Ardizzone e Sonia Alfano contro Giuliano Ferrara: "Ha perso un'occasione per tacere"

Ardizzone e Sonia Alfano contro Giuliano Ferrara: “Ha perso un’occasione per tacere”

Ardizzone e Sonia Alfano contro Giuliano Ferrara: “Ha perso un’occasione per tacere”

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mercoledì 08 Maggio 2013 - 15:27

Il presidente dell'Assemblea regionale siciliana ribatte al direttore de "Il Foglio" che aveva dichiarato che la mafia è l'essenza della Sicilia. Sulla stessa linea di Ardizzone, anche Sonia Alfano, presidente della Commissione Antimafia Europea e dell’Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia

“Giuliano Ferrara ha perso una buona occasione per tacere. Della sua demagogia sulla Sicilia e i siciliani non se ne avvertiva il bisogno”. Lo ha detto il presidente dell’Assemblea Regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, replicando alle parole del direttore de ‘Il Foglio’ che ieri, durante una trasmissione su La 7, aveva affermato che ‘la mafia è l’essenza della Sicilia’.

“A Ferrara vorrei ricordare che, invece, le vere essenze della Sicilia sono l’accoglienza e la contaminazione fra le diverse culture e per questo mi sorprendo che da un giornalista colto e raffinato come lui sia arrivato un inaccettabile stereotipo”, ha aggiunto il presidente dell’Ars.

Sulla stessa linea di Ardizzone, anche Sonia Alfano, presidente della Commissione Antimafia Europea e dell’Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia: “Le dichiarazioni rilasciate ieri sera in diretta televisiva da Giuliano Ferrara sono ignobili per più di una ragione: intanto perché appaiono gravemente discriminatorie e lesive dell’immagine dei tanti siciliani onesti e, in secondo luogo, motivo non meno importante, perché la Sicilia ha espresso uomini e donne antimafiosi, morti da innocenti nel tentativo di sconfiggere la prepotenza e la violenza della criminalità organizzata. Ma Ferrara di lotta alla mafia e per la libertà non può avere alcuna cognizione, essendosi occupato sempre di compiacere i suoi padroni. L’Ordine dei Giornalisti dovrebbe procedere all’espulsione di Ferrara, per la manifesta indegnità di un soggetto che ieri sera ha dimostrato tutta la sua ignoranza e inciviltà offendendo milioni di siciliani onesti che tirano a campare anche per colpa dei suoi padroni, i quali hanno creato e alimentato un sistema clientelare indecente e, quello sì, mafioso. Ha offeso le vittime di mafia, del terrorismo mafioso e del dovere, il cui sangue innocente ha inondato le nostre strade. Tra queste persone, morte per amore della Sicilia, della verità e della giustizia, c’erano anche dei giornalisti. Giornalisti veri ai quali tutti coloro che fanno informazione dovrebbero ispirarsi. Ecco perché Ferrara non può più fare questo mestiere. Non ne è degno”.

5 commenti

  1. Ferrara dovrebbe chiedere scusa a tutti i Siciliani così insolentemente offesi e che ogni giorno svolgono onestamente il loro lavoro; ma anche a tutti coloro che sono dislocati in ogni angolo del mondo e che si fanno onore, lontani dalla loro terra,ma soprattutto a tutti coloro che sono stati uccisi barbaramente dalla mafia.
    Ma chiedo: possibile che, oltre al Presidente Ardizzone e a Sonia Alfano, nessuno di noi Siciliani onesti si indigna?

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  2. Guarda caso il giornale di Ferrara usufruisce di un contributo statale di quasi 4.000.000 di euro, tutti soldi pagati con le nostre tasse. Va bene finanziare l’arte, ma l’editoria, e certa editoria………………!!!!!

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  3. la sicilia è terra di emigarzione per eccellenza e una delle regioni più povere d’Europa; vi siete mai chiesti perchè e come sia possibile??Ci rispondano i parlamentari e gli europarlamentari a 20000 euro al mese grazie.

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  4. Tutti a stracciarsi le vesti contro Giuliano Ferrara che definisce la Sicilia (distinguendo correttamente organizzazione criminale mafiosa da mentalità mafiosa): “isola maledetta impregnata di cultura mafiosa”, intanto però la cascina di Cinisi in provincia di Palermo in cui 35 anni fa venne ucciso dalla mafia Peppino Impastato oggi è una specie di discarica abbandonata.
    Mentalità mafiosa è anche chiudersi in una sorta di autodifesa istintiva e tribale senza fare fino in fondo e impietosamente i conti con se stessi.

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