Cultura. “Saggio d’istituzioni d’agricoltura”. Il testo, scoperto dall’architetto Marcello Crinò, è un’opera finora sconosciuta del monaco barcellonese Eutichio Ajello

Cultura. “Saggio d’istituzioni d’agricoltura”. Il testo, scoperto dall’architetto Marcello Crinò, è un’opera finora sconosciuta del monaco barcellonese Eutichio Ajello

Cultura. “Saggio d’istituzioni d’agricoltura”. Il testo, scoperto dall’architetto Marcello Crinò, è un’opera finora sconosciuta del monaco barcellonese Eutichio Ajello

sabato 10 Ottobre 2009 - 13:42

L’opera risulta soltanto segnalata nel terzo volume del “Dizionario di opere anonime e pseudonime” di Gaetano Melzi. Il volume si trova nelle biblioteche di Bologna, Montecassino e Rieti. Crinò: «Una scoperta da approfondire adeguatamente».

Un monaco basiliano di Barcellona, stimato e ambito nell’Europa del Settecento. Il suo nome è Eutichio Ajello, e di lui si sta occupando da tempo l’architetto Marcello Crinò, impegnato a ricercare tracce e fonti che consentano di ricostruirne l’operato e la produzione scritta. L’ultima recente scoperta è di questi giorni. Crinò ha individuato un testo di Ajello, stampato a Napoli, presso Gennaro Giaccio, nel 1782, dieci anni prima delle “Analisi…”. Si tratta del “Saggio d’istituzioni d’agricoltura”, un libro di 203 pagine, con una tavola ripiegata e illustrazioni calcografiche, formato in 12°. Il testo era fin’ora completamente sconosciuto agli studiosi italiani e stranieri che si occupano, o si sono occupati, del monaco basiliano. Risulta soltanto segnalato nel terzo volume del Dizionario di opere anonime e pseudonime di Gaetano Melzi (Milano 1786-1851), pubblicato postumo nel 1859. Così lo riporta il Melzi: “Saggio d’istituzioni d’agricoltura (del P. AJELLO, già Abbate generale de’ Monaci Basiliani), Napoli, Giaccio, 1872, in-12°”. Il volume di Ajello, secondo l’OPAC SBN si trova nella biblioteca della Facoltà di agraria di Bologna, nella biblioteca di Montecassino, e nella biblioteca Paroniana di Rieti. Si aggiunge così un altro tassello, da approfondire adeguatamente, dell’attività di questo straordinario abate basiliano, vissuto per nove anni alla corte spagnola di Filippo V, dove redasse il catalogo manoscritto delle sculture oggi al Prado, conosciuto come “El cuaderno de Ajello”, che lo stesso Crinò ha presentato a Barcellona lo scorso gennaio in un convegno promosso dall’associazione “Genius Loci”. È Crinò a fornirci alcune notizie biografiche. Eutichio Ajello nacque a Barcellona nel 1711, dove morì nel 1793. Compì gli studi nel monastero basiliano di Gala di Barcellona. Da giovane, secondo l’unica biografia conosciuta, scritta nel 1901 dal giornalista Gioacchino Bartolone e ripresa dagli altri storici locali, girò le principali città d’Europa e acquistò tanta fama da ottenere d’insegnare teologia e filosofia in una delle quattro principali cattedre di Parigi. A Londra fu aggregato ad una non meglio precisata accademia come socio e maestro. Nel 1743, per invito di Isabella Farnese, moglie di Filippo V, si recò in Spagna, e fu nominato bibliotecario ed antiquario, e poco dopo assunse l’alta carica di consigliere di Stato. Aggregato come dottore alla Sorbona per i suoi pregi, entrò in familiarità con i più illustri uomini inglesi e con quelli che prepararono la rivoluzione francese.

Durante il soggiorno in Spagna, tra il 1743 e il 1752, organizzò per Isabella Farnese la galleria di sculture antiche nel palazzo (progettato dal messinese Filippo Juvarra) di San Ildefonso en La Granja, una cittadina nella provincia di Segovia, a nord di Madrid. In quell’occasione ideò il catalogo manoscritto e disegnato, conosciuto come “El Cuaderno de Ajello”, i cui disegni sono oggi negli archivi del Prado di Madrid, dove è confluita anche la raccolta delle sculture.

Successivamente assunse il ruolo di consigliere e teologo dal principe D. Luigi Borbone, cardinale arcivescovo di Toledo. Fu poi a Napoli, dove si occupò della pubblicazione delle sue opere in tre tomi, stampate nel 1792 nella tipografia di Vincenzo Manfredi. Il primo tomo è intitolato: “Analisi delle facoltà scientifiche e modo di studiarle”, il secondo: “Analisi dell’uomo sopra i punti principali che allo stesso appartengono”, il terzo: “Analisi della storia arcana della natura”.

Nominato generale dell’Ordine Basiliano ed abate perpetuo del monastero basiliano di Barcellona, vi rimase fino alla morte, avvenuta il 9 marzo 1793. Probabilmente è stato seppellito nella cripta della nuova chiesa dei Basiliani, oggi interrata.

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