I primi 12 mesi di Accorinti sindaco, i gesti simbolici e le “gaffe” istituzionali

I primi 12 mesi di Accorinti sindaco, i gesti simbolici e le “gaffe” istituzionali

Danila La Torre

I primi 12 mesi di Accorinti sindaco, i gesti simbolici e le “gaffe” istituzionali

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lunedì 23 Giugno 2014 - 22:05

Abbiamo deciso di ripercorrere le tappe di questo primo anno attraverso i gesti più eclatanti compiuti dal primo cittadino e le sue “gaffe” istituzionali, causate dalla sua indole anticonformista. VIDEO E TESTO

24 giugno 2013 – 24 giugno 2014. E’ passato un anno esatto da quando Renato Accorinti, l’outsider della campagna elettorale per le amministrative, ha vinto il ballottaggio contro il candidato del centro-sinistra, Felice Calabrò, diventando il sindaco di Messina. Sin dalle primissime ore, la sua sindacatura si è rivelata rivoluzionaria sotto il profilo della comunicazione, incentrata su una serie di slogan che ripete ad ogni occasione (vedi articolo su lessico accorintiano) e su gesti simbolici che nel bene e nel male hanno fatto discutere e diviso i cittadini.

Abbiamo quindi deciso di ripercorrere le tappe di questo primo anno attraverso i gesti più eclatanti compiuti da Accorinti, quelli che hanno lasciato il segno, hanno raccolto appalusi e consensi ma anche qualche critica; e attraverso e le sue “gaffe” istituzionali, causate dall’indole anticonformista del primo cittadino.

Il primo gesto “inusuale” è datato 24 giugno 2013. Sono passati pochissimi minuti da quando lo spoglio delle schede ha decretato il successo del pacifista, che dalla sua segreteria di via XXIV Maggio (il numero quasi una premonizione) si dirige correndo, seguito da numerosi sostenitori, verso Palazzo Zanca. Una volta dentro decide di affacciarsi dal balcone del Salone delle Bandiere per parlare alla folla festante che nel frattempo si era raccolta in Piazza Unione Europea. "Volevo affacciarmi dal Salone delle Bandiere nel quale non ci avevano più fatto entrare. Questa è la vittoria di tutti, io sono poca cosa”, dice emozionato.

Il giorno successivo, 25 giugno 2014, è quello della proclamazione ufficiale. Accorinti arriva a Palazzo Zanca in bicicletta, ad attenderlo tantissimi cittadini. Nell’aula del Consiglio comunale entra, accolto da cori da stadio, con jeans, maglietta arancione “No Ponte” e senza scarpe «per non perdere il contatto col terreno e la realtà», spiega subito dopo il passaggio di consegne con colui che, da settembre 2012, aveva retto il Comune sino a quel momento, il Commissario straordinario Luigi Croce.

Non c’è due senza tre ed anche nel suo terzo giorno da sindaco, ma il primo da amministratore operativo di Palazzo Zanca, 26 giugno 2013, compie il primo vero gesto simbolo con i pieni poteri da sindaco: l’eliminazione della vetrata fatta montare da Buzzanca nell’atrio di palazzo Zanca che obbligava i cittadini ad indentificarsi e lasciare il proprio documento di riconoscimento per poter entrare al Comune. Accorinti non ha semplicemente assistito allo smontaggio della vetrata ma se ne è fatto carico, partecipando in prima persona, tra l’ammirazione dei dipendenti comunali e le ire del consigliere Trischitta.

Non ricordiamo il giorno esatto, ma sempre nei primissimi giorni della sua nuova avventura alla guida di palazzo Zanca, il sindaco Accorinti decide di sostituire la maglietta “No-Ponte”, che per anni era stata sua la “divisa” ed il suo segno distintivo, con la maglietta “Free Tibet”. Due t-shirt ma un unico messaggio “universale”, da diffondere a quante più persone possibili: no alla schiavitù. Qualsiasi sia la forma in cui la si voglia esercitare, politica, religiosa, economica. Perché Accorinti ha fatto dei suoi ideali una ragione di vita ed anche da sindaco vuole sbandierali alla comunità, a costo di sembrare poco istituzionale nell’abbigliamento.

Dopo i primi giorni pregni di azioni simboliche, Accorinti frena la sua foga gestuale e bisogna aspettare sino al 15 agosto 2013 per assistere al gesto che lascia tutti di stucco. Il 15 agosto non è un giorno come gli altri e la Processione della Vara è un evento popolare religioso che non ha eguali per i messinesi. Nell’edizione 2013 della festa religiosa più attesa dai messinesi il sindaco di Messina fa ciò che nessuno prima di lui aveva osato fare. Accorinti non si limita a seguire la macchina votiva ma sale sul ceppo , con indosso la maglietta Addiopizzo Messina e in mano la bandiera di Viva Maria, e dà il “via” ad ogni tirata al posto del capo cordata. Al termine della processione prende la parola dopo l’arcivescovo, fatto mai accaduto prima. Accorinti ha voluto chiudere a suo modo le polemiche che avevano accompagnato la vigila della Vara, caratterizzata da uno scontro con i ragazzi di Addio Pizzo, che rischiava di trasformarsi in un boomerang per l’amministrazione Accorinti, accusata di non aver fatto scelte rivoluzionarie nell’organizzazione della Processione.

Dal 15 agosto al 4 novembre 2013 il passo stato breve. Come non ricordare quell’intervento a sorpresa in occasione della festa dell’Unità nazionale e delle Forze Arnate, con tanto di sventolio della bandiera della pace, che ha rotto il rigido protocollo e suscitato reazioni tra loro completamente opposte. C’è chi ha inneggiato alla coerenza del sindaco Accorinti e non ha trovato nulla di offensivo nella lettura da parte del sindaco in maglietta dell’art 11 della Costituzione e del discorso di Pertini. C’è chi invece ha dato dell’esibizionista al sindaco, che si sarebbe preso, inopportunamente, la scena nel giorno in cui si celebra il ricordo dei militari caduti in guerra per difendere la Patria e non certo la guerra.

Esattamente un mese dopo, il sindaco Accorinti torna a far parlare di sé, e non per i provvedimenti amministrativi della sua giunta. E’ il 4 dicembre 2013 quando il primo cittadino si presenta all’Ars, nella sua prima vita istituzionale, non in giacca e cravatta come richiederebbe il rigido protocollo ma con quella che per i messinesi è diventata la sua “uniforme” tradizionale: jeans, scarpe da ginnastica e maglietta “Free Tibet”. A Palazzo dei Normanni, l’effetto stupore è enorme per chi il sindaco Accorinti non lo conosce. Due episodi simili si sono verificati anche il 27 febbraio ed il 23 maggio, in occasione rispettivamente della visita a Catania del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e delle commemorazioni a Palermo in ricordo del giudice anti-mafia Giovanni Falcone. Accorinti si presenta col solito abbigliamento “casual” e viene bloccato (come non gli succedeva ai tempi in cui era solo Accorinti il contestatore) dalle Forze dell’Ordine. Serve l’intervento di altri amministratori locali per rendere nota l’identità di Accorinti ed il suo ruolo istituzionale. Piccole “gaffe istituzionali” che comunque non turbano in alcun modo Accorinti, il quale ha sempre fatto della sua “originalità” istituzionale un punto di forza.

In controtendenza con i gesti simbolici sin qui raccontati, tutti in linea con il personaggio Accorinti, ce n’è uno che per nulla si addice all’uomo delle tante proteste in strada. E’ il 12 gennaio 2014, migliaia di messinesi si riversano in Piazza Unione Europea per protestare contro la Tares, tassa sui rifiuti che considerano iniqua. I manifestanti chiedono di parlare con Accorinti ma lui rifiuta il confronto e fa trovare i cancelli di Palazzo Zanca chiusi Si giustifica dicendo che era domenica, ma sbarrare l’accesso al palazzo è stato comunque un gesto dall’ enorme valore simbolico.

Il 31 gennaio 2014, dopo aver scaramanticamente atteso l’esito del ricorso (che viene rigettato dal Tar), appende la sua foto insieme a quella degli ex amministratori. Ad attaccarla al muro è lui stesso, dinanzi ai giornalisti e ad un gruppetto di simpatizzanti. «Un po’ di colore dice in mezzo a tanto grigiore», scherza il sindaco.

Il 17 Febbraio 2014 viene inaugurata la “Casa di Vincenzo”. Il sindaco Accorinti decide di passare la notte nel dormitorio insieme ai clochard.

Dal 5 Aprile in poi è un susseguirsi di gesti tutti legati alla religione, anzi alle religioni. Maglietta Free Tibet, jeans e ancora una volta a piedi nudi, il 5 aprile 2014, Renato Accorinti si presenta dinanzi a Papa Francesco nel giorno dell’udienza riservata ai rappresentanti dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani. Del sindaco scalzo in vista a San Pietro parlerà ancora una volta tutta Italia.

Non ha avuto eco nazionale ma grande risonanza locale il gesto di Accorinti di portare in spalla una delle barette. E’ il 18 aprile 2014 quando il primo cittadino si carica del peso del simulacro religioso dal potere più evocativo, la croce.

Tra i tanti gesti compiuti ce n’è uno che il sindaco ha scientemente deciso di non compiere: quello di comprare, con i propri soldi, il cero votivo da donare, come da tradizione secolare, alla Madonna di Montalto. Il Comune di Messina ha i rubinetti chiusi dalla Corte dei Conti e non ha potuto sborsare neanche gli 80 euro necessari per comprare il cero. Alla fine il cero è stato donato da un privato.

Il sindaco Accorinti non c’ha pensato, invece, neanche un attimo a volare in Toscana per incontrare, il 14 giugno 2014, Tenzin Gyatso, il XIV Dalai Lama, invitandolo per una visita nella città dello Stretto, in occasione della quale vorrebbe consegnagli la cittadinanza onoraria ed organizzare un grande evento interreligioso e interculturale anche alla presenza di Papa Francesco.

Accorinti è in Cattedrale, in prima fila, anche il giorno del Vascelluzzo, che si celebra il 22 giugno. Maglietta blu “Free Tibet” e fascia tricolore in spalla è l’unica autorità presente. Accanto a lui nessun altro rappresentante delle Istituzioni.

Tirando le somme, possiamo dire che, nel suo primo anno da sindaco, Accorinti ci ha insegnato come il rigido protocollo istituzionale possa diventare un “optional”: il pacifista più battagliero che Messina abbia mai avuto non ha, infatti, alcuna intenzione di restare ingabbiato in fredde procedure cerimoniali.

Rivoluzionario nella forma lo sarà anche nella sostanza? Questo ce lo diranno i prossimi quattro anni.

Danila La Torre

8 commenti

  1. Come direbbe Emilio Fede: CHE FIGURA DI M…..

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  2. Come direbbe Emilio Fede: CHE FIGURA DI M…..

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  3. Ma giacca e cravatta con una spilletta Free Tibet non sarebbero meglio?

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  4. Ma giacca e cravatta con una spilletta Free Tibet non sarebbero meglio?

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  5. francocrisafulli 24 Giugno 2014 08:26

    IO NON CREDO ANCHE PERCHE’….
    L’occupazione del potere perpetrata militarmente nella città dello stretto con i suoi gangli massonici e centri di potere amministrativo fa apparire di facile dileggio ogni commento sul sindaco Accorinti. Ma mai in ogni caso sull’uomo.
    Questa città fa finta di non vedere i suoi uomini migliori fra cui lo voglio ricordare qui da semplice cittadino il procuratore della repubblica Guido Lo Forte ed il suo pool di Magistrati, immagine della giustizia che funziona e che lo ha dimostrato con i risultati. E’ facile buttare fango sugli uomini liberi su coloro che hanno il coraggio di cercare di ricostruire contro coloro che hanno demolito e che nell’ombra continuano servendosi di facce anonime e comprimari spesso insospettabili.

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  6. francocrisafulli 24 Giugno 2014 08:26

    IO NON CREDO ANCHE PERCHE’….
    L’occupazione del potere perpetrata militarmente nella città dello stretto con i suoi gangli massonici e centri di potere amministrativo fa apparire di facile dileggio ogni commento sul sindaco Accorinti. Ma mai in ogni caso sull’uomo.
    Questa città fa finta di non vedere i suoi uomini migliori fra cui lo voglio ricordare qui da semplice cittadino il procuratore della repubblica Guido Lo Forte ed il suo pool di Magistrati, immagine della giustizia che funziona e che lo ha dimostrato con i risultati. E’ facile buttare fango sugli uomini liberi su coloro che hanno il coraggio di cercare di ricostruire contro coloro che hanno demolito e che nell’ombra continuano servendosi di facce anonime e comprimari spesso insospettabili.

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  7. Scusate ma il Gen. Ferlisi ed i Vigili Urbani non sono menzionati in alcun articolo. Sono scomparsi alla vista dei cittadini, ma almeno sono vivi?

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  8. Scusate ma il Gen. Ferlisi ed i Vigili Urbani non sono menzionati in alcun articolo. Sono scomparsi alla vista dei cittadini, ma almeno sono vivi?

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