Messinambiente, permane lo stato di agitazione. Dimissioni del presidente del collegio sindacale Brigandì: «Impossibile lavorare»

Messinambiente, permane lo stato di agitazione. Dimissioni del presidente del collegio sindacale Brigandì: «Impossibile lavorare»

Messinambiente, permane lo stato di agitazione. Dimissioni del presidente del collegio sindacale Brigandì: «Impossibile lavorare»

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mercoledì 14 Dicembre 2011 - 00:32

Secondo il “numero uno” dell’organismo una decisione “sofferta” ma inevitabile data la mancanza di ascolto da parte del socio di maggioranza, ovvero il Comune: «Da quando mi sono insediato oggi non c’è stato modo di affrontare con chiarezza i problemi». E intanto tra Messinambiente e Ato3 i conti continuano a non tornare. Dopo il sit-in di stamattina, la protesta va avanti

Le garanzie sono arrivate, il pagamento degli stipendi dovrebbe avvenire nel giro di pochi giorni, ma lo sciopero, i dipendenti di Messinambiente (insieme ai lavoratori dei servizi sociali), hanno deciso comunque di confermarlo, perché il problema, e anche loro ne sono ben consapevoli, va ben oltre il capitolo mensilità. E ciò è emerso chiaramente, ancora una volta, durante la seduta della Commissione Partecipate, presieduta da Nello Pergolizzi (Fli) a cui è stato invitato anche l’amministratore unico della società di via Dogali, Armando Di Maria (nei giorni scorsi era stato il turno del commissario dell’Ato3 Ruggeri). Le lacune emerse riguardano il solito mancato allineamento fra i numeri della Società d’ambito, che si occupa della programmazione, e Messinambiente, che invece ne è il braccio operativo. Quest’ultima (con riferimento al bilancio 2010) vanta nei confronti dell’Ato crediti per 28 milioni di euro: ma solo una parte di questi, (circa 13.330 milioni di euro) sono iscritti nei bilanci dell’Ato3 come debiti verso Messinambiente. Le restanti somme non vengono invece riconosciute dal commissario liquidatore perché riferite a perizie che non corrispondono. Ovvero, come spesso affermato da Ruggeri, a costi per interventi eseguiti dalla società di via Dogali “autonomamente”, ovvero senza “direttive” dell’Ato.

I numeri, dunque, continuano a viaggiare sue binari paralleli, ma più passa il tempo e più le somme da corrispondere (siano debiti o crediti, a seconda del punto di osservazione) crescono e a perderne è solo la qualità del servizi. Ad appesantire il tutto, le relazioni, tutt’altro che idilliace (ma questo non fa più notizia) tra i due “protagonisti”, Armando Di Maria e Antonio Ruggeri, ormai più abituati a parlare via fax che faccia a faccia. L’ultimo esempio lampante è stato il rischio, scongiurato in extremis, del blocco del servizio di raccolta per mancanza di fornitura di gasolio da parte della Saccne, a cui non sono state corrisposte le somme dovute. Senza entrare nel merito delle responsabilità, basta dire che la mancanza di comunicazione tra le parti ha rischiato di mettere in ginocchio l’intera città.

In questo precario equilibrio, l’ago della bilancio dovrebbe essere rappresentato dal Comune che, tuttavia, (vedi altre partecipate) continua ad “aggirare” il problema. Ne è prova il rinvio, di mese in mese, dell’assemblea dei soci, tutt’oggi non ancora convocata, in cui sarà necessario decidere del futuro della società di raccolta rifiuti: messa in liquidazione o ricapitalizzazione? Strada quest’ultima che appare sempre più lontana. A questo stato d’incertezza, almeno per propria volontà, ha deciso di mettere fine il presidente del collegio sindacale di Messinambiente, Carmelo Brigandì, che qualche giorno fa ha rimesso il proprio mandato inviando al sindaco una lettera in cui spiega le ragioni della sua decisione. Ragioni che abbiamo deciso di conoscere per voce del diretto interessato: «Da quando ho ricevuto quest’incarico (dicembre 2010), insieme ai colleghi (le dottoresse Agata Rinciari e Patrizia De Luca, ndr) abbiamo sempre chiesto la convocazione dell’assemblea dei soci per capire e ragionare sul da farsi, ma nulla in tal senso è stato fatto. E’ passato tanto tempo inutilmente, per quanto mi riguarda il mio ruolo non ha più senso. E’ una decisione che prendo con dispiacere e rammarico ma ritengo sia giusto così». E voci di corridoio, sempre più insistenti, voglio che la stessa strada sarà ben presto seguita anche dalle altre due componenti.

La decisione, come spiegato dallo stesso Brigandì, è principalmente frutto dell’immobilismo di un socio di maggioranza, il Comune, che sul futuro di Messinambiente, conti alla mano, non è pronto ad esprimersi. Non tutti però, sembrano disposti a rimanere a bordo di una nave che, continuando di questo passo, è destinata alla deriva. Oppure, come sostenuto da Pergolizzi (Fli) che sulla questione ha peraltro richiesto un consiglio straordinario, ad essere “assorbita” e gestita in house dall’Ato3 .

Intanto, La Cgil annuncia il proseguimento dello stato di agitazione dei lavoratori. Il segretario generale della Cgil di Messina Lillo Oceano e la segretaria generale della segretaria della FP Messina, Clara Crocè, dopo la mattinata di protesta al Comune dei lavoratopri dela Messinambiente e dei Servizi sociali, sono stati ricevuti dal vice sindaco Mondello: Dall’inciontro non sono però emerse novità sostanziali sul pagamento delle retribuizioni arretrate. (ELENA DE PASQUALE)

FOTO STURIALE

Un commento

  1. ma alla scadenza del contratto messinambiente non doveva partecipare alla gara con il bando aperto alle ditte di tutta europa?

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