Amanda Sandrelli è Lisistrata. 2500 anni portati benissimo nell’allestimento di Ugo Chiti

Amanda Sandrelli è Lisistrata. 2500 anni portati benissimo nell’allestimento di Ugo Chiti

Emanuela Giorgianni

Amanda Sandrelli è Lisistrata. 2500 anni portati benissimo nell’allestimento di Ugo Chiti

sabato 11 Febbraio 2023 - 10:45

Ugo Chiti e la compagnia Arca Azzurra portano Lisistrata al Teatro Vittorio Emanuele, mostrandola in tutta la sua modernità

Lisistrata mette in ridicolo, ormai da quasi 2500 anni, le stupidità e le piccolezze degli uomini, la loro vanità arrogante, il loro vuoto orgoglio.

L’opera di Aristofane debutta nel 411 a.c., nel teatro di Dioniso ai piedi dell’Acropoli di Atene. Da allora, nella sua satira pungente, si fa strumento di denuncia dell’insensatezza di una violenza, purtroppo, sempre attuale.

La Lisistrata di Chiti

Mai come adesso, però, nell’allestimento di Ugo Chiti, Lisistrata si rivela nella sua schiacciante attualità che parla di guerra, di pace e di donne, della loro forza contro un becero maschilismo. “Lisistrata si porta benissimo i suoi 2500 anni” riflette la sua protagonista Amanda Sandrelli, capace di dar vita ad un personaggio nuovo e al tempo stesso estremamente fedele all’originale.

Il modernissimo meccanismo teatrale messo in scena dalla compagnia Arca Azzurra e Ugo Chiti – che rinnovano la loro più che trentennale collaborazione – conquista il Teatro Vittorio Emanuele di Messina.

La farsa, dove molto si ride e altrettanto si riflette, è quella classica. Le donne, guidate da Lisistrata (nomen omen “scioglitrice di eserciti”), per fermare i massacri della logorante guerra del Peloponneso, decidono di smettere di concedersi ai propri mariti o amanti. 

Il loro piano le porta addirittura ad occupare l’Acropoli. L’astuta strategia mette in ridicolo il predominio di quella legge del più forte – che è in realtà più debole – e la vergognosa pretesa che sia la violenza l’unico mezzo per risolvere i conflitti. D’altronde, come dichiarano le protagoniste: “Il mondo in mano agli uomini? Due passi ogni 3 secoli… ma esagerando!”

Con la loro “lesa maestà all’onore degli uomini”, Lisistrata e le sue compagne mostrano una possibilità altra, di vera forza, quella che risiede nell’umanità, per la difesa di una pace che ci rende tutti uguali.

Rispettosa modernità

Ugo Chiti – la cui cifra distintiva da sempre è il lavoro sul linguaggio – reinterpreta il testo classico di Aristofane con occhio contemporaneo ma rispettoso dell’originale, rileggendo le parti più lontane dal nostro tempo e valorizzando quelle che, invece, si rivelano nella loro eterna attualità. Dona forza all’opera – che ha da sempre sconvolto per la sua modernità – con un testo brillante, dal linguaggio brioso e pungente. 

Lisistrata è sboccata, coerentemente al testo, ma raramente risulta volgare, è diretta ma non di cattivo gusto. Descritta come un Generale (le altre donne la chiamano così), si pone in un continuo confronto ideale ed effettivo con la figura del Commissario. Il Commissario, con i suoi toni forzati e gli atteggiamenti studiati, è emblema del maschile che la pièce descrive e ridicolizza. Questo modo di fare, cui si aggiunge un abbigliamento militare ben preciso (e una certa somiglianza a Benito Mussolini), con un salto temporale, ci portano all’interno di un’atmosfera che sembrerebbe ricordare quella fascista, senza tradire mai, però, l’originario contesto di appartenenza. Lisistrata è completamente diversa dal Commissario, nel suo essere profondamente donna, tiene sì il controllo della situazione, si erge a stratega, ma resta sempre spontanea, leggera, divertente. Esattamente così come è, risulta più forte e coraggiosa del Commissario (e di chi come lui); è più forte per quel vigore degli ideali in cui crede, per la voglia di difendere chi è più debole, per la fiducia -anche utopica – nella possibilità di cambiare le cose, non arrendendosi mai dinanzi a un’ingiustizia. 

Al suo fianco, tutti gli interpreti danno forza ad una narrazione che supera i confini tra palco e platea e investe il pubblico. Le voci delle donne in particolare, linfa della storia come della sua rappresentazione – tra le quali una perfetta Lucianna De Falco nel ruolo di Spartana – si intrecciano perfettamente, avanzano all’unisono, travolgendoci con la loro leggerezza, con la loro astuzia, e con la loro capacità di legarsi solidariamente, insegnandoci un valore che stiamo ancora imparando a fare nostro.

Armonia di distinti

La Lisistrata di Chiti è un insieme di contrapposizioni che si fondono elegantemente, in un’armonia di distinti dal forte impatto scenico ed emotivo. Leggera ma poetica, profonda nella sua ironia, paradossale e così realistica al tempo stesso, utilizza i suoi continui doppi sensi per svelare le nefandezze umane e la loro razionalità così irragionevole. Racconta di donne, di maschilismo e femminismo, guerre e pace, ci regala il dono potente e indimenticabile di una risata di denuncia. Una risata capace di farci riflettere, di farci aprire gli occhi su quanto possa essere banale il male, ridicola la violenza e sprovveduto l’orgoglio. Consapevolezze che dovrebbero essere ormai radicate, quasi banali appunto, ma che risulta invece ancora estremamente necessario riconoscere, più che mai nella tragicità di questo tempo a noi contemporaneo che, evidentemente, dal passato non ha imparato nulla.

Perciò, risuonano le parole di Lisistrata: “Donne, c’è da rimettere a posto il mondo, e tocca a noi!”

LISISTRATA

di Aristofane

con Amanda Sandrelli

e con Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci, Gabriele Giaffreda, Elisa Proietti

e Lucianna De Falco nel ruolo di Spartana

scene Sergio Mariotti

costumi Giuliana Colzi

luci Marco Messeri

musiche Vanni Cassori

adattamento e regia Ugo Chiti

produzione Arca Azzurra

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