Aggressione al comandante Giardina, gli ambulanti: "L'avi cu nui"

Aggressione al comandante Giardina, gli ambulanti: “L’avi cu nui”

Alessandra Serio

Aggressione al comandante Giardina, gli ambulanti: “L’avi cu nui”

lunedì 30 Ottobre 2023 - 17:25

Interrogati padre e figlio: chiedono la liberazione e parlano di "accanimento" nei loro confronti da parte del capo della Metropolitana

MESSINA – Confermano tutto Salvatore Centorrino e il figlio Carmelo, gli ambulanti arrestati per avere aggredito e malmenato il comandante della Polizia Metropolitana Giovanni Giardina. Interrogati dal giudice per le indagini preliminari Monia De Francesco, i due hanno scelto di parlare, spiegando di essersi sentiti provocati dal comandante. Da qui la reazione.

L’aggressione

A “cominciare” sarebbe stato il figlio 19enne, quando Giardina ha strattonato il padre 40enne, spingendolo fuori dall’abitacolo del furgone. Poi l‘aggressione, con una pinza, dello stesso padre. I due, che vendevano castagne con un furgone, erano stati già “sloggiati” poco prima dalla loro postazione da Giardina, che aveva applicato il nastro rosso. Ma erano tornati a vendere la merce quasi nello stesso posto. Da qui il ritorno del comandante, e la “rissa” che ha lasciato Giardina esanime sull’asfalto.

La versione degli ambulanti

Accompagnati dal difensore, l’avvocato Filippo Pagano, i due hanno insomma confermato la versione resa quando si sono costituiti alla Polizia, la stessa sera del fatto, parlando di un “accanimento” del comandante nei loro confronti. Il difensore chiede al giudice la liberazione dei suoi clienti, entrambi ai domiciliari, ed ha già depositato ricorso anche al Tribunale del Riesame.

L’intervento contestato

Il legale parla della possibilità che nei confronti di Giardina si possa ravvisare una sorta di abuso di autorità e mette in dubbio le stesse violazioni amministrative contestate dalla Polizia ai due ambulanti, fermati qualche giorno prima sempre con la stessa merce ma sanzionati in maniera del tutto diversa, rispetto all’intervento finito in aggressione.

6 commenti

  1. Se fossero in regola non avrebbero motivo di allarmarsi, come tanti altri che le tasse le pagano

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  2. In questo paese disgraziato tutti pensano di poter fare come vogliono (quanti danni ha fatto il Caimano), per poi lamentarsi della mancanza dei servizi essenziali.
    In Italia le tasse le pagano pensionati e dipendenti pubblici con il risultato che ogni anno ci sono 100 mld di sommerso (3 finanziarie) senza considerare il debito pubblico italiano.
    Mettetevi in regola e PAGATE le tasse, state rubando il futuro delle nuove generazioni.

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  3. Legalità, aggressione e tante altre cose non si discutono. Sono alla base della civiltà, e non solo di quella. Per quanto i legali debbano fare il proprio lavoro, nel racconto dei due ambulanti ci sono dinamiche che andrebbero seriamente valutate.

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  4. QUALUNQUE eventuale comportamento non giustifica l’aggressione ad un altro uomo, per di più in divisa. Smettiamola gente, questi sono episodi gravissimi. Revocategli per sempre la licenza.

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  5. Che loro non potessero stare lì, è palese ed indiscutibile… ma è anche vero che vigili e forze dell’ordine in generale vanno a volte a sanzionare solo le attività (abusive e non) che “preferiscono”, tanti altri fanno finta di non vederli e di non saperne niente… soprattutto quando “non gli conviene”!

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  6. Sig. Lillo prima di revocarla la licenza dovrebbero averla.

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