Calcio. Igea Virtus, la squadra si ribella: «Ci mettano nelle condizioni di giocare o domenica non scenderemo in campo»

Calcio. Igea Virtus, la squadra si ribella: «Ci mettano nelle condizioni di giocare o domenica non scenderemo in campo»

Calcio. Igea Virtus, la squadra si ribella: «Ci mettano nelle condizioni di giocare o domenica non scenderemo in campo»

venerdì 23 Ottobre 2009 - 18:07

I giocatori denunciano mancati stipendi e cattive condizioni fisiche e psicologiche. Solo quattro di loro sono stati pagati dal mese di luglio, gli altri hanno ricevuto degli acconti. La società fa promesse ma non risolve la situazione.

L’Igea Virtus Calcio di Barcellona, club storico fondato nel 1946 dal marchese Carlo Stagno D’Alcontres, unica squadra rimasta a rappresentare la provincia di Messina nel calcio professionistico, naviga in cattive acque. A denunciare la drammatica situazione i giocatori, che oggi hanno convocato una conferenza stampa nell’aula consiliare di Palazzo Longano, alla presenza del sindaco Candeloro Nania.

Tutta la squadra compatta, capeggiata dal capitano Giuseppe Alizzi, ha avvisato che, in segno di protesta, probabilmente, domenica non scenderà in campo per disputare il match in calendario. Già nei giorni scorsi, a nome del gruppo era stato diramato un comunicato stampa che riportiamo integralmente: «ad oggi la società ha corrisposto unicamente a quattro calciatori compensi contrattuali riferibili alla mensilità di luglio e ad altri solamente qualche acconto. Le ripetute promesse fatte nell’ultimo periodo dai rappresentati della società non hanno trovato alcun riscontro e hanno determinato ulteriore tensione ed incertezza sui programmi e sulle prospettive dell’attuale stagione agonistica. Per questo motivo abbiamo già interessato l’Associazione Italiana Calciatori, e qualora non vengano onorati nei prossimi giorni gli impegni sottoscritti verranno poste in essere tutte le azioni a tutela dei nostri diritti. Ribadiamo con maggior vigore ed impegno la nostra professionalità che non verrà a mancare anche a fronte delle difficoltà prospettate».

Dopo la partita disputata domenica scorsa a Melfi, in provincia di Potenza, in condizioni pessime, i giocatori hanno detto basta e sono pronti ad adottare una linea più dura, anche a rifiutarsi di scendere in campo, per lanciare un segnale forte. Abbiamo chiesto al centrocampista Gioacchino Giardina di illustrarci la situazione. «I problemi sono più di uno – esordisce Giardina – Per prima cosa, la mancanza di stipendi, come abbiamo denunciato nel comunicato stampa. Uno strumento fondamentale per stimolare un giocatore sono i compensi. Da luglio in tutto quattro giocatori hanno preso lo stipendio, gli altri solo acconti. In questo modo non è possibile andare avanti. Abbiamo mutui da pagare, spese varie. Se sai di avere delle scadenze, non sei nelle condizioni psicologiche di giocare al 100 %. Quando entri in campo devono esistere solo i compagni e il pallone, nessun altro pensiero. A questo si aggiunge un ulteriore problema: lavoriamo in condizioni pessime. La scorsa domenica, a Melfi c’erano 5 gradi e noi non avevamo neanche i giubbotti per coprirci. Abbiamo dovuto prendere le coperte dell’albergo. Non ci hanno fornito oli per i massaggi e siamo stati costretti a chiederli alla squadra avversaria. Non avevamo medicinali. Anche il massaggiatore non è pagato. Viene soltanto per farci una cortesia. Finora dalla società – spiega – abbiamo ricevuto solo mancate promesse. Il presidente, il direttore sportivo e il team manager non si fanno vedere mai. Per questo motivo oggi abbiamo convocato una conferenza stampa, volevamo mettere a conoscenza della situazione il sindaco e il Comune di Barcellona».

Per sapere come comportarsi in questo frangente e come tutelare i propri diritti, i giocatori si sono inoltre rivolti di comune accordo all’Associazione Italiana Calciatori, da cui attendono direttive. Sembra una società «fantasma», come l’ha definita il capitano dell’Igea, quella alla guida della squadra. Dopo la recente, movimentata estate, segnata dal passaggio di proprietà dall’ex presidente Bonina a Caminiti, si respira ancora un clima incerto in casa Igea Virtus. «O ci mettono nelle condizioni di giocare o non scenderemo in campo», questo l’ultimatum del capitano barcellonese. Eppure, per placare gli animi dei giocatori – come ha sottolineato il centrocampista Gino Giardina – “basterebbe anche il pagamento di un solo stipendio”.

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