Bordonaro ricorda Peppino Impastato a 41 anni dall'assassinio

Bordonaro ricorda Peppino Impastato a 41 anni dall’assassinio

Cesare Giorgianni

Bordonaro ricorda Peppino Impastato a 41 anni dall’assassinio

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giovedì 09 Maggio 2019 - 09:24

L’appuntamento, per i partecipanti, è stato fissato alle ore 16 davanti alla chiesa di Provinciale. Da qui, intorno alle 16.30, il corteo raggiungerà il quartiere Sant’Annibale di Bordonaro

MESSINA – Il 9 maggio 1978, a Cinisi (in provincia di Palermo), all’età di 30 anni, veniva assassinato Giuseppe Impastato, “Peppino”,  giornalista e attivista italiano membro di Democrazia Proletaria. Le sue denunce, forti, davano fastidio a Cosa nostra. Oggi 9 maggio 2019, quindi a distanza di 41 anni da quell’omicidio, si terrà una manifestazione in sua memoria nel quartiere della “Case gialle” di Bordonaro a Messina.

L’appuntamento, per i partecipanti, è stato fissato alle ore 16 davanti alla chiesa di Provinciale. Da qui, intorno alle 16.30, il corteo raggiungerà il quartiere Sant’Annibale di Bordonaro, dove gli organizzatori (Associazione Cantiere Sociale e Nuovosoldo.it) deporranno un mazzo di fiori all’inizio della strada intitolata a “Peppino”.

E’ prevista la presenza di alunni della Scuola Media del quartiere e di alcune associazioni, oltre quella di numerosi cittadini. Ma “tutti sono invitati a partecipare”, ribadisce il prof. Pippo Martino, presidente dell’Associazione. Aderiranno alla cerimonia di commemorazione, in particolare, un gruppo rappresentativo degli alunni dell’Istituto Comprensivo “Albino Luciani” con la referente del “Progetto Legalità”, Rosalba Salvo; annunciata anche la partecipazione della Fondazione Antiusura Padre Pino Puglisi e del parroco della chiesa di Bordonaro, Padre Severino.

Peppino Impastato fu il fondatore, nel 1977, di “Radio Aut”, emittente radiofonica libera autofinanziata. Dai suoi microfoni ebbe il coraggio di denunciare gli affari illeciti e i crimini dei mafiosi di Cinisi e Terrasini, tra i quali Gaetano Badalamenti, capomafia che “Peppino” definiva sarcasticamente “Tano Seduto”. Ne rivelò il ruolo di primo piano nei traffici internazionali di droga grazie al “controllo” dell’aeroporto di Punta Raisi. Attraverso la trasmissione satirica “Onda pazza e Mafiopoli”, Giuseppe Impastato non esitava a sbeffeggiare mafiosi e politici. Da qui la “condanna a morte” del coraggioso giornalista da parte della mafia.

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