Andrea Padova entusiasma il pubblico del Palacultura

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giovanni francio

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lunedì 15 Aprile 2024 - 07:30

Un appuntamento per la stagione musicale dell'Accademia FIlarmonica

MESSINA -Ritorno assai gradito a Messina, sabato scorso, per la stagione musicale dell’Accademia Filarmonica, del pianista Andrea Padova, già esibitosi più volte a Messina, questa volta interprete di un programma interamente dedicato a Liszt dal titolo “Franz Liszt – Verdi, Wagner, Venezia”.

Il pianista ha dedicato la prima parte del concerto ad alcune trascrizioni di Liszt su opere di Richard Wagner.

Franz Liszt è stato autore di innumerevoli trascrizioni per pianoforte di opere, sinfonie, lied di musicisti a lui contemporanei o antecedenti, e tale meritoria attività, in un’epoca in cui la musica poteva essere ascoltata solo dal vivo, ha contribuito notevolmente alla diffusione della stessa.

Si tratta appunto di trascrizioni, non di fantasie o parafrasi, ove Liszt si è limitato a trascrivere al pianoforte i celebri brani operistici del compositore tedesco.

La prima trascrizione eseguita “Elsa traum” (Il sogno di Elsa) da Lohengrin è un breve brano, ove abbiamo potuto ascoltare uno dei più bei leit motiv dell’opera, presente anche nel Preludio.

Da L’Olandese volante, Padova ha eseguito la trascrizione di due dei brani più famosi, Spinnerlied (Canzone delle filatrici) e la Ballata. Si tratta di due trascrizioni ben riuscite, che rendono godibili i celebri temi, splendidamente eseguite dal pianista, che ha esibito la sua consueta perizia tecnica con grande sicurezza, ma anche la sua raffinatezza interpretativa, ricca di sensibilità, che si è esplicata anche e soprattutto, nel brano eseguito fra le due trascrizioni da “L’Olandese volante”: la meravigliosa aria di Wolfram dal Tannahuser “O du mein holdern abendstern” (O tu, mia bella stella della sera), eseguita con incantevole lirismo.

Ascoltare gli splendidi temi dell’Olandese volante mi ha fatto tornare in mente la strepitosa performance della Gewandhaus di Lipsia al Teatro V.E., nei lontanissimi anni ’80, con grande rammarico, visto che ormai possiamo ascoltare le opere di Wagner solo attraverso le trascrizioni pianistiche, ma questa è un’altra storia.

Dopo l’esecuzione di “Sancta Dorothea” S.187, brano poco noto di Liszt, ecco due pagine di estremo interesse, facenti parte delle ultime composizioni pianistiche del musicista ungherese.

“La lugubre gondola”, composto a Venezia durante l’inverno del 1882, ove il musicista abitava insieme a Wagner, già malato, a Palazzo Vendramin, – una sorta di premonizione della morte che di lì a poco colpirà il suo grande amico, nonché sposo di sua figlia Cosima – è un brano di una straordinaria modernità, scarno, essenziale, quasi privo di riferimenti tonali, che anticipa di molti anni la musica atonale della scuola viennese del secolo successivo. Stesso discorso per “R.W. – Venezia”, composto a seguito della notizia della morte di Wagner, una pagina dolorosa e asciutta, totalmente priva di ogni virtuosismo pianistico.

Dopo il grazioso “Premiere Valse Oublièe”, è stata la volta di uno dei brani più noti di Liszt, “Les Jeux d’eaux à la Villa d’Este”, tratto da “Anni di pellegrinaggio”, un brano con forte componente virtuosistica, un po’ fine a se stessa, che ha offerto l’occasione a Padova di esibire la sua eccellente tecnica pianistica.

La seconda parte del concerto è stata dedicata all’opera italiana, con “Reminiscenze di Boccanegra”, “Paraphrase sur Ernani” e “Valse de concert sur deux motifs de Lucia et Parisina”.

Si tratta di fantasie sui temi più celebri delle opere verdiane (Simon Boccanegra ed Ernani) e di Donizetti (Lucia di Lammermoor e Parisina) che si differenziano dalle trascrizioni, come anche Padova ha spiegato al pubblico, in quanto trattasi di composizioni autonome, che rielaborano e variano i vari temi, mentre le trascrizioni si limitano a riportare i temi fedelmente sulla tastiera. Reminiscenze di Boccanegra, in particolare, costituisce una delle parafrasi più riuscite di Liszt, anche se non così famosa ed eseguita come quella sul Rigoletto.

Davvero straordinaria l’interpretazione di questi brani, di notevole difficoltà tecnica, da parte di Andrea Padova, eseguiti con disarmante tranquillità.

Ovazioni del pubblico, ricambiati con due graditissimi bis: una Sonata di Scarlatti, e il delizioso Valzer Op. 69 n. 1 di Chopin.

Nel foglio di sala ho letto che attualmente il pianista sta registrando l’integrale delle Sonate di Mozart, ci auguriamo pertanto di rivederlo presto a Messina, per ascoltarlo in alcuni capolavori mozartiani.

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