Acr Messina, lettera aperta di Carabellò alla città: «Il nodo è rappresentato dagli stadi»

Acr Messina, lettera aperta di Carabellò alla città: «Il nodo è rappresentato dagli stadi»

Redazione

Acr Messina, lettera aperta di Carabellò alla città: «Il nodo è rappresentato dagli stadi»

martedì 05 Agosto 2008 - 18:39

L'ex dg dell'Fc: «Gli organi competenti devono impegnarsi perché la società messinese che sarà ammessa a partecipare al Campionato nazionale dilettanti possa fruire, senza ostacoli di sorta, dei due impianti esistenti&

Tra le tre società interessate al ripescaggio in Lnd c’è l’Acr Messina di Giovanni Carabellò, volto non certo nuovo per il calcio messinese, essendo l’ex direttore generale dell’Fc Messina. In attesa di incontrare il sindaco Giuseppe Buzzanca, oggi Carabellò ha scritto una lettera aperta indirizzata alla città intera:

«Probabilmente è ormai noto a tutti che mi sono reso promotore di una richiesta di iscrizione in soprannumero della Associazione Calcio Rinascita Messina ad uno dei gironi del Campionato Nazionale di serie D organizzato dal Comitato Interregionale della Lega Nazionale Dilettanti/Figc. L’ho fatto con prontezza e convinzione, nella piena consapevolezza che la Città, in cui vivo da tantissimo tempo, stava correndo il serio rischio di rimanere praticamente senza una squadra inserita nei ruoli di un campionato nazionale. Mi erano, infatti, ben noti il contenuto sia dell’art. 24 delle N.O.I.F. sia le previsioni del C.U. n. 27 del 4 giugno 2008 emanato dal suddetto Comitato Interregionale con precise prescrizioni per quel che concerne i requisiti di ammissione alla Serie D delle società provenienti dall’ambito professionistico (produzione di tutte le ricevute liberatorie al 30 giugno di tutti i tesserati, impossibilità di poter portare in deduzione per quanto sopra anche eventuali crediti maturati o maturandi presso le Leghe professionistiche, etc.). Si tratta, con tutta evidenza, di condizioni peggiorative rispetto a quanto richiesto per la stessa ammissione al Campionato di serie B, anche a non voler tenere in conto della convenzione stipulata per il pagamento dell’Irpef ritenuta alla fonte tra Figc e Ministero delle Finanze, condizioni che per l’appunto, in base alla situazione debitoria resa di pubblico dominio, e, conclamatamente, ad oggi ancora non sanata, precludono al Fc Messina Peloro ogni possibilità di iscrizione a campionati anche dilettantistici, come del resto avvenuto, in un passato troppo vicino per essere già caduto nel dimenticatoio, a Forlì, Latina e Modica, tutte escluse, tra l’altro, dopo aver adito Tar Lazio e Consiglio di Stato.

Mi piace sottolineare che la mia iniziativa aveva, e, naturalmente, ha ancora, dopo essersi consolidata, solo l’intento di mettere a disposizione di Messina calcistica l’esperienza professionale e tutta la passione possibile, perché il calcio cittadino, coniugando saggiamente esigenze rigorose di bilancio e programmi ambiziosi, possa quanto prima tornare nei quadri professionistici, rivivere i prestigiosi successi del recente passato e farsi promotore di una valida politica di valorizzazione dei giovani talenti locali. Proprio perché mossa da tali motivazioni di carattere unicamente sportivo, e quindi al di fuori di interessi e/o schieramenti politici e da tutte le logiche e da ogni pur ipotizzabile gioco di potere o affaristico, essa ha saputo coagulare attorno a sé l’adesione di calciatori e dirigenti che negli ultimi anni sono stati protagonisti riconosciuti e apprezzati del calcio cittadino, l’impegno di imprenditori sani e solidi in grado di garantire più che adeguatamente, secondo i tempi previsti, la realizzazione dei progetti societari e, soprattutto, l’entusiasmo dei tifosi organizzati, che hanno subito inteso l’Acr Messina come l’unica possibilità per continuare a vivere la loro fede, il loro amore a certi livelli. Al tempo stesso, però, mi corre l’obbligo rilevare che le competenze ed i meriti sportivi maturati ed acquisiti sul campo, la comprovanda ampia solvibilità economica della struttura societaria, i programmi razionalmente predisposti per conseguire risultati di immediato successo e l’appassionata e concorde partecipazione della tifoseria non sono condizioni sufficienti perché il calcio rappresentativo della città di Messina possa continuare ad esistere quanto meno ai vertici del dilettantismo. È necessario anche ben altro e questo ben altro è una vera e propria condicio sine qua non, che però è di esclusiva pertinenza delle funzioni e delle istituzioni democraticamente individuate tramite libere elezioni dai cittadini. Senza campi di calcio disponibili non si può fare calcio, e, senza la dichiarazione di incondizionata disponibilità di un idoneo impianto da parte dell’Ente proprietario, non potrà essere perfezionata alcuna iscrizione alla serie D 2008/2009 e, pertanto, quasi sicuramente, non potrà partecipare al relativo campionato nazionale una squadra in rappresentanza e con il nome di Messina.

E deve trattarsi di una disponibilità totale, libera da lacci e laccioli e da ogni ipoteca, e sciolta da ogni obbligo derivante da precedenti impegni o convenzioni, che, allo stato dell’arte, non solo non hanno più alcuna ragione d’essere, ma fanno pensare a gestioni del patrimonio pubblico ingiuste e contrarie al bene comune. Il futuro del gioco del calcio di Messina città , dunque, dipende, in modo preponderante, della volontà dei supremi Organi cittadini, Sindaco e Consiglio Comunale: questi Organi, infatti, devono, senza indugi e tentennamenti, impegnarsi in modo chiaro, univoco, solare, formale e solenne, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze, perché la società messinese che sarà ammessa a partecipare al Campionato nazionale dilettanti possa fruire, senza alcun fraintendimento e senza difficoltà o ostacoli di sorta, dei due impianti esistenti (Celeste e S. Filippo) e delle loro pertinenze. Un tale impegno, ovviamente, non può non passare attraverso la preventiva rescissione unilaterale, sulla base del principio della prevalenza che deve sempre essere accordata al pubblico interesse sull’interesse privato, della convenzione a suo tempo firmata (?) come si dice, dal commissario straordinario Sinatra, che, peraltro, stando anche a quanto dichiarato dal neo sindaco Buzzanca in campagna elettorale, avrebbe potuto continuare a produrre i suoi effetti soltanto in caso di partecipazione della squadra contraente a campionati nazionali di serie A o B. Questa è la situazione, questo il nodo gordiano che tutti devono conoscere. Si tratta di sciogliere tale nodo, e se si vuole è possibile scioglierlo pressoché all’istante. Sarebbe indubbiamente la soluzione migliore. Ma se necessario, così come ora appare davvero necessario, il nodo in questione potrebbe (e dovrebbe) essere tagliato non fosse altro che per motivi di equità rimettendo tutte le aspiranti alla serie D sullo stesso piano. Non mancano di certo, infatti, le Autorità con il legittimo potere di farlo. Altrimenti…, altrimenti i messinesi innamorati di calcio avranno nel Camaro la loro squadra maggiore e al Camaro, nel torneo di Eccellenza, potranno, volendo, fornire il loro supporto di dodicesimo uomo in campo, in grado di incidere positivamente sui risultati delle partite. Trionfo dei valori dello sport, ma mortificazione completa delle legittime aspirazioni e dei sogni di tutta una Città.

Distinti saluti.

Giovanni Carabellò».

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