Tari alle stelle, Mammola ad Accorinti: “Ritiri la delibera in autotutela per rispetto ai cittadini”

Continuano le polemiche sul balzello di Nottingham, ovvero la SuperTari che i messinesi pagheranno in 3 rate a fronte di un servizio inesistente. Nei giorni scorsi i consiglieri comunali Nina Lo Presti e Gino Sturniolo, insieme all’avvocato Aura Notarianni hanno spiegato come possono fare i cittadini a chiedere la riduzione della tassa (vedi articoli allegati).

Oggi è il segretario cittadino di Italia dei valori Salvatore Mammola che invita il sindaco a ritirare in autotutela il provvedimento.

“Ormai è chiaro che tutti i messinesi chiederanno la riduzione al 20% della TARI per l’anno 2015, sono stanchi di farsi mettere le mani in tasca. La deliberazione da parte del Consiglio comunale – scrive Salvatore Mammola – non ha tenuto conto che, in applicazione del comma 656 art 1 della legge n147/2013 e dell art. 35 del regolamento comunale UIC approvato con delibera 8.9.2014 n. 26/c, la TARI è dovuta nella misura massima del 20% della tariffa nel caso di mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti. La situazione dei rifiuti a Messina è chiaramente documentata dalle numerose segnalazioni dell’ASP 5 agli uffici competenti e dai controlli effettuati dall’ATO ME 3 Rifiuti durante tutto il 2015. E’ palese a tutti e dovrebbe esserlo ancor più ai Consiglieri comunali che hanno approvato il piano finanziario per complessivi € 45.439.967,34 ed alla Giunta Accorinti che a causa del mancato espletamento del servizio di raccolta differenziata si deve applicare la riduzione massima dell’80%della tariffa”

Per questo Salvatore Mammola Segretario dell’Italia dei Valori chiede al sindaco Renato Accorinti il ritiro in autotutela della richiesta del pagamento della TARI, sia per una forma di rispetto verso la legge che verso i propri concittadini, così da evitar loro il disturbo di presentare personalmente la richiesta per l’ applicazione per il 2015 della riduzione massima dell’80% della tariffa, affollando gli uffici competenti del Comune e la Commissione tributaria, creando problemi di ordine pubblico ed un ulteriore esborso di denaro dalle casse comunali per la risposta ai richiedenti con raccomandata e soprattutto per evitare un’eventuale class action da parte di associazioni di Cittadini.