla lotta antimafia con il più semplice e quotidiano dei gesti, l’acquisto. Comprare il pane, piuttosto che le scarpe, l’appartamento, le mozzarelle o un computer, l’auto o una messa in piega diventa un gesto antimafia se ti rivolgi ad un commerciante, un imprenditore, un libero professionista, un’azienda, una società PIZZOFREE.

Dopo le esperienze di Palermo e Catania la campagna “pago chi non paga” è arrivata a Messina ed è rivolta sia ai consumatori che agli imprenditori, che da oggi possono presentare le richieste per aderire, istanze che saranno vagliate da una Commissione di garanzia per il consumo critico presentata questa mattina alla stampa. I componenti sono personalità da sempre impegnate nella lotta alla mafia, autorevoli nomi nell’antiracket nazionale, giornalisti, parenti di vittime di mafia, studiosi, sindacalisti ed operatori sociali. Ecco i nomi:

Don Terenzio Pastore – Presidente probiviri di Addiopizzo Messina, Pippo Scandurra – Presidente FAI (Federazione delle Associazioni Antiracket Italiane), Enrico Pistorino – Presidente del Comitato Addiopizzo Messina, Tano Grasso – Presidente onorario FAI, Enrico Interdonato – Psicologo, Addiopizzo Messina, Pasquale Casale – Presidente ASAM (Associaione Antiracket Messina), Clelia Fiore – Progetto PON Sicurezza Ministero dell’Interno, Gianluca Manca – fratello di Attilio Manca, Domenico Carzo – sociologo, docente Università di Messina, Nuccio Anselmo – giornalista esperto di mafia, Pasquale Campagna – fratello di Graziella Campagna, Angela Sturiale – Arcidiocesi di Messina Lipari S. Lucia del Mela, progetto Policoro, Salvatore Zanghì – ex Squadra Mobile Polizia, Enzo Caccamo – Dipartimento Legalità CGIL.

Da subito la Commissione di garanzia sarà al lavoro per vagliare le istanze (molte delle quali già pervenute) di imprenditori, commercianti e liberi professionisti che intendono aderire alla campagna di consumo critico “pago chi non paga”. Entro le prossime feste di Natale sarà resa nota la prima lista “pizzo free”, che naturalmente resterà sempre aperta a nuovi iscritti. Chi aderisce, sottoscrivendo la campagna, può esporre il logo del consumo critico, appunto “Pizzo Free”, un messaggio inequivocabile sia per la mafia che per chi, da semplice cittadino-consumatore, potrà decidere, pubblicamente da che parte stare. Lo scorso 29 agosto, nell’anniversario dell’uccisione di Libero Grassi, Addiopizzo ha pubblicato la prima lista dei cittadini-consumatori (composta da 872 persone) che si impegnano a fare i loro acquisti sostenendo quegli esercizi commerciali che hanno denunciato o che si impegnano a farlo in caso di richieste estorsive.

“La lotta alla mafia deve essere un fatto di popolo, non qualcosa per i soli addetti ai lavori- ha spiegato Enrico Pistorino- Ci sono pochissimi giocatori in campo e tanti spettatori sugli spalti a guardare. Noi speriamo che quegli spettatori scendano in campo accanto a chi si impegna a stare contro il racket”.

Come sottolinea Pasquale Casale “Noi imprenditori ci mettiamo la faccia, rischiamo in prima persona, pubblicamente”. Già da tempo numerosi commercianti sia in città che in provincia hanno chiesto di potere aderire alla campagna, come spiega Clelia Fiore, ex assessore alla legalitàE’ un impegno che punta anche alla prevenzione, perché il nostro obiettivo è far sì che sempre meno imprenditori debbano dover denunciare il racket”. Quel simbolo in vetrina “pizzo free”, quel “pago chi non paga” è non solo la “faccia” di chi non vuole vivere nella paura, ma anche un deterrente per il racket. Il nostro piccolissimo apporto, come consumatori, è non lasciarli soli.

“Siamo certi che a Messina accadrà quanto già avvenuto a Palermo e Catania- commenta Pippo Scandurra, presidente nazionale della Federazione antiracket- Il 22, 23, 24 novembre abbiamo organizzato la Prima Fiera della legalità e dell’antiracket. La scelta della sede non è stata un caso, sarà Barcellona, dove ci sono segnali fortissimi in direzione di un cambiamento voluto da tutti”.

Nella tre giorni dell’antiracket nazionale ci saranno stand con imprenditori, società, aziende, commercianti provenienti da ogni regione, centinaia di piccole e grandi storie di “NO” al pizzo, no pagati mettendo a repentaglio non solo la propria vita ma la stessa sopravvivenza economica dell’azienda. A Barcellona, per un’iniziativa voluta sia dalla Federazione antiracket che dal Ministero dell’Interno e da Confindustria Sicilia, saranno presenti anche i testimoni di giustizia.

“Ci saranno i vivaisti di Mazzarrà Sant’Andrea, Terme Vigliatore, Milazzo, i ceramisti, le aziende che fanno i presepi a Napoli- continua Scandurra- i grandi imprenditori ed i piccoli commercianti che hanno il coraggio di alzare la testa e testimoniare anche in Tribunale i loro aguzzini, ma hanno bisogno di tutti noi. Senza il consumo critico continueranno a restare da soli. Libera vende i prodotti delle terre confiscate alla mafia, noi stiamo puntando ad un accordo che riguarda anche la tutela di quei prodotti di quanti si sono opposti al racket”.

Una sorta di “marchio doc” che tra l’altro diventa anche conveniente. Troppo spesso dimentichiamo che i costi del pizzo li paghiamo anche noi consumatori. Un’economia piegata alla mafia fa pagare a chi compra anche il sovraprezzo del racket e dell’usura. Per questo acquistare anche solo un filoncino di pane da chi espone il simbolo pizzo free.

Rosaria Brancato

Un commento

  1. Bella iniziativa!!
    Peccato che solo un modo per uscire sui giornali e rilasciare qualche intervista.
    Se pensate che mi sbagli il tempo sarà galantuo.

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