Francesco Nicolosi, un elegante virtuoso del pianoforte

Francesco Nicolosi, un elegante virtuoso del pianoforte

giovanni francio

Francesco Nicolosi, un elegante virtuoso del pianoforte

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martedì 15 Gennaio 2019 - 07:55
Associazione Bellini

Prima di raccontare la notevole performance del pianista Francesco Nicolosi di sabato scorso al Palacultura, per la stagione musicale dell’Accademia Filarmonica, vogliamo augurargli una pronta e completa guarigione, essendo stato il pianista colto da malore immediatamente dopo il bis concesso, e portato d’urgenza in ospedale (Papardo) ove è stato operato, e fortunatamente dichiarato fuori pericolo. Un pianista che nella seconda parte del concerto ha proposto un programma caratterizzato dal difficile virtuosismo tecnico, eseguendo brani di due autori ottocenteschi straordinari virtuosi del pianoforte all’epoca, virtuosismo trasferito anche nelle loro composizioni: Franz Liszt e Sigismund Thalberg. Nicolosi ha anche piacevolmente intrattenuto il pubblico narrando della contesa pianistica svoltasi fra i due presso la dimora della principessa Cristina Trivulzio di Belgiojoso, che non ebbe né vincitori né vinti, in quanto la principessa ebbe a definire Thalberg “il migliore del mondo”, e Liszt “unico”. Il brano di Thalberg eseguito da Nicolosi – Grande Fantasia sulla Sonnambula di Bellini op. 46 – ci ha fatto riascoltare i meravigliosi cantabili della celebre opera del compositore catanese, mentre per Liszt ha eseguito la Rapsodia Spagnola in due parti: Folies d’Espagne (che si basa sul tema della “Folia” un’antica danza portoghese messa in musica da diversi compositori, fra i quali Corelli Vivaldi, Handel, Geminiani) e Jota Aragonese. Il pianista, dopo l’esecuzione dei brani citati, ha simpaticamente chiesto al pubblico se avesse gradito più Liszt o Thalberg, e la risposta, quasi all’unisono, è stata Thalberg, ma in realtà è probabile che la scelta popolare sia stata dettata dalle incantevoli melodie della Sonnambula, per cui direi che il vero vincitore sia stato Bellini. La seconda parte è cominciata però con un altro più interessante brano di Liszt: uno dei “tre sonetti del Petrarca” da “Anni di pellegrinaggio”, il celebre sonetto n.104, commento lirico e appassionato su uno dei canti più belli del grande poeta, molto amato, dal musicista ungherese, che fu evidentemente assai ispirato dagli splendidi versi della composizione poetica, dei quali riporto la toccante conclusione: “Pascomi di dolor, piangendo rido, egualmente mi spiace morte e vita: in questo stato son, Donna, per vui.” Più interessante, sotto il profilo strettamente musicale, a mio avviso, la prima parte del concerto che ha visto l’esecuzione di due Sonate, di Mozart e Schumann. La Sonata in fa maggiore K 332 di Wolfgang Amadeus Mozart, composta probabilmente a Parigi nel 1778, all’età di 22 anni, contiene nei movimenti estremi – Allegro; Allegro assai – una ricchezza impressionante di temi, una fantasia inesauribile, mentre nell’Adagio centrale, un omaggio a J. Ch. Bach, lo splendido tema viene sottoposto alle più svariate ornamentazioni, e rappresenta probabilmente una delle più alte vette della musica galante. La Sonata in sol minore op. 22 (So rasch wie moglich (Il più presto possibile); Andantino; Scherzo; Rondò. Presto), segue la forma tradizionale beethoveniana, ed in questo senso è perfettamente riuscita – anche se priva di momenti indimenticabili – ma per la quale potremmo affermare che Schumann tradisce se stesso. Non si riconosce Infatti nella Sonata il musicista poeta, grandissimo compositore di raccolte unitarie di toccanti e fantastici frammenti sonori, quel nuovo modo di comporre che contraddistingue, proprio nel superamento della “forma-sonata”, i pianisti romantici post- beethoveniani. L’esecuzione dei brani in programma è stata straordinaria, in particolare Nicolosi, oltre a sfoggiare una tecnica pianistica sicura e di prim’ordine, ha manifestato una notevole capacità di rendere il “cantabile” anche nei brani da eseguire forte o fortissimo, mantenendo sempre una morbidezza e rilassatezza di tocco, una elasticità del polso davvero ragguardevoli. Entusiasta, il numeroso pubblico presente ha chiesto il bis, ovviamente Thalberg, del quale il pianista ha eseguito un arrangiamento del quartetto “A te o cara” da “I puritani” di Vincenzo Bellini, ovviamente graditissimo. Ancora auguri per la Sua salute, Maestro, vogliamo rivederLa e riascoltarLa quanto prima.

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