L’Acr sul ciglio del burrone: Domenicali lascia, la squadra abbandonata dalla società

L’Acr sul ciglio del burrone: Domenicali lascia, la squadra abbandonata dalla società

L’Acr sul ciglio del burrone: Domenicali lascia, la squadra abbandonata dalla società

venerdì 17 Settembre 2010 - 13:11

L’allenatore saluta Messina: “Abbiamo lavorato soli per 18 giorni. Dalla proprietà non è arrivato nessun segnale”. Il presidente Santarelli, atteso in città, bloccato da problemi personali. Molti calciatori ‘ostaggi’ dei contratti: “Comunque pronti a lottare per i tifosi”. Il punto interrogativo più grande sul futuro

Senti la storia di Jonathan Granito, vedi la grinta di Totò Cocuzza, e pensi a quanto un peccato sia non potere contare su una società solida in grado di sostenere questa squadra. E ci risiamo: un organico, anche se tirato su in fretta e furia, attrezzato (con qualche innesto necessario) per puntare alle zone alte della classifica. Intorno una condizione ambientale pessima, un’organizzazione societaria praticamente nulla, l’abbandono più totale intorno a calciatori e staff tecnico. Un film che sembra ripetersi, da Di Lullo a Di Mascio a Santarelli.

DOMENICALI: COSA COMPORTA L’ADDIO. L’ennesima goccia nel mare delle umiliazioni collezionate negli ultimi mesi, anni. Il tecnico Manuele Domenicali rassegna nel pomeriggio le proprie dimissioni, dopo 18 giorni di lavoro intenso vanificato dalle promesse non mantenute dalla nuova proprietà. Ritiene non ci siano le condizioni organizzative minime per puntare agli obiettivi che una piazza come Messina merita. E’ mancata l’acqua calda nelle docce dopo alcuni allenamenti e perfino l’acqua per bere. Ma soprattutto è mancata la presenza costante di un rappresentante del nuovo gruppo che guida il club. Domenicali ha atteso un segnale, che non è arrivato. Ha sollecitato più volte un incontro con il presidente Piero Santarelli, atteso in città nel fine settimana, ma che non arriverà ufficialmente per motivi personali. Il tecnico, già apprezzato per le sue doti umane e professionali, va via senza neanche avere firmato un contratto (propostogli solo verbalmente), ma con tanta amarezza in corpo: “Ero stato chiamato prima dell’inizio del campionato, conscio di dovere modellare la squadra in corso d’opera – ha commentato -. Abbiamo lavorato intensamente con i ragazzi, un gruppo ben attrezzato che con quattro innesti e qualche under poteva davvero puntare alla vittoria del campionato. Il problema è che probabilmente la società è più concentrata sugli aspetti finanziari che su quegli sportivi. Ho chiesto chiarezza, atteso per giorni qualcosa che non è mai arrivata. Mi dispiace tanto per Messina, una piazza importante nella quale avevo deciso di allenare nonostante la serie D”. E dispiace anche a chi ha a cuore le sorti dell’Acr, perché va via un allenatore preparato, una garanzia per tutto l’ambiente che adesso sente nuovamente mancare il terreno sotto i piedi.

CHI INCASSA IL COLPO. E così ad incassare il colpo restano come al solito i tifosi, quelli che seguono ancora con interesse le sorti dell’Acr. Alcuni anche oggi hanno voluto fare sentire la propria voce, incontrando dopo la conferenza i calciatori e il Direttore Generale Gianni Magi, l’unico della società che in questi giorni è stato in città e che oggi si trova in una situazione di equilibrio precario: da una parte le pressioni della piazza che ricadono tutte su di lui, non essendoci un altro rappresentante del club, dall’altra l’imput della società che gli ha già chiesto di cercare un sostituto di Domenicali. Anche se contro il Noto dovrebbe andare in panchina Giovanni Cirino.

In mezzo al caos ci sta la squadra, oggi presente nel corso della conferenza del San Filippo. A parlare il capitano D’Ambrosio, a seguire confronto tra alcuni atleti e i sostenitori peloritani. La posizione è chiara, sono dei professionisti, anche se giocano nei Dilettanti, e devono andare avanti, allenarsi e scendere in campo. Anche perché in questo momento il mercato è chiuso e non potrebbero accasarsi altrove. Utopistico pensare ad un ammutinamento, improbabile che non si affrontino gli impegni di campionato senza il placet della società, anche perché sono diversi gli atleti vincolati da contratto. Il loro messaggio limpido: consapevolezza delle difficoltà, ma disponibilità massima a gettare l’anima in campo per evitare il fallimento e la radiazione, già a partire da domenica. Si metteranno comunque in mostra, perché nel bene o nel male vestono sempre la maglia del Messina. Verranno evitate le brutte figure?

“Abbiamo parlato tra di noi, siamo uniti”, spiega Cocuzza, uno di quelli che lo scorso anno a Barcellona ha dormito perfino in macchina per una parola data ai tifosi igeani. E poi c’è l’ultimo arrivato, Granito, ventisettenne reduce da una buona stagione con la Carrarese in Seconda Divisione, nella quale ha segnato 8 gol. Un calciatore che ha quasi sempre giocato in C2 e ha rifiutato anche alcune importanti offerte per sposare la causa giallorossa. “Non pensavo di trovare questo clima – ha rivelato -, mi avevano parlato bene della nuova proprietà, anche noi ci troviamo sorpresi da questa situazione”. Sicuramente non avrebbe problemi, come altri suoi compagni di squadra, a trovare una diversa sistemazione, ma ha già giocato domenica con il Forza e Coraggio e dunque non potrà cambiare aria per qualche mese. Due esempi, tante altre storie, e le parole di Magi: “Ho portato io questi ragazzi, se le cose dovessero andare male non li lascerò certamente qui da soli”.

IL FUTURO, VERO PROBLEMA. Ma il problema principale resta il futuro prossimo del club. Non scendere in campo per una settimana, per due o per tre, a cosa porterebbe? Se non alla successiva scomparsa del club, assolutamente a niente. Dunque può solo essere vista come una provocazione. Anche i club organizzati si trovano così ad un bivio (c’è anche chi ha già scelto di non seguire Santarelli, dopo Di Mascio). Sostenere questi ragazzi che hanno dimostrato di volerci provare, pur contestando contestualmente Santarelli, qualora dovesse continuare a non mantenere le promesse fatte. Oppure mollare la presa, isolare questi soggetti. Tutto ciò in attesa che la palla possa passare ad un nuovo gruppo imprenditoriale, serio e in grado di liquidare i debiti che continuano ad accumularsi e potrebbero presto portare ad un esplosione finanziaria. A proposito di cessione, il “solito” gruppo dei calabresi affiancato da Arturo Di Napoli, sarebbe ancora alla finestra, pronto a portare a termine l’operazione. Ma l’impressione è che non si cambia completamente registro, l’unico destino immaginabile è la triste scomparsa della squadra. (E.Rigano-Foto D.Billa)

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