Bartolo: "Sogno un'Europa che apra corridoi umanitari e ascolti i nostri giovani"

Bartolo: “Sogno un’Europa che apra corridoi umanitari e ascolti i nostri giovani”

Rosaria Brancato

Bartolo: “Sogno un’Europa che apra corridoi umanitari e ascolti i nostri giovani”

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martedì 28 Maggio 2019 - 16:28

"Esiste una politica che non è sorda a quanto sta avvenendo nel Mediterraneo", così il medico dei migranti, da ieri eurodeputato

La scorsa settimana abbiamo inviato alcune domande a Pietro Bartolo come candidato alle Europee. Purtroppo le sue risposte sono arrivate a ridosso del silenzio elettorale che Tempostretto ha sempre rispettato. Ma abbiamo conservato le sue dichiarazioni e riteniamo doveroso pubblicare quest’intervista al medico dei migranti che da ieri mattina è Eurodeputato, primo degli eletti nella lista del Pd.

1-Qual è stata la molla che l’ha spinta, dopo quasi 30 anni in frontiera per l’accoglienza ad entrare in politica? C’è stato un episodio, una frase, una sensazione che l’hanno spinta a dire se non ora quando?

La molla è scattata ormai da anni, forse da quel maledetto 3 ottobre 2013, forse anche prima. Negli ultimi anni ha fatto un film, Fuocoammare, ho scritto due libri, Lacrime di sale e Le stelle di Lampedusa, ho girato in tutti i fine settimana, rubando tempo ed energie alla mia famiglia, continuando a lavorare nei feriali al Poliambulatorio di Lampedusa. Poi nei weekend prendevo aerei, treni, pullman, ho girato l’Europa per parlare ai giovani, per raccontare la verità, per dire loro che non c’è in corso alcuna invasione, che i migranti non portano malattie. Ma soprattutto per dire che non sono numeri, ma persone. Che hanno attraversato l’inferno. E che cercano pace”.

2-Pensa che negli anni scorsi sui temi dell’immigrazione e dell’accoglienza la sinistra abbia fatto tutto quello che c’era da fare o ha commesso errori?

Avrebbe potuto seguire le dinamiche legate al l’accoglienza più da vicino. Forse si è delegato troppo al terzo settore

3-Che Europa sogna?

Un’Europa delle persone. Un’Europa capace di ricordare innanzitutto a se stessa di essere nata come patto di civile convivenza tra popoli spesso profondamente diversi tra loro. Sogno un’Europa che apra ai corridoi umanitari, ma che ascolti anche i propri giovani, che le chiedono di affrontare con coraggio quella questione climatica che non è una sciocchezza da “gretini”, ma la vera sfida di domani. Sogno un’Europa che conceda risorse agli Stati membri con maggiore controllo e maggiore responsabilità. Che sia realmente in grado, da quelle risorse, di creare reali opportunità di crescita, di sviluppo, di lavoro”.

4-Pensa che il voto dei siciliani costituirà un argine alla Lega? E ritiene che il governo giallo verde durerà anche dopo le Europee?

Penso che la consapevolezza degli italiani, non soltanto dei siciliani, stia crescendo esponenzialmente. I segnali ci sono e sono tanti. La gente è stufa di questo clima da perenne campagna elettorale. Di questo giocare a chi la spara più grossa per acchiappare una fetta di consenso dall’alleato-avversario. Anche perché il contrappasso è che in questo bombardamento a suon di like, l’elaborazione della proposta politica non trova alcuno spazio”.

5-Cosa lo ha colpito in questa sua prima esperienza in campagna elettorale? In caso di mancata elezione continuerà comunque il suo impegno in politica?

Il calore della gente. L’entusiasmo ritrovato nelle grandi piazze e nei piccoli centri. La pazienza con cui le persone mi ha atteso, anche fino alle 10 di sera, per ascoltare la mia storia e le mie proposte per un’Europa di pace. Il desiderio di intraprendere insieme una nuova stagione politica. Tutto questo è già una responsabilità, a prescindere dal risultato elettorale. È già un impegno preso con ciascuna delle migliaia di persone con cui ho parlato in questa campagna elettorale”.

6-In campagna elettorale ha scelto la forza delle immagini per trasmettere un messaggio di estrema drammaticità. Come porterà concretamente nel Parlamento Europeo questo stesso messaggio? Non teme che la sua voce finisca in un mondo di sordi?

Esiste una politica che non è affatto sorda a quanto sta avvenendo nel Mediterraneo. Io quella politica sana, aperta e inclusiva, l’ho incontrata in questo lungo viaggio elettorale. Sarà che resto un inguaribile ottimista, ma sono convinto che continueremo a costruire insieme”.

Queste risposte risalgono al 24 maggio pomeriggio, a poche ore dall’inizio del silenzio elettorale che Tempostretto, come di consueto, ha rispettato.

Il 26 maggio, con oltre 135 mila voti dei quali 115. 640 in Sicilia Bartolo ha letteralmente trascinato la lista del Pd ed è stato il più votato. Dei 135 mila voti la maggior parte, 115.640 li ha avuti in Sicilia, un segnale per la classe dirigente dem siciliana (è ora di cambiare veramente rotta e ascoltare l’elettorato del centro sinistra….).

I siciliani hanno votato la persona prima ancora che il partito, la storia, il progetto e la sua idea di Europa. Per questo riteniamo doveroso pubblicare oggi questa intervista con l’augurio di buon lavoro al nuovo eurodeputato.

Rosaria Brancato

Un commento

  1. Immaginate se tutti gli europarlamentari avessero la forza e allo stesso tempo la delicatezza dell’animo, l’impegno l’ottimismo, la generosità, lo spendersi in prima persona per gli altri, una visione dell’Europa come un largo respiro che includa tutti con diritti e dignità umana, che ascolti ed apprezzi le istanze dei giovani che, se lo vogliamo o no,sono il nostro futuro e la nostra forza…….sarebbe finalmente l’Europa che vorrei.

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