Uccise a Falcone Stefano Salmeri: condannato in Appello a 18 anni e 8 mesi Rosario Floramo

Uccise a Falcone Stefano Salmeri: condannato in Appello a 18 anni e 8 mesi Rosario Floramo

Uccise a Falcone Stefano Salmeri: condannato in Appello a 18 anni e 8 mesi Rosario Floramo

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mercoledì 28 Marzo 2012 - 14:52

I giudici di secondo grado hanno confermato la seminfermità mentale per Floramo per il quale il suo legale aveva chiesto il riconoscimento della totale infermità. L'uomo, nell'ottobre del 2007, uccise con una fucilata al petto il 25enne calciatore dilettante che si trovava in piazza con la fidanzata e gli amici. Disse che lo perseguitava e lo derideva davanti a tutti, accuse mai provate.

La Corte d’assise d’Appello di Reggio Calabria ha condannato a diciotto anni ed otto mesi di carcere, sei mesi di arresto ed il riconoscimento della semi infermità mentale, Rosario Floramo l’operaio che il 7 ottobre 2007 uccise a Falcone con una fucilata il calciatore dilettante Stefano Salmeri, 25 anni,
Il Pg Famiani aveva chiesto la condanna all’ergastolo per l’imputato.

In primo grado Floramo era stato condannato a 17 anni e 2 mesi di reclusione e a 20 anni in appello. Il suo legale, l’avvocato Rosa Mangiapane, si è quindi rivolta alla Corte di Cassazione chiedendo la revisione del processo ed ottenere la totale infermità di mente del suo assistito.
I giudici della Corte Suprema hanno quindi rinviato gli atti alla Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria, che hanno confermato la semi infermità mentale dell’imputato. Salmeri fu assassinato la notte del 7 ottobre del 2007 davanti ad una sala giochi. Floramo ha sempre spiegato il suo gesto sostenendo che Stefano ed i suoi amici lo deridevano continuamente, lo prendevano in giro e lo mortificavano. In realtà Stefano Salmeri era un ragazzo educato e di buona famiglia e, da quanto emerso dalle indagini della Polizia, mai si era sognato di perseguitare Floramo. Ma quest’ultimo si era convinto di essere oggetto dello scherno del giovane e dei suoi “compari” e così quella notte quando lo vide davanti alla sala giochi, andò a casa a prendere il fucile. Poi tornò da Salmeri e lo uccise con una fucilata in pieno petto. Quindi a bordo della sua Peugeot 205 raggiunse il commissariato di Barcellona e si costituì, consegnando anche l’arma del delitto

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