Presentato giorno 13 luglio, a Palermo, il risultato dei campionamenti sullo stato di salute del mare Siciliano, effettuati dalla famosa Goletta Verde di Legambiente.
Goletta Verde, la famosa imbarcazione dell'associazione Legambiente, tra il 4 e l' 8 luglio 2017, ha visitato i mari della Sicilia, col consueto scopo di monitorare lo stato di salute del mare siciliano, ma purtroppo, anche quest'anno i risultati che ci ciungono sono tutt'altro che positivi.
Su 25 rilevamenti effettuati, 15 campioni di acqua sono risultati "fortemente inquinati", 2 campioni inquinati ed i restati 8 presentano valori entro il limite. Un po' una sconfitta, soprattutto a livello di immagine, per una Regione che sul turismo e sulla bellezza del suo mare dovrebbe puntare. Nella provincia del messinese, tuttavia, su tre campionamenti effettuati (due nella zona di Barcellona Pozzo di Gotto ed uno a Giardini Naxos) solo il rilevamento che ha interessato la zona del torrente Patrì a Cantone, nel barcellonese, è risultato fortemente inquinato.
Il monitoraggio di Goletta Verde (eseguito dalla squadra di tecnici di Legambiente), che non vuole di certo sostituirsi alle indagini effettuate dagli enti preposti ma vuole configurarsi come una voce in più in capitolo per esaminare la situazione, viene effettuato prendendo in considerazione i punti che vengono individuati come più a "maggior rischio di inquinamento potenziale": foci dei fiumi, torrenti, gli scarichi e i piccoli canali; oppure il rilevamente viene effettuato nelle zone che sono state segnalate a Legambiente tramite il servizio SOS Goletta.
Per le indagini vengono presi in considerazione: la contaminazione batterica (Enterococchi intestinali, Escherichia coli), spesso dovuta all’insufficiente depurazione dei reflui urbani che attraverso i corsi d’acqua e arrivano in mare; e i parametri chimico fisici dell'acqua (temperatura, salinità, acidità e conducibilità). Si considerano come “inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio tali valori.
Ed è proprio la depurazione delle acque di scarico provenienti dalle fogne e dalle industrie, che non vengono accuratamente depurate, il punto critico della nostra Regione, che affligge numerosi tratti di costa. La sfida della depurazione doveva rappresentare una priorità per il rilancio ambientale ed economico della Sicilia, ma i governi regionali che si sono succeduti hanno evidentemente fallito, visto che non si è stato in grado neanche di spendere i soldi che erano disponibili per sistemare gli impianti di depurazione stanziati dal governo(1 miliardo e 300 milioni, ma ne sono utilizzati pochissimi).
"Le segnalazioni che continuano ad arrivarci dai cittadini – dichiara Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia – molte delle quali non siamo riusciti a verificare direttamente, ma che abbiamo subito inoltrato alle autorità preposte, dimostrano che la situazione in tante aree dell’isola è diventata insostenibile, con scarichi che finiscono in mare e rischiano di compromettere ulteriormente la già difficile situazione in cui versa la nostra economia. Sulla sostenibilità ambientale, sulla qualità del mare e delle coste, si gioca una scommessa che la Sicilia deve assolutamente vincere se si vuole garantire un reale futuro ai nostri territori”.
Moltissimi, dunque, sono ancora gli scarichi al mare o nei fiumi, mentre laddove i depuratori ci sono, come quello di Giardini Naxos, questi sono quasi sempre danneggiati, funzionano in modo irregolare, non hanno filtri per il particolato o sono sottodimensionati, così come è sottodimensionata e priva di risorse l'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente (ARPA) su cui ricadono principalmente le responsabilità del non aver vigilato e segnalato queste criticità nei nostri mari.
Non conosco i risultati delle analisi nelle varie località italiane. Forse a Venezia che scarica tutte le fogne a mare, i canali non sono inquinati. alla foce del Pò??? Bisogna vedere i parametri, come e dove viene prelevato il liquido marino da esaminare, se si preleva anche sabbia dal fondo per rilevare presenza di inquinanti pericolosi come la diossina.
I risultati possono influenzare le scelte dei turisti, e quindi muovono notevoli interessi economici. Non mi permetto di dubitare dei risultati di goletta verde. Ricordo che per gli ambientalisti Messina è ultima in Italia come verde pubblico.
In realtà Messina ha notevoli parchi urbani boschivi, lacuali, e tante ville comunali, piazze alberate. Messina è immersa nel verde…