Addetti pulizie all'Università. Da domani è sciopero

Addetti pulizie all’Università. Da domani è sciopero

Addetti pulizie all’Università. Da domani è sciopero

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martedì 19 Marzo 2013 - 11:48

La protesta indetta dalla Filcams Messina – la categoria della Cgil che segue il settore mense, servizi e commercio- nasce dai continui ritardi nel pagamento delle retribuzioni già basse sia per il ridotto orario di lavoro, sia per l’attivazione di un contratto di solidarietà che ha dimezzato le ore complessive settimanali che oggi sono meno di 10

Da domani mattina, mercoledì 20 marzo, i lavoratori addetti al servizio di pulimento dell’Università di Messina facenti capo alla SGS (ex SGA) di Reggio Calabria, entrano ufficialmente in sciopero a tempo indeterminato.

La protesta indetta dalla Filcams Messina – la categoria della Cgil che segue il settore mense, servizi e commercio- nasce dai continui ritardi nel pagamento delle retribuzioni già basse sia per il ridotto orario di lavoro, sia per l’attivazione di un contratto di solidarietà che ha dimezzato le ore complessive settimanali che oggi sono meno di 10.

“Questi lavoratori, monoreddito e spesso di famiglie bisognose, sono disperati e sin dalle prime battute la SGS non ha mai rispettato i tempi di pagamento- spiega Carmelo Garufi, segr. gen. Della Filcams Messina-. L’università, alla quale come Filcams già avevamo contestato i termini dell’appalto perché stilato secondo il principio del massimo ribasso che comprime prestazioni e redditi dei lavoratori, dovrebbe intervenire”.

La Filcams che ha già sollecitato l’Università di Messina a convocare urgentemente un Tavolo tra le parti, visti i reiterati disagi e inadempimenti da parte della SGS chiede la rescissione del contratto e il pagamento diretto dei lavoratori da parte dell’Università.

“Quest’azienda non ha mai rispettato gli impegni assunti, anche in sede istituzionale, mentre questi lavoratori non sanno più come sbarcare il lunario- spiega Garufi che ricorda come i problemi con quest’azienda non sono nuovi e come la stessa abbia siglato più di un accordo un Prefettura col quale si impegnava a pagare puntualmente gli stipendi.

“L’università non può ritenersi estranea al dramma e ai disagi di questi lavoratori perché parte di questi problemi dipendono anche dalla tipologia di appalto predisposto – osserva Garufi-. Comprendiamo come questo sia un periodo di crisi e sacrifici per tutti ma in questo modo a pagare sono i lavoratori che non vedono rispettato il loro primario diritto ad essere pagati a fronte di un lavoro fatto. Lavoratori già in condizione di gravi ristrettezze difficoltà”.

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