Leonardo Sciascia di Messina diceva che è una città di passaggio e di conquista, una città addormentata, babba, terremotata, indelebile.
La città della liscìa e della granita, della distanza tra l’isola e la terraferma.
Il sole24ore, invece, ci dice che Messina è al 96º posto tra i capoluoghi italiani per qualità (che poi davvero si può chiamare qualità?) della vita, che ha il 48,4% di disoccupazione giovanile, che è al 105º posto su 107 per ricchezza e consumi.
Per l’anno che verrà, a Messina, auguro di non essere più la città “sommersa” che conosciamo oggi, le auguro di ricordarsi che è la 13ª città d’Italia, di tornare ad essere una città metropolitana nei fatti e non solo sulla carta.
Di costruire sul SUO mare un’idea di sviluppo e di ricchezza che la renda una città da vivere e non solo da attraversare.
Le auguro un sistema di mobilità degno di questo nome che la colleghi alla terraferma senza privarla dell’unicità di essere un’isola.
Le auguro di smettere di essere un agglomerato urbano e di accorgersi che può essere una comunità di uomini e di donne che si chiamano cittadini.
Le auguro che chi parte lo faccia solo per poi tornare.
Le auguro amministratori competenti ed esponenti delle istituzioni che la rappresentino davvero.
Le auguro di restare un luogo di accoglienza per chi fugge dalla guerra e dalla fame e le auguro, infine, il coraggio di splendere come può, come sa, nonostante gli ultimi anni le abbiano insegnato a non farlo più.
Ma, soprattutto, mi auguro che con l’impegno di tutti noi tutto questo diventi realtà.
Buon anno a tutti noi.
(E mignolino mignoletto con l’anno che è passato e con quello che verrà..)
Maria Flavia Timbro
