Bonus e Superbonus edilizi. Una grande opportunità diventata un incubo

Bonus e Superbonus edilizi. Una grande opportunità diventata un incubo

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Bonus e Superbonus edilizi. Una grande opportunità diventata un incubo

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venerdì 08 Luglio 2022 - 07:01

Le incertezze stanno seminando il panico tra le imprese, i professionisti e i cittadini. Anche l'auspicata ripartenza sarà complicata.

Abbiamo chiesto ad uno dei più attenti esperti del settore, l’Ing. Francesco Triolo cosa ci dobbiamo attendere in un prossimo futuro in merito alla situazione dei Bonus e Superbonus Edilizi. Questi benefici fiscali sono, infatti, al centro di forti criticità che di fatto coinvolgono oltre al contesto delle costruzioni anche il tessuto sociale e soprattutto il territorio messinese.

Di seguito la risposta del noto Professionista:

Passeggiando per Messina ci si accorge dei tanti ponteggi montati su facciate, con cartelli indicanti lavori riconducibili a bonus 110% o 90%, ma non si vede anima viva.

Tutto fermo e bloccato, in attesa di qualcosa che dovrà giungere e che ricorda un’antica opera teatrale di Beckett “Aspettando Godot” in cui, prevalendo la mancanza di punti fermi e certezze, si ha solo un’inconsapevole fiducia verso qualcosa che prima o dopo possa arrivare.

Dal mese di gennaio il meccanismo di Bonus e Superbonus edilizi si è ingessato a seguito di decisioni governative discutibili, i cui effetti sono tangibili e catastrofici.

Imprese, professionisti e diretti fruitori pagano l’elevato prezzo di modifiche operate in corso d’opera che hanno trasformato una “bellissima opportunità” in una “lenta agonia” per molti.

Da Roma giungono notizie di soluzioni non rassicuranti.

Mentre i dottori studiano, i pazienti rischiano di morire.

Difficile anche l’eventuale ripartenza

Da un parte risulta impossibile “monetizzare” il cassetto fiscale e proseguire i lavori già commissionati e con scadenze ben definite (superbonus 110%); dall’altra, non sono previste “proroghe o recuperi” in termini di tempo perduto e con un sistema fiscale che non dà tregua.

Nonostante le Norme dispongano un dialogo privilegiato con le banche, quest’ultime da tempo non intendono operare in tal senso.

Una sola cosa è certa: le tasse legate anche a somme non incassate vanno pagate.

Questo è il “principio di cassa” che accomuna tanti professionisti.

Nell’ipotesi più ottimistica che qualcosa prima o dopo possa funzionare, occorre ripartire e sapersi nuovamente organizzare.

C’è un accumulo di ritardi legato a una poca chiarezza legislativa che nonostante si possa sbloccare, le banche non riusciranno mai in tempi estremamente brevi a evadere le migliaia di istanze che verranno presentate.

Le banche esigono una documentazione tecnica eccessiva

Si aggiunga, che la palesata responsabilità in solido di chi esamina le pratiche fa si che le stesse banche chiedano ed esigano una documentazione tecnica “eccessiva” e non in linea con i principi “semplificatori” dei Bonus.

Solo le imprese che saranno dotate di personale altamente qualificato (commercialisti e professionisti) risulteranno avvantaggiate in relazione alle comprensione delle tante richieste dei portali telematici bancari.

Sarà anche una lotta contro il tempo.

Il Superbonus 110% ha dei tempi stabiliti i cui risultati si vedranno a consuntivo.

Al momento, mentre tutto è fermo, il tempo inesorabilmente prosegue senza proroghe o deroghe.

Per i più ottimisti non rimane che … “Aspettare Godot”.

Un commento

  1. Prima di fare leggi e normative sarebbe bene che i nostri parlamentari tenessero sempre presente che siamo in Italia, paese in cui si pensa per prima cosa a “frodare” o come si usa dire ora a “fare i furbetti”! Quindi non si può partire senza aver prima stabilito norme chiare e messo in campo le maggiori misure possibili “antifrode”. I soldi utilizzati sono di tutti!!! Quelli dei bonus edilizi già in partenza sono stati previsti per ricchi possessori di ville e multiproprietari, senza limite Isee e per troppi lavori trainati (ora pure zanzariere tende, mobili, rifacimento bagni, ecc,. ) con beneficio dei singoli e non per la comunità. Infatti rientrano nei requisiti gli edifici residenziali, esclusi invece i palazzi ove una certa percentuale è destinata ad uffici e negozi (salvo poi dare a questi ultimi altri benefici per evitarne il fallimento!). Il bonus 110% poi è addirittura superiore alle spese effettuate, ma con che criterio è stato istituito? Quello di regalare soldi del nostro recovery agli ideatori e sostenitori del bonus stesso, quindi per questo partorito in tutta fretta?

    Per il rilancio dell’edilizia con beneficio di tutta la comunità, come si è voluto far credere, si sarebbe dovuto iniziare dagli edifici pubblici: scuole (per le quali non si sono trovati neppure i fondi per dotarle di sistemi di purificazione dell’aria per combattere il covid, tanto basta aprire le finestre in pieno inverno!), asili nido, carceri nuove per evitare ricorsi ai soliti gravi indulti, case popolari, strutture per ospitare i senzatetto che utilizzano le strade come dormitori, acquedotti, messa in sicurezza dei vari ponti,ecc.ecc.

    Se si voleva ridurre l’inquinamento ambientale perché, anziché concedere cosi tanto ad alcuni, non si dà la possibilità a tutti coloro che avrebbero la volontà di piazzare pannelli solari e fotovoltaici, pompe di calore, a costi super agevolati, quasi zero? Poi se come dicono gli ideatori i vari bonus diventano un guadagno per lo Stato e non un costo, (tant’è che a detta loro gli altri Paesi europei ce li invidiano, però chissà cosa vieta di copiarci?!?!), perché erano già inizialmente previsti dei limiti temporali? Ovvio che così si siano precipitati tantissimi a richiederli, con aumento esorbitante dei prezzi , per cui chi non può godere delle agevolazioni e deve inevitabilmente far fare dei lavori a proprio carico ha il doppio danno, perché poi dovrà comunque concorrere alla restituzione del recovery fund!

    Sono sorte imprese edili senza nessuna esperienza, come verranno effettuati i lavori e che protezione hanno i lavoratori occupati? I materiali utilizzati sono quasi esclusivamente di provenienza straniera, il che non ha certo arricchito e creato lavoro per le nostre imprese; queste ultime avrebbero dovuto essere aiutate e finanziate, soprattutto per la ricerca e nei processi di rinnovamento, con conseguente maggior occupazione e con un sistema di cambiamento strutturale non provvisorio, come si sta verificando!

    In conclusione, stiamo regalando miliardi del nostro recovery in primis alla Cina? La mano d’opera utilizzata, diventata insufficiente a causa del concentrato di richiesta, da dove proviene? di quali esperienza e sicurezza è dotata? Almeno i bonus dovevano essere concessi solamente per la prima casa di abitazione, così invece si sono innescate speculazioni, con aumento dei prezzi degli immobili a spese di tutti e con beneficio di pochi, perlopiù già benestanti.

    Sarà solo una mia opinione personale, ma, per come è stato formulato, il sistema dei bonus è stato una vera costosissima iattura, ha sottratto fondi enormi ad altre opere pubbliche che continueranno a non essere fatte, in primis alla ricerca, fondamentale per un Paese che pretende di essere tra i più avanzati. Anche questa volta, forse per il solito prevalere dell’interesse personale ed elettorale, o per grave incapacità, non siamo stati all’altezza della situazione!!!

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