La provocazione autonomista: eliminiamo la commissione provinciale per le pari opportunità

La provocazione autonomista: eliminiamo la commissione provinciale per le pari opportunità

La provocazione autonomista: eliminiamo la commissione provinciale per le pari opportunità

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martedì 25 Ottobre 2011 - 00:05

Il capogruppo dell’Mpa, Roberto Cerreti, contesta le scarse risorse affidate all’organo, insufficienti al raggiungimento degli obiettivi previsti. Scarso il dialogo con il consiglio provinciale. Un appello alle componenti: dimettetivi

Ha utilità una commissione provinciale per le pari opportunità con funzionalità ridotte e poche possibilità di realizzare iniziative? A chiederselo è il capogruppo dell’Mpa alla Provincia, Roberto Cerreti. L’autonomista, non nuovo a sortite provocatorie, propone il gesto “estremo” del’eliminazione della commissione, così da evitare lo sperperare delle poche finanze assegnate al suddetto organo consiliare, inutili per il raggiungimento dei reali obbiettivi regolamentari previsti.

Veniamo ai problemi. «Sciaguratamente ed in parte inconsapevolmente, ci siamo ritrovati ,dal rinnovo della commissione provinciale ad oggi, ad assistere ad un lavoro raffazzonato ed evidentemente non concordato con la Presidenza del Consiglio e con le forze politiche presenti a Palazzo dei Leoni, considerato che alcun rappresentante istituzionale né in fase di bilancio previsionale né tanto meno durante il corso degli anni, ha rappresentato l’esigenza di potenziare o rendere più efficace l’attività dell’organo consiliare – scrive Cerreti -. Da qui le motivazioni che hanno portato, tra l’altro, la commissione per le pari opportunità ha convocarsi sempre con meno assiduità, anche in considerazione della scarsa ed inadeguata disponibilità di risorse affidate nel P.E.G. dall’Amministrazione per l’attività della commissione, appena € 20.000 l’anno, cifra che non basta nemmeno a coprire il 20% delle sedute previste nell’apposito regolamento consiliare».

I fini istitutivi della commissione, con la realizzazione dei tanto famosi e discussi sportelli provinciali per le pari opportunità, non sono mai stati realizzati.«Valutando i tanti tagli fatti in passato in virtù della necessità di risparmiare finanze pubbliche, come l’eliminazione dell’importante figura di garanzia sociale del difensore civico che avrebbe dovuto far risparmiare circa € 60.000 alle casse provinciali, risparmio in verità parzialmente avvenuto in considerazione della consequenziale legittimazione statutaria del collegio di difesa e del suo ampliamento in termini di componenti, – continua Cerreti – il mio invito a riflettere sull’opportunità di attivare l’iter amministrativo atto all’eliminazione della commissione».

Intanto sono diverse le lamentele delle componenti della commissione, per nulla contente dell’impossibilità data loro di riunirsi ed avere adeguate risorse per programmare un’attività seria e produttiva per il territorio provinciale. Cerreti ha un invito anche per loro: dimettersi immediatamente dai ruoli di componenti della commissione per le pari opportunità. «Così da dar seguito alla reale volontà dell’amministrazione provinciale – conclude -, di non incentivare il settore delle pari opportunità, così come dimostra anche la scarsa disponibilità di risorse assegnate all’assessore provinciale con delega per le pari opportunità Maria Perrone».

Un commento

  1. Ma quale “provocazione”???
    Se prima o poi le Provincie dovranno sparire o quanto meno dovranno essere ridimensionate, incominciamo FIN DA SUBITO con queste INUTILI commissioni, buone solo a “sperperare” denaro pubblico.
    Domanda: a quanto ammonta il gettone di presenza di ogni rappresentante di questa commissione?
    Domandona: quali sono i “requisiti” per accedervi? Parlo più chiaramente:Può accedervi chiunque o bisogna essere “nominati” da partiti/sindacati?
    Si attende cortese risposta.
    Grazie

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