LOCRI (RC) – Gli allarmi, va bene. Gli arresti degli esecutori materiali, già. Adesso ammazzateci tutti, vero. Le commemorazioni ogni 16 ottobre dal 2006 in avanti, d’accordo.
Ma la realtà è che a 16 anni di distanza dal 16 ottobre del 2005, l’uccisione di Franco Fortugno, al tempo vicepresidente del Consiglio regionale, resta per gran parte un mistero.
L’identità di chi volle quel fatto di sangue. Il “vero” motivo dell’atroce delitto premeditato, a poche settimane dalle Regionali che avevano visto trionfare Agazio Loiero e il centrosinistra, in concomitanza con le primarie dell’ “Ulivo” che fu. Cosa concretamente sia mutato da allora…
Tutto, tutto è un magma indistinto da decrittare chissaquando.
Oggi, intanto, la nuova commemorazione del compianto medico e politico della Margherita prima e del Partito democratico poi a Locri.
L’appuntamento – fa sapere il Comitato “Francesco Fortugno” – «sarà scandito da alcuni momenti caratterizzati da raccoglimento e riflessione e a cui prenderanno parte le rappresentanze istituzionali», dalla cerimonia commemorativa alla Messa in suffragio celebrata dal vescovo locrese monsignor Francesco Oliva fino al momento di preghiera nella cappella del cimitero della città jonica, con deposizione della corona di fiori da parte del Consiglio regionale calabrese.
«Alimentare la fiamma della memoria – così la vedova Maria Grazia Laganà, ex deputata del Pd – significa onorare la vita di Franco e contribuire a dare una speranza di cambiamento e di riscatto ai giovani e a tutti i figli di questa terra che non vogliono arrendersi alla soffocante presenza della ‘ndrangheta».
