Aeroporto dello Stretto: a che punto siamo?

Aeroporto dello Stretto: a che punto siamo?

elisabetta marciano

Aeroporto dello Stretto: a che punto siamo?

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domenica 04 Aprile 2021 - 07:30

"I milioni (25) ad esso destinati, da un emendamento al bilancio dello Stato di due anni fa, siamo sicuri bastino per il suo rilancio?

“La task force per l’Aeroporto di Reggio Calabria, svilita dall’inerzia amministrativa del Comune e della Città Metropolitana, c’è da chiedersi se ha motivo di esistere atteso che manca un confronto e soprattutto un’agenda di indirizzo e di supporto tra le parti. Per non parlare dell’inconcepibile ‘silenzio’ della società di gestione SACAL, il cui piano industriale per l’infrastruttura non è ancora stato ‘lanciato’.” Sono le perplessità di Rosy Perrone Segr. Prov. CISL e Domenico Giordano Segr. Prov. FIT – CISL

Un disegno più ampio

I nostri appelli, di programmare una strategia di ampio respiro, caduti nel vuoto – continuano – diventano ancora più allarmanti adesso, che la pandemia Covid, ha ulteriormente limitato il traffico aereo. Siamo convinti servano idee e management all’altezza della sfida di sviluppo di cui necessita l’Aeroporto di Reggio Calabria. I milioni (25) ad esso destinati, da un emendamento al bilancio dello Stato di due anni fa, siamo sicuri bastino per il suo rilancio? Se non si elabora un disegno che coinvolga le compagnie di bandiera e altre società che hanno intenzione – senza trattative a rialzo – di far atterrare gli aerei in riva allo Stretto, pensiamo di NO!”

Pericolosi luoghi comuni

Inoltre risulta indispensabile, scongiurare le strumentalizzazioni montate ad arte, anche con luoghi comuni, o addirittura da talune compagnie di aviazione, secondo cui le restrizioni del ‘Tito Minniti’ rappresentano un motivo insormontabile per la sua effettiva ripresa. Niente di più falso. La restrizione riguarda, considerata l’orografia del territorio e dell’aeroporto, con un raggio di virata molto stretto, il sistema di atterraggio, per cui sono richieste abilitazioni di piloti ed equipaggio che alcune compagnie (e sulle quali Sacal erroneamente insiste) non possiedono.”

Un progetto valido

Senza entrare nel merito tecnico che non ci compete ad oggi non chiediamo voli pindarici ma, servizi essenziali, periodicità, sicurezza e una visione di ampio respiro per far decollare l’aeroporto Tito Minniti. Intavolando trattative con le compagnie che hanno a disposizione vettori ed equipaggi idonei ad atterrare a Reggio Calabria e soprattutto disposti a garantire almeno due voli giornalieri. Infine occorrerebbe saper spendere bene i suddetti 25 milioni, per rendere funzionale e attrattivo lo scalo.”

Il piano regolatore?

Prima, si faccia, si discuta e si approvi il piano regolatore per l’Aeroporto, per modellare interventi previsti per la riqualificazione e messa in sicurezza dello scalo. Perché il piano regolatore dell’Aeroporto, anni
fa pagato dalla comunità e prodotto da Sistematica, oggi SALE (società che gestisce l’Aeroporto di Venezia), non si sa che fine abbia fatto!”

Interventi e disagi

E per entrare nel merito delle schede progetto previste da SACAL, c’è da appuntare che al netto del necessario rifacimento del sistema di illuminazione notturno, gli interventi diversificati all’ interno dell’aerostazione, con i rispettivi appalti, rischierebbero di produrre ingenti ritardi e soprattutto disagi agli utenti e ai servizi dell’aeroporto stesso. Per non parlare degli interventi previsti sulla pista: sarebbe un errore gravissimo intervenire su una pista invidiata da tutti gli aeroporti d’Italia; è in ottime condizioni, non è usurata, anzi, gode di un ottimo coefficiente di frenata. Sarebbero soldi buttati.

Le nostre proposte

“Piuttosto si intervenga su l’allargamento dei piazzali, sul miglioramento delle vie di rullaggio, sull’ eliminazione di ostacoli alla navigazione, e si preveda la possibilità di manufatti e aree da destinare alle attività produttive. Non di minor importanza sarebbe un ulteriore miglioramento delle procedure strumentali sull’aeroporto e l’ampliamento e riqualificazione dell’area parcheggi. Insomma sono queste le idee che la Cisl Metropolitana mette in campo per dare un nuovo volto all’Aeroporto di Reggio Calabria. Infrastruttura che avrebbe dovuto essere accompagnata e seguita da politiche territoriali forti, convinte e lungimiranti. Invece è costretta ad arrancare nell’incapacità della classe dirigente locale, incapace di darle una visione di sviluppo.”

Il punto di Tilde Minasi

“A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca. Credo che questa sia la sintesi perfetta per descrivere le ultime notizie inerenti la politica della Sacal nei confronti dell’aeroporto di Lamezia Terme, mentre niente sembra muoversi sul fronte Reggio Calabria. Novità sulle tratte, compagnie che arrivano, entusiasmo per il neo inaugurato collegamento con Parma dallo scalo lametino ed entusiasmo per la previsione di un nuovo terminal passeggeri, e quindi di una nuova aerostazione.

E il Tito Minniti?

Giulio De Metrio, presidente della società di gestione dei tre, e si sottolinea tre, scali regionali, e che abbiamo accolto con entusiasmo al suo arrivo in
Calabria per il curriculum vantato e per le competenze, parla di “piano industriale, di progetti, di un sistema di tre aeroporti che dovranno crescere secondo la propria vocazione, secondo il bacino di traffico”. Poiché parole e dichiarazioni d’intenti ne abbiamo ascoltate tante, ci spieghi, il presidente, a chiare lettere, come la Sacal intende agire per il rilancio del nostro scalo.

Situazione attuale

Noi registriamo solo un decremento inesorabile di passeggeri e di voli. I due collegamenti rimasti, cioè Roma e Milano, sono proposti ad orari poco interessanti sia per i pendolari, che regolarmente rientrano a Reggio nel week-end e devono sacrificare ferie e permessi per riuscirci, sia per i professionisti che vorrebbero raggiungere le due città per poi ritornare in riva allo Stretto nella stessa giornata. Situazione drammatica cui si unisce
anche la recente inaugurazione del tratto ferroviario Messina – Fontanarossa con la totale perdita di quei pochi utenti messinesi che continuavano a servirsi del Minniti.

La prossima estate

Un copione che sembra resterà immutato persino durante l’imminente stagione estiva, che già si preannuncia difficile per le note problematiche legate alla pandemia cui si assocerà, di fatto, l’irraggiungibilità del nostro territorio. Può una città metropolitana che, insieme alla dirimpettaia Messina, potrebbe intercettare un importante flusso di passeggeri ed essere uno snodo significativo per poter far conoscere le bellezze delle sue coste e del suo entroterra, essere mortificata e trattata come un’area marginale?

“Chiediamo spiegazioni”

E’ inaccettabile. La Sacal, tramite il suo presidente, deve chiarire in modo netto e percepibile quali iter sta perseguendo per non rischiare il collasso definitivo dell’aeroporto dello Stretto, deve spiegare come e, soprattutto, quando saranno spesi i finanziamenti, e deve rassicurare sul fatto che l’apertura dei cantieri non sia il preludio ad una chiusura sine die. Non si trinceri dietro un ipotetico futuro di crescita al quale, onestamente, con le attuali premesse è impossibile credere, anche al netto della situazione che interessa Alitalia, vicina ad una ristrutturazione ed unica compagnia adesso presente al Tito Minniti. Ci dica De Metrio cosa vorrà fare in tal senso, dal momento che la sofferenza della compagnia di bandiera è conosciuta da
tempo.

Pressioni al ministero

Non vorremmo dover far riecheggiare mere questioni campanilistiche,
sebbene certi atteggiamenti ci indirizzano proprio ad immaginare che determinate decisioni siano assunte non pro scalo lametino, ma contro quello di Reggio Calabria! Per quanto mi riguarda farò pressione sul viceministro alle infrastrutture e trasporti Alessandro Morelli affinché la situazione dell’aeroporto venga annoverata tra le urgenze non più procrastinabili.

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Un commento

  1. CHIUDETELO…..!!!

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