Navi della Marina Militare nello Stretto: lavoratori dell'Arsenale divisi tra scetticismo e speranza

Navi della Marina Militare nello Stretto: lavoratori dell’Arsenale divisi tra scetticismo e speranza

Eleonora Corace

Navi della Marina Militare nello Stretto: lavoratori dell’Arsenale divisi tra scetticismo e speranza

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martedì 11 Marzo 2014 - 09:09

La Marina Militare vuole trasferire dele unità da Augusta alla base di Messina. La notizia divide i lavoratori dell'Arsenale - che versano in una difficile situazione occupazionale - tra scetticismo per le possibilità lavorative degli addetti civili e speranza di una rinascita, anche lavorativa, della base.

Navi militari dalla base di Augusta a quella di Messina. Questo il progetto dello Stato Maggiore del Comando “Marisicilia” di Augusta e del Ministero della Difesa, volto a “rivitalizzare la base navale dello Stretto. Ancora impreciso il numero esatto di navi da trasferire – sicuramente pattugliatori – che varia da una quadriglia di quattro a un massimo di sette, ma del progetto sono stati già messi a conoscenza i sindacati di Marisicilia, attraverso vari incontri. Dal Comando militare di Augusta hanno sottolineato che il trasferimento “porterà vantaggi anche per i lavoratori civili che operano nella base”. E si accende, così, il dibattito tra i dipendenti dell’Arsenale. Da quando, nel 2002, il polo operativo della Marina Militare e del Comando Autonomo di Marisicilia è stato trasferito ad Augusta – con lo spostamento delle unità presenti a Messina e Trapani e il conseguente declino delle rispettive basi – l’Arsenale di Messina ha subito un lento ed inesorabile declino, sofferto soprattutto dai lavoratori, in esubero dal 1998. Il personale, nel tempo, è già stato dimezzato e spostato a Marisicilia sempre in condizioni precarie. Ad oggi, comunque, su 212 solo 85 potrebbero rimanere effettivi.

Critico sulla possibilità che il trasferimento delle navi militari porti lavoro effettivo per i civili si è dichiarato il sindacato Cub, che – sottolineando il fatto che le strutture dell’arsenale sono ormai troppo vecchie ed obsolete per eseguire qualsiasi lavoro – tramite il rappresentante Roberto Laudini ha commentato: “La parte operativa che riguarda l’operazione Marisicilia non porta nessun lavoro, perché è tutto gestito dai militari. A noi non compete nemmeno la gestione dei magazzini, perché hanno già degli accordi con delle ditte private. A noi non resta nemmeno il compito di fornire una vite”.

Che Marina ed Esercito operino ormai sempre di più tramite accordi con ditte private, è storia nota, ma dall’Arsenale arriva una lettera di risposta di un lavoratore, Marco Benante, di opinione differente. Il potenziamento annunciato – scrive Benante – della base di Messina con l’arrivo di un numero ancora imprecisato di unità navali ha rappresentato per un decennio più un sogno che una speranza”.

Benante spiega che da quando il comando è stato trasferito ad Augusta: “l’attenzione della Marina Militare nei confronti della nostra città e delle maestranze civili e militari in forza a Maridist Messina e all’Arsenale Militare di Messina venne sempre più scemando fino a raggiungere l’acme nel 2012 quando per i primi si prospettarono venti di trasferimento e per i secondi l’affidamento delle commesse si ridusse a poche unità di scarsissimo rilievo”.

Per questo giudica “paradossale” considerare “irrilevante” il ritorno delle navi nello Stretto: “In Arsenale l’affidamento di commesse ha nell’anno 2013 raggiunto livelli mai sfiorati e questo ha consentito risultati di bilancio pregevoli grazie anche e soprattutto all’impegno di maestranze e Dirigenti , finalmente anche militari, nessuno escluso. Il trend positivo ha facilitato la nuova e auspicata attenzione degli Stati Maggiori. La presenza dell’industria privata nell’approntamento dei lavori non può essere considerata un impedimento, ma un valore aggiunto posto che il nostro territorio ha bisogno di lavoro anche più che dello scirocco”.

Intanto, però, la notizia fa montare il dibattito anche al di fuori dei cancelli dell’Arsenale, nella società civile e molti attivisti – soprattutto dell’area di Cambiamo Messina dal Basso– pensano di realizzare un incontro di riflessione e dialogo tra cittadini e lavoratori.

(Eleonora Corace)

5 commenti

  1. liliana parisi 11 Marzo 2014 11:30

    Ma lo sa Laudini che anche i militari sono lavoratori, e tra loro ci sono anche Messinesi?Speriamo che eventuali “incontri di riflessione e dialogo tra cittadini e lavoratori” tengano conto anche di questo e non siano solo miopi chiacchiere riguardanti interessi di bottega di ristrette categorie e/o progetti megagalattici per la Zona Falcata di cui sentiamo parlare da decenni, mentre non si è stati neanche capaci di demolire l’orrendo inceneritore.E’ il RILANCIO DELLA CITTà che interessa TUTTI i cittadini(anche non attivisti),stanchi di vedere i propri figli costretti ad emigrare!

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  2. Che la politica locale e gli attivisti ecc ecc si mettano seduti e calmi. La riapertura della base di Messina con l’arrivo di bravi porta un maggior giro di moneta, occupazione di case sfitte e tanti altri benefici che oggi aiutano la città.
    Non parlando di quanti messinesi ogni giorno vivono su strada x raggiungere il paese di augusta x poi tornare la sera a Messina.
    Oltre al punto strategico della base.
    Io vedo solo positività di questa riapertura.i

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  3. Noto che avete già omesso un mio precedente commento forse perché non in linea con le direttive “dal basso”…..
    Qualcuno vuole snaturare e svilire il porto di Messina a semplice parcheggio per navi da crociera e attracco per navi traghetto.
    Il ritorno della Marina Militare Italiana a Messina invece segnerebbe una inversione di rotta , un freno al declino che si protrae ormai da tempo.
    E’ semplicemente da folli pensare di trasformare l’arsenale militare in un parco giochi come in maniera naif cercano di promulgare le pie animelle delle piantine.
    Invece di polemizzare sul nulla bisognerebbe cogliere l’opportunità per restituire spessore a Messina.

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  4. …Messina ha finalmente scelto la sua vocazione industriale : LA GUERRA .

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  5. Volete fare smantellare la base militare? Rivolgetevi all’on Martino

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