Sfumata la finale playoff, la società pensa a programmare la prossima stagione: le prime impressioni del presidente. E sul “dualismo” con la squadra di Martorano: «Non dobbiamo metterci a gareggiare tra noi squadre cittadine, ma impegnarci tutti per fare il meglio per la nostra città»
Sul campionato di Eccellenza 2010-2011, per il Città di Messina, il sipario è calato domenica scorsa, con la sconfitta ad Avola nella semifinale playoff. La delusione è stata tanta, soprattutto per la grinta messa in campo dagli uomini guidati da Pasquale Rando, che, sfortunatamente, non sono riusciti a trovare la porta malgrado le numerose occasioni da gol. Ma adesso bisogna lasciare alle spalle questo torneo e pensare alla prossima stagione. Ne è consapevole il presidente Elio Conti Nibali, colui che la scorsa estate ha lanciato il progetto Città di Messina e che da subito ha annunciato l’ambizione di riportare il calcio peloritano ai livelli che gli competono. In questo 2011 non si è potuto brindare all’obiettivo, ma il campionato è servito alla società per maturare esperienza nell’ambiente e organizzarsi ancora meglio per il futuro.
Presidente, la squadra è riuscita a conquistare i playoff, ma la promozione in D, alla fine, è sfumata. Qual è il giudizio della società su questa stagione?
-Nell’insieme, se teniamo presente tutto ciò che abbiamo fatto nella seconda parte del campionato, la rincorsa entusiasmante, e la conquista dei playoff che a dicembre sembravano persi, c’è un lato molto positivo. Il rammarico è che all’inizio abbiamo tentennato e sicuramente questo non era previsto. Abbiamo avuto comunque delle risposte molto positive dal gruppo. E poi dobbiamo guardare i risultati a tutto tondo, e in questo senso abbiamo avuto due grandi soddisfazioni. La prima è esser riusciti a centrare l’obiettivo di aprire al pubblico, già a inizio stagione, il Celeste, che rappresenta certamente un luogo ideale per la comunità sportiva cittadina. L’altro obiettivo, un elemento molto qualificante e che ci inorgoglisce, è il grande lavoro svolto dal settore giovanile, e qui devo ringraziare il responsabile tecnico, Carmelo Mancuso, il dirigente dott. Currao, e l’ingegnere Dino Cardile-.
Per la prossima stagione dobbiamo aspettarci una rivoluzione oppure l’organico verrà in buona parte riconfermato?
-Io sono un appassionato, vivo molto di emozioni, e in questo momento riconfermerei tutti. Però da dirigente devo dire che valuteremo tutto con calma. Questo gruppo mi ha dato tantissimo, e io vorrei dimostrarglielo riconfermando tutti; ma parlare da dirigente, e vedere in effetti il da farsi, è altra cosa-.
In questi mesi si è parlato tanto di fusione con l’Acr Messina. L’intenzione è quella di continuare da soli, oppure lasciate aperta la porta per una collaborazione?
-Lo ribadisco: noi non abbiamo mai parlato di fusione, né sul tavolo ci sono mai state iniziative avviate seriamente in questa direzione. Detto questo, noi siamo scesi in campo per consentire il rilancio del calcio cittadino, attraverso un percorso che parte da una situazione societaria che funziona in un certo modo, puntando al massimo coinvolgimento delle forze imprenditoriali e professionali cittadine, e continueremo ad andare avanti in questa direzione. Se poi si apriranno spazi concreti, in cui potrebbero essere avviati altri discorsi, valuteremo solo in quel momento-.
Il Città di Messina dunque si candida ad essere la prima squadra cittadina?
-No. Io credo che non dobbiamo metterci a gareggiare tra noi squadre cittadine. Credo che dobbiamo impegnarci tutti, invece, per fare il meglio per la nostra città-.
Cosa ne pensa allora della rivalità tra simpatizzanti dell’Acr e del Città di Messina, che spesso, anche nei commenti su Tempo Stretto, assume toni molto duri?
-Personalmente, sono stato da sempre un grandissimo tifoso della squadra della mia città. So anche che il calcio è fatto di tifo e di punzecchiature, ma i dirigenti non devono seguire queste cose: devono pensare, piuttosto, a dare al massimo quello che hanno, cercando, se siamo veramente convinti di fare il bene sportivo di Messina, di puntare su cose veramente positive. Ho tanti amici che seguono con passione l’Acr Messina, e conosco da tanti anni gente che ci lavora, e non ci sarà mai, da parte mia, nessuna posizione negativa o critica nei confronti dell’Acr-.
Insomma, il Città di Messina è deciso a continuare il suo progetto, nel quadro di una pacifica convivenza con l’Acr. Almeno questa è la volontà espressa da Conti Nibali. Nessuna rivalità, nessun dualismo: soltanto, la voglia di far crescere la città e portare il suo calcio ai livelli che, vista la sua storia e la sua tradizione, merita di raggiungere il più presto possibile.
