Cgil,Cisl e Uil dicono no allo spacchettamento e preparano la controproposta

Cgil,Cisl e Uil dicono no allo spacchettamento e preparano la controproposta

Francesca Stornante

Cgil,Cisl e Uil dicono no allo spacchettamento e preparano la controproposta

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venerdì 01 Marzo 2013 - 18:25

In vista dell'incontro di lunedì mattina le federazioni di categoria di Cgil, Cisl e Uil hanno incontrato i lavoratori questa mattina per proporre una strada diversa per rilanciare il futuro dell'azienda. Si ipotizza un'Atm gestore unico dei servizi di mobilità.

Lunedì mattina a Palazzo Zanca si tornerà a discutere di Atm e del futuro del trasporto pubblico cittadino. I sindacati si ritroveranno di nuovo a confronto con il Commissario Atm Spicuzza e con il Commissario di Palazzo Zanca Croce per riprendere il discorso iniziato una settimana fa sulla trasformazione dell’azienda. Il Comune aveva proposto lo spacchettamento in tre società diverse, ai sindacati fin da subito questa soluzione non era piaciuta.

Questi giorni sono serviti per studiare meglio possibili ipotesi migliori per l’azienda di via La Farina, Cgil, Cisl e Uil sono pronti a portare sul tavolo la loro proposta. Per le tre organizzazioni sindacali non è chiaro perché si ipotizzato di spacchettare l’azienda, dato che non ci sono attualmente ostacoli normativi e la legge invece offre ancora ai comuni la possibilità di affidare a società interamente controllate dallo stesso i servizi relativi alla mobilità. FILT-CGIL FIT-CISL UILTRASPORTI pensano quindi piuttosto ad una “nuova ATM, gestore unico dei servizi della mobilità urbana, a cui oltre a quelle già in essere dovranno essere affidate altre e nuove attività. Un’ ATM radicalmente trasformata che non vive di assistenzialismo ma che sulla domanda sempre crescente di mobilità pubblica costruisca la propria offerta e il proprio progetto di impresa, basata sulla capacità di rispondere concretamente ai bisogni dei cittadini, costruendo un sistema a rete di trasporti e servizi che disincentivi l’uso del mezzo privato, si connetta con gli altri segmenti di trasporto, offra parcheggi di interscambio e metta a disposizione un ventaglio completo ed integrato di proposte per tutte le diverse fasce sociali”.

I segretari Pino Foti, Enzo Testa e Silvio Lasagni però guardano oltre. “Quando immaginiamo una ATM diversa, più grande, più efficiente, a maggioranza pubblica e capace di rispondere ai bisogni di questa città, pensiamo anche ad una grande iniziativa imprenditoriale, che può quindi attrarre l’interesse di investitori privati e che, sicuramente, non può prescindere dall’apporto che la Regione Siciliana ha finora assicurato in queste operazioni nelle altre città dell’isola. La volontà dimostrata dall’amministrazione nel voler definire questo lavoro, nei pochi mesi in cui ancora resterà in carica, è certamente un buon contributo, ma tutti i passaggi necessari dovranno anche incassare l’avallo del consiglio comunale, ed è pertanto indispensabile che si eviti accuratamente che il tutto alla fine non si areni nelle contrapposizioni di carattere squisitamente elettorale. Proprio per questo motivo è essenziale che prima di qualsiasi scelta siano chiari i ruoli, i compiti ed i limiti che ognuno di questi attori, Comune, Regione ed eventuali soggetti privati, deve e può avere nel breve e nel lungo periodo”.

Di tutto questo si è discusso oggi durante l’assemblea che i tre sindacati hanno tenuto tra i lavoratori dell’Atm. Lunedì mattina porteranno sul tavolo queste proposte condivise insieme ai dipendenti per un futuro che sia dei lavoratori e del servizio pubblico destinato ai cittadini. (Francesca Stornante)

2 commenti

  1. ART.21 COSTITUZIONE. Dopo aver contribuito, ampiamente, a cancellare il trasporto urbano pubblico a Messina, incapaci di opporsi a scellerate scelte, politiche e urbanistiche, che facciano di una città, un territorio sacrificato alla IMMOBILITA’, i sindacati confederali, con l’opposizione allo spacchettamento, vogliono addossare alle tasche, oramai vuote dei messinesi, un’azienda senza nessuna prospettiva di uno sviluppo economico, che non sia l’aumento del costo per gli utenti, e l’utilizzo della spesa corrente, oramai a fondo del perduto servizio pubblico.
    La proposta dei sindacati va, SOLO, verso la salvaguardia degli stipendi, chiuderanno un occhio sui forti e sicuri ritardi, non ne vogliono sapere di iniziare da zero, dividere il tram e il gommato di interscambio, dal gommato verso i villaggi e i quartieri ultra periferici, e dalla gestione dei parcheggi e ztl. La divisione da la possibilità di salvare e lentamente ricostruire, con il finanziamento pubblico, il tram e il gommato di interscambio, con i quartieri limitrofi ai viali, Annunziata, Giostra, Boccetta, Europa, Gazzi. Il resto dei villaggi dovrà essere affidato a convenzioni con il trasporto privato, i parcheggi e le ztl dovranno essere capaci di autofinanziarsi, nel futuro, saranno riconquistati da una ATM, solida economicamente e finanziariamente. Ogni altra ipotesi di piano industriale è prendere in giro lavoratori e cittadini. So benissimo che uno spacchettamento provochi scontro tra lavoratori, ma è la sopravvivenza del trasporto pubblico a Messina, l’interesse generale.

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  2. Altro grosso problema italiano, i sindacati ,incapaci totalmente di capire che il mondo è cambiato. non ci sono più soldi!! I cittadini non ne possono più, i fatti sono sotto gli occhi di tutti.Le aziende devono pubbliche e private devono competere con il mercato e determinare qualità e professinalità..ma questo a Messina è utopia se governeranno sempre con le stesse logiche.

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