Approvato il “Cambio di passo”. De Luca incassa 16 sì. LIVE DALL’AULA

Approvato il “Cambio di passo”. De Luca incassa 16 sì. LIVE DALL’AULA

Francesca Stornante

Approvato il “Cambio di passo”. De Luca incassa 16 sì. LIVE DALL’AULA

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lunedì 27 Gennaio 2020 - 19:27

In diretta dalla sala del consiglio di Palazzo Zanca i lavori sull’ormai famigerato Cambio di passo

Terza seduta sul “Cambio di passo” in Consiglio comunale. Si ricomincia tra incertezze, un maxi emendamento condiviso che di fatto stravolge la natura della piattaforma inizialmente presentata da De Luca, ma soprattutto la ricerca disperata dei numeri che il sindaco ha posto come condizioni per non dimettersi. La domanda è: si andrà avanti o Messina si prepara per nuove elezioni a maggio?

Intanto la seduta di oggi vedrà l’assenza dei genovesiani Salvatore Sorbello, Benedetto Vaccarino, Francesco Pagano, Giandomenico La Fauci e Giovanna Crifò. Rientrano invece i consiglieri di Sicilia Futura Piero La Tona e Daria Rotolo, sara assente Nino Interdonato.

IN AGGIORNAMENTO

ORE 23.03 SI CHIUDE LA SEDUTA SUL CAMBIO DI PASSO

De Luca non si dimette. Ecco il suo discorso dopo il voto

Non è l’esito numerico che sto a valutare. Mi rasserena aver ridotto il fronte del no a prescindere. E’ un dato di cui vado orgoglioso. La città non se ne farà nulla dei non voti e non me ne faccio nulla neanche io. La qualità del sì oggi è aumentata in relazione solo a un aspetto: meglio una maggioranza risicata ma convinta e coesa e non 20 voti in parte drogati dalle assenze e dalle irresponsabilità. Non posso oggi porre la questione di principio per come tanti hanno cercato di farmi fare. Non mi attacco al voto che mancava. Che c’è ma è mancato. Qui oggi al cospetto della città ci sono 16 sì convinti di un programma di delibere che bisogna affrontare e discutere una per una. Si è spostato il baricentro da quello che per molti era il no a prescindere su un terreno di dialogo. Cosa faremo? Continueremo ad amministrare questa città e con maggiore determinazione. Si conclude così questo momento di grande confronto. Sono sicuro che la città vi ringrazia ed è logico che lo fa sulla scorta dei risultati che abbiamo finora conseguito. Adesso dobbiamo chiudere questa fase di risanamento economico-finanziario e sommessamente vi dico che si va avanti senza se e senza ma»

ORE 22.47 L’AULA E’ PRONTA PER ANDARE AL VOTO SUL “CAMBIO DI PASSO”

La votazione avviene per appello nominale

Edito del voto. Presenti 27 consiglieri: 16 favorevoli, 10 contrari, 1 astenuti

Favorevoli: Bonfiglio, Caruso, Cipolla, Crifò, D’Angelo, De Leo, Giannetto, Gioveni, Interdonato, La Tona, Parisi, Pergolizzi, Rizzo, Rotolo, Serra, Zante

Contrari: Argento, Bramanti, Cannistrà, Fusco, Gennaro, Mangano, Russo Alessandro, Russo Antonella, Scavello, Schepis

Astenuti: Cardile

ORE 22.43 MENTRE DE LUCA CONCLUDE IL SUO ULTIMO LUNGO INTERVENTO FA IL SUO INGRESSO IN AULA NINO INTERDONATO, CONSIGLIERE DI SICILIA FUTURA. Era stato assente perché impegnato a Roma in una riunione Anci ma i lavori sono andati così per le lunghe che ha avuto il tempo di rientrare e tornare in aula per votare. Prende subito la parola: «I toni di questi giorni non mi sono piaciuti, ci si può confrontare su tutto, ma sul piano personale non si deve mai scadere.

ORE 22.32 Dopo una brevissima interruzione continua De Luca: «Non chiedo nessun atto fideistico. Basta con questa strumentalizzazione intimidatoria. Proprio oggi dico viva la libertà di chi ha avuto il coraggio di esprimere le proprie posizioni liberandosi dalla cappa di chi voleva soffocare il dissenso. Io ce l’ho la tentazione di andare a votare perché dopo tutti gli avvoltoi che si sono aggirati in questa fase avrei la voglia di sfidare questi personaggi.

Sono soddisfatto della qualità del dibattito che è venuto fuori grazie al “Cambio di passo”, ringrazio chi ha fatto scelte importanti politiche e personali sull’altare del “Cambio di passo”. Prevale il dibattito rispetto a tutto il resto. Adesso la parte finale dovete farla voi. Dimostriamoci uomini e donne all’altezza del compito. Uomini e donne che hanno la capacità di mettere da parte la politica e che anche di fronte a una reazione scomposta riescono a dare una lezione.

ORE 22.17 Tocca di nuovo al sindaco prendere la parola per replicare ai consiglieri. De Luca riparte all’attacco prendendo come spunto l’intervento del capogruppo del Pd, ribadisce che la sua amministrazione ha fatto tutto quello che gli altri non hanno avuto il coraggio di fare, che il Pd è tra quelli che hanno distrutto la città, che i messinesi non hanno mai riconfermato nessun sindaco. Parla dei fondi recuperati e del lavoro dei suoi assessori. Nel frattempo ogni frase urlata del sindaco è scandita da applausi e ovazioni da stadio che arrivano dalla tribuna del pubblico. Senza nessun richiamo dal presidente Cardile che sembra aver mollato le redini.

De Luca continua il suo monologo tra gli applausi ma all’improvviso esplode la contestazione dall’alto. E’ l’ex consigliera comunale Ivana Risitano a richiamare l’attenzione del presidente del consiglio Cardile che decide di interrompere la seduta e allontanare dall’aula la Risitano. Scoppiano le polemiche, anche perché fino a questo momento gli applausi e i cori ogni tre parole sembra non abbiano infastidito nessuno.

ORE 22.13 Prende la parola Giovanna Crifò che in contrasto con il suo gruppo alla fine si è presentata in aula, nonostante la presa di posizione dei colleghi e di Luigi Genovese: «Ho scelto di esserci per la convinzione che bisogna mettere al primo posto il bene della città. E con coscienza vorrò portare avanti tutti gli atti che serviranno. I miei colleghi di partito e il mio referente mi capiranno perché sono abituata a battermi da sola. Non sono in aula perché mi spavento delle dimissioni del sindaco. Sono al mio sesto mandato ed il mio lavoro è sul territorio. Spogliamoci dei nostri colori politici e votiamo tutti sì a questo documento. Tutti vogliamo che lei rimanga».

Ore 22.08 Salvatore Serra: «Sindaco le direi di dimettersi giusto per sapere chi sono questi giganti politici che hanno il coraggio di scendere in campo. Chi può smentire il gran lavoro fatto da questa amministrazione, questo consiglio, dirigenti e dipendenti comunali. Questa città ha pagato per più di vent’anni, non ho mai assistito a un lavoro così enorme. La città lo deve sapere».

ORE 21.54 Tocca adesso al capogruppo Pd Gaetano Gennaro: «Penso che alla fine alcuni degli obiettivi che questo documento si era prefissato l’ha raggiunto. Alla fine l’intergruppo se lo ritrova ed è composto da tutti i colleghi che in questi giorni sono transitati al Gruppo Misto. Il lavoro che dovrà fare il consiglio comunale a questo punto lo conosciamo, non sappiamo però quale sarà il lavoro che dovranno fare gli assessori dell’amministrazione De Luca». Gennaro poi lancia un “messaggio” al collega di partito e presidente Claudio Cardile: «Finché lei è seduto lì alla presidenza deve astenersi perché è un voto di garanzia per tutto il consiglio». Un messaggio poco velato, anche perché in aula si è mormorato della possibilità che Cardile opti per un voto diverso rispetto alla consueta astensione per raggiungere quota 17.

ORE 21.44 Massimo Rizzo di LiberaMe riprende la parola: «Ho sentito parlare di voto di fiducia, ma nell’ambito degli enti locali il voto di fiducia non esiste. E’ vero che amministrare è anche fare politica. Ma di politica in questa delibera non c’è più quello che era il senso iniziale. Quello che ci troviamo di fronte è la fotografia del percorso amministrativo che il sindaco ci prospetta. Non è un’adesione fideistica. Ora rispetti il cronoprogramma, esamineremo delibera per delibera e concentriamoci sulle cose che riguardano veramente la città. Questa giunta non può farcela da sola, bisogna fare uno scatto in avanti e condividere una visione di città. Qua non c’è nessuna sindrome di Stoccolma, al massimo c’è qualche sindrome da segreteria di partito. Bisogna accendere il turbo».

ORE 21.42 L’esponente in aula del gruppo Più Europa torna a ribadire la sua posizione già espressa nella scorsa seduta. «Io arrivo al voto senza alcun accordo politico con il sindaco, quello di oggi non è un atto di fedeltà nei confronti del sindaco. Non sono un compagni di viaggio di De Luca, ma della città. Messina non può permettersi un commissariamento, voterò fuori da schemi e interessi e il mio voto sarà favorevole.

ORE 21.15: La parola torna al sindaco De Luca che inizia a rispondere ai consiglieri. I primi a cui si rivolge sono i consiglieri di Sicilia Futura: «Non posso passare per una persona politicamente inaffidabile, si tratta di dinamiche palermitana che non hanno diritto di cittadinanza in quest’aula». Poi si rivolge anche al Pd: «Prendo atto che c’è chi vota no per motivi politici ma io non faccio politica qua dentro, io amministro. Messina è stata deturpata dalla troppa politica che si è fatta in questa città». Poi a Cristina Cannistrà: «I fatti stanno nei voti delle delibere, dal Salva Messina al Piano di riequilibrio. La storia delle votazioni dice che De Luca non ha nessuna maggioranza perché gli atti sono stati quasi sempre votati da 13 o al massimo 15 a favore».

«Il Cambio di passo è un programma amministrativo, non politico. Nessuno è entrato nel merito delle 100 delibere che rappresentano un programma amministrativo. Non posso accettare l’alibi che qualcuno vuole utilizzare in quest’aula per scappare dal merito delle proposte. Ne prendiamo atto, ormai siamo abituati. Io sono sotto pressione perché vivo notte e giorno cosa significa amministrare Messina. Anche il consiglio comunale deve stare sotto pressione, non sotto ricatto, ma sotto pressione. La responsabilità è condivisa e dunque tutti dobbiamo essere sotto pressione. Se non vi piace mi dispiace, io ragiono così. Se possiamo fare 100 dobbiamo fare 110 perché abbiamo nelle mani tanti destini. Non abbiamo vincoli con le parti politiche, lo abbiamo con la città. E allora scegliete se dovete rendere conto alla politica o alla città. Qua non è un problema di numeri, ma capire se ognuno di voi vuole continuare con questo ritmo».

Risponde anche ad Antonella Russo: «Se lei dice che vota no per rispetto delle Istituzioni allora dice che tutti quelli che voteranno sì sono un’altra cosa, dovrebbe rendersi conto che il muro di Berlino non c’è più da tempo». E ad Alessandro Russo: «Non ho capito perché dal sì è passato al no, ne prediamo atto. Se si parla di dignità ci sarebbe tanto da spiegare ma non mi interessa, lo spiegherà alla città».«Chiudo ringraziando il collega Bramanti che ha confermato la mia disponibilità, accetto anche l’invito a sottopormi a una visita, spero gratuita, ma non ho capito perché vi tirate fuori. Perché al di là di qualche neurone che lei mi vuole controllare non avete spiegato perché la forza che rappresentate si tira fuori da un percorso importante.

Siamo alla conclusione di questo dibattito, assisterò all’esito della votazione. Quello che mi auguro è che non ci sia la necessità di bruciare 1,2 milioni per nuove elezioni. Esca un voto responsabile. Responsabile significa cercare di prendere nelle diversità ciò che è importante per la città. Così, , se sarà, alla storia passeranno il sindaco De Luca, la sua giunta e il consiglio comunale».

ORE 21.13. Dino Bramanti, che nelle prime due sedute sul “Cambio di passo” era stato assente parla per la Lega anche parla anche a nome del collega Giovanni Scavello «Voteremo contro, abbiamo sempre votato delibera per delibera, questo scontro è inutile ed è servito solo a convogliare un gruppo di incerti. Da neurologo invece la invito a contenere il suo carattere».

ORE 21.03 Il capogruppo di LiberaMe Biagio Bonfiglio interviene per esprimere la posizione favorevole del gruppo: «Stiamo dimostrando che questo consiglio è ancora una volta stato capace di dimostrare che sa far correggere il tiro al sindaco. La prima versione del documento non poteva essere accolta da nessuno dei gruppi. Al sindaco bisogna dare atto che non può non essere presentato alla città un documento che è di tipo amministrativo.«Ci sta chiedendo di avere tempi certi per la votazione delle delibere, la sua richiesta non ha più un significato politico per questo noi voteremo a favore, ma sindaco chiedo che lei si scusi per i toni utilizzati nell’ultimo mese, mi auguro che la futura dialettica possa viaggiare sui binari del rispetto reciproco».

ORE 20.55 Tocca adesso al consigliere di LiberaMe Alessandro Russo che fin dall’inizio si è dichiarato contrario a differenza dei colleghi del suo gruppo. «Nel giro di 26 giorni il sindaco ha stracciato le forze politiche di questo consiglio comunale e continua in questa strada di dividere buoni e cattivi sulla base di chi condivide o meno le sue idee. Chi non condivide non dovrebbe essere etichettato come irresponsabile. Ora ci troviamo nella situazione che De Luca potrebbe trovarsi dover spiegare che si dimette per cosa? Perché non ha raggiunto i 17 voti ma comunque la sua delibera è stata approvata? Oggi sta continuando a chiedere una fiducia politica con questo atto. Il mio no non è preconcetto, oggi è difficile dire no a un’amministrazione così forte. Rivendico con orgoglio questa posizione così scomoda perché c’è un punto che dev’essere chiaro: la dignità di quest’aula dev’essere difesa e abbiamo il dovere di rappresentare tutta la città. Da questo voto il sindaco dovrà prendere una decisione importante. Ma aveva bisogno di un documento politico quando qua dentro ha avuto 32 uomini d’onore che di volta in volta si sono impegnati nel votare gli atti ritenuti importanti per il bene della città? E’ una scelta legittima, ma se lo fa è perché vuole andare al voto, non perché in quest’aula non ci sono le condizioni per andare avanti. Oggi voterò no e sono pronto a ricominciare domani a esaminare atto per atto».

ORE 20.49 Dai banchi del centrosinistra parla la consigliera Pd Antonella Russo: «Sicuramente il sindaco ha un grande merito. Ha spaccato i fronti politici in quest’aula. Ma c’è una parte di Messina che non è rappresentata da lei, se ne faccia una ragione. Lei oggi ci presenta un emendamento che ha alleggerito la proposta inziale. L’intergruppo che era fondamentale non è più fondamentale. Idem per la cabina di regia. Non so come finirà la votazione, ma se lei deciderà di dimettersi lo farà con una delibera approvata, quindi poi dovrà dirlo alla città che si dimette dopo che il consiglio ha approvato la sua proposta. Dunque cosa rimane? L’invasione di campo sul regolamento del consiglio comunale e l’elenco delle delibere da votare che comunque non serviva se non per lasciare un segno politico in questo atto. La costituzione di una nuova fondazione partecipata è un atto politico non dovuto. La revisione dello Statuto comunale che propone è un atto politico, non dovuto. Rimane il fatto che un semplice piano programmatico poteva essere presentato come atto di indirizzo e comunque sarà votato sotto la minaccia delle sue dimissioni. Questi sono i fatti, tutto il resto è propaganda elettorale. Il mio voto non può che essere no».

ORE 20.43 Prende la parola Cristina Cannistrà per il M5S: «Vorrei esordire con una narrazione diversa da quella sentita fino ad oggi. Il sindaco ha raccontato la sua storia, è stato bravo perché ha scoperchiato un calderone che ha consentito ai “vorrei ma non posso” di uscire allo scoperto. Con il Salva Messina aveva già una sua maggioranza. Poi un giorno ha iniziato ad attaccare la sua maggioranza, accusandoli di tirarlo per la giacchetta. Non so se ci meritiamo di essere sempre sotto pressione. In questi 18 mesi siamo stati noi ad essere attaccati costantemente da lei, noi rimarremo qui fino a quando ne avremo possibilità.. Il M5S ha contribuito fattivamente in ogni delibera dei debiti fuori bilancio, Atm, Arisme, baratto amministrativo. Abbiamo partecipato, votato, espresso la nostra critica, migliorato con i nostri emendamenti. Ma oggi ci chiede di deliberare su un atto che per noi è comunque un programma politico. E noi parteciperemo con il nostro senso di responsabilità e voteremo in maniera contraria».

ORE 20.34 Dai banchi del centrodestra annuncia il suo voto favorevole Pierluigi Parsi: «Oggi siamo qui a discutere in quanti siamo a credere in questo “cambio di passo”. Ma il problema vero non possono essere i numeri. Io sono in quest’aula da 7 anni e qualcosa l’ho imparata. La forza del no a prescindere si è affievolita nel tempo, molti che erano partiti con il no a prescindere si sono ricreduti. Voglio lasciare Messina un po’ meglio di quella in cui è stata costretta a crescere la mia generazione. Questa occasione non capita spesso, non perdiamola. Per il bene dei messinesi depositiamo tutti l’ascia di guerra».

ORE 20.28 INIZIA LA VOTAZIONE DEGLI EMENDAMENTI

Primo sub emendamento presentato da Sicilia Futura: 26 presenti, 15 favorevoli, 8 contrari, 3 astenuti.

Secondo sub emendamento presentato sempre da Sicilia Futura: 26 presenti, 15 favorevoli, 9 contrari, 2 astenuti.

Maxi emendamento presentato dal sindaco: 26 presenti, 15 favorevoli, 9 contrari e 2 astenuti.

Un voto importante perché fotografa esattamente quello che sicuramente sarà il voto finale sul “Cambio di passo”.

ORE 20.24 Gennaro vuole dichiarare la linea di condotta che terrà insieme alla collega consigliera Antonella Russo. E qui balza all’occhio l’assenza dai banchi del terzo “oppositore” del Pd Felice Calabrò. «Il significato politico di questo documento è stato chiaro e dichiarato dal sindaco. Se anche noi in questo atto inserissimo la Divina Commedia noi non potremmo comunque accettare di essere i compagni di viaggio del sindaco De Luca. Dov’è l’interesse e il bene della città non lo può sapere né il sindaco né il consiglio comunale. Lo dirà poi la città. Non ho difficoltà a dire che voterò contrario per motivi politici, la politica è la cosa più nobile che un uomo può fare. Voteremo contrari a tutti gli emendamenti e i sub-emendamenti».

ORE 20.17 La parola passa al consigliere di LiberaMe Massimo Rizzo per un intervento di carattere tecnico che riguarda gli emendamenti. «Abbiamo presentato tre emendamenti. Il primo riguardava la cassazione del punto che riguarda la costituzione della “cabina di regia” assorbito però dal maxi emendamento presentato dal sindaco. Dunque lo ritiriamo. Il secondo cassa alcune modifiche al regolamento del consiglio proposto nella prima delibera del sindaco, ma anche questo è stato recepito dal sindaco. Il terzo invece cassava le delibere di pianificazione strategica perché si tratta di delibere che devono essere figlie di condivisione politica che in questo documento in realtà non c’è più. Ma anche in questo caso il sindaco ha accolto il nostro invito inserendo che questi provvedimenti saranno preventivamente concertati. Per questi motivi ritiriamo tutti gli emendamenti».

ORE 20.02 Riprende la seduta e si alza a parlare il capogruppo di Sicilia Futura Piero La Tona, oggi di nuovo in aula dopo il passo indietro del sindaco sulla parte politica del “Cambio di passo”. «Sicilia Futura rientra in aula dopo la protesta contro il sindaco. Nel nostro intervento del 20 gennaio avevamo detto che noi non vogliamo assessorati. Il sindaco ha affermato che Sicilia Futura non voterà le sue delibere finché non le sarà dato un assessorato, ma dalle statistiche fatte da lei emerge che Sicilia Futura ha votato favorevolmente il 60% delle sue delibere. Prima e dopo le Europee. Abbiamo detto altro, abbiamo parlato di accordi politici fatti tra l’altro alla luce del sole come per le Europee. Il nostro ragionamento partiva dal presupposto che il sindaco DE Luca fa accordi politici strumentali solo per il suo tornaconto personale, come fu con l’Udc per le regionali e poi con Sicilia Futura alle europee. Per questo abbiamo spiegato che non potevamo essere favorevoli ad un “Cambio di passo” di natura politica. Oggi tra Sicilia Futura e il sindaco non ci può essere condivisione politica, ognuno per la sua strada. Una strada comune è ormai un lontano ricordo. Anzi chiediamo scusa a chi su nostra richiesta ha votato Dafne Musolino alle europee che lo hanno fatto per fiducia politica nei nostri confronti. Siamo però di nuovo in aula perché siamo persone serie e perché grazie all’emendamento da noi richiesto sarà stralciata tutta la parte politica. Lo avevamo detto chiaramente che saremmo tornati in aula quando si sarebbe parlato solo di aspetti amministrativi. Se qualcuno ha dimostrato di avere a cuore gli interessi della città prima ancora degli interessi di partito quelli siamo noi. Dovrebbe ringraziarci per aver contribuito ad aver aumento il suo consenso in città avendo sostenuto i suoi atti amministrativi. Nessuno ci detta linee politiche e sbaglia quando si complimenta con noi attaccando il nostro referente Beppe Picciolo. Se oggi siamo chiamati ad approvare un cronoprogramma di atti amministrativi dovuti noi rispondiamo presente fermo restando che non faremo mai parte di intergruppi o cabine di regia. Gettare fango sulle persone non fa onore a nessuno e ci si sporca. Annunciamo il voto favorevole di tutto il gruppo, compreso Nino Interdonato che è assente perché impegnato all’Anci, all’emendamento che stralcia tutta la parte politica e dunque se così sarà anche alla delibera».

Poi La Tona illustra alcuni sub emendamenti cioè non comprendere il segretario generale insieme a dirigenti e componenti della giunta nell’organizzazione dei lavori del consiglio. E poi vogliamo aggiungere che il voto di astensione sia motivata».

ORE 19.58 LA SEDUTA VIENE SOSPESA PER QUALCHE MINUTO. Intanto proviamo a fare la conta dei voti che a questo punto l’aula potrebbe esprimere. Con l’arrivo di Giovanna Crifò i sì a questo punto potrebbero essere 16:  Salvatore Serra, Nicoletta D’Angelo, Biagio Bonfiglio, Nello Pergolizzi, Massimo Rizzo, Dario Zante, Francesco Cipolla, Serena Giannetto, Pietro La Tona, Daria Rotolo, Alessandro De Leo, Pierluigi Parisi, Libero Gioveni, Giovanni Caruso, più Nino Interdonato (non presente alla seduta, ma di fatto sostenitore della delibera) più Giovanna Crifò. Quindi 15 sì effettivi più quello virtuale di Interdonato che è assente alla seduta.


ORE 19.40 Il sindaco Cateno De Luca presenta il suo emendamento e parte però da alcune considerazioni su quanto è appena accaduto in aula. «Manifesto la mia solidarietà al collega Libero Gioveni perché so quanto questa decisione è stata sofferta, ma libera. Gioveni è stato uno dei pochi che in questi mesi ha dato pubblicamente merito ad alcune iniziative che abbiamo portato avanti insieme. La mia ambizione è farmi carico di una posizione sicuramente difficile, voglio tentare percorsi impossibile perché per passare alla storia bisogna affrontare cose che altri non hanno minimamente voluto sfiorare». 

De Luca parte subito all’attacco e si scaglia in un pesantissimo attacco nei confronti prima dei consiglieri comunali che non hanno avuto coraggio di votare neanche un debito fuori bilancio e poi direttamente contro il presidente Claudio Cardile che tenta di arginare le urla del sindaco. Dalla tribuna del pubblico scattano gli applausi a sostegno.

«Finiamola di fare gli sfasciacarrozze, ho visto moltiplicarsi gli avvoltoi in queste settimane. Certi umori e certi pruriti devono stare fuori dall’aula, vale per me e i miei assessori e vale per voi».

Come cambia il “Cambio di passo”

Poi finalmente De Luca entra nel merito dell’emendamento che presenta per modificare il suo “Cambio di passo”. «Ho cercato di raccogliere le proposte manifestate da quest’aula, io voglio andare avanti ma voglio farlo con dei compagni di viaggio capaci di mettere il turbo, come dice il consigliere Massimo Rizzo. Ho eliminato intergruppo e anche la “cabina di regia”. Per me era importante scegliere il modo per raccordarci su come andare avanti sui provvedimenti, possiamo farlo anche prendendoci un caffè in sala giunta. La mia porta è sempre stata aperta. Poi il regolamento: ribadisco l’importanza di eliminare l’astensione valida come voto negativo. Ripristinare la diretta streaming del consiglio ed equiparare i rapporti tra giunta e consiglio anche per i lavori delle commissioni. 
Per quanto riguarda la terza parte non abbiamo fatto altro che aggiornare le date dei provvedimenti inclusi. E iniziare la programmazione strategica solo dopo confronto con chi ci sta».

Questo dimostra che il “Cambio di passo” non era una prova muscolare ma un momento di reale confronto per far emergere la sacrosanta volontà di portare avanti la città a un ritmo ancora più forte. Il 2020 porterà numeri importanti grazie all’azione che abbiamo avviato e che non si può interrompere. Noi ci siamo alla luce del sole e senza improvvisazione. Abbiamo posto la questione degli argomenti da affrontare. Nel merito ci confronteremo, com’è sempre stato. La città adesso si aspetta una decisione».

ORE 19.35 Il capogruppo del Pd chiede di poter commentare la scelta del collega Gioveni: «Auguro al collega Gioveni il mio in bocca al lupo. Ma qualche precisazione va fatta perché sembra quasi che la scelta di non stare più all’interno di un partito sia legata esclusivamente alle dinamiche legate all’amministrazione in carica. Senza guardare in modo ampio alle logiche del partito. Dentro il Pd non ci sono no a prescindere, il problema casomai sono stati i sì a prescindere (affermazione che strappa l’applauso del capogruppo M5S Argento)».

ORE 19.30 Si consuma l’ennesima spaccatura all’interno dei gruppi consiliari, dopo le due scissioni di Serena Giannetto e Francesco Cipolla dal M5S e Nicoletta D’Angelo da Ora Messina. Il primo che chiede la parola prima di iniziare il dibattito è il consigliere del Pd Libero Gioveni che annuncia il suo addio al gruppo e il passaggio al Gruppo Misto. «La mia decisione esula dalla decisione dell’esito del voto di questa sera. Ho consapevolezza delle fin troppo evidenti divisioni e differenze rispetto al mio gruppo di appartenenza. Nemmeno un mese fa, pur con i dubbi legittimi, ho persino rinnovato la tessera del Partito Democratico perché fino alla fine ho sperato che qualcosa potesse cambiare in termini di apertura. Apertura non al sindaco De Luca ma a quanto di buono si può ancora fare, anche nella scelta di proseguire un percorso amministrativo che sta tentando di invertire la rotta. La mia posizione netta sulla piattaforma del sindaco De Luca non può passare inosservata e non può essere considerata una delle tante posizioni differenti. Non ci sto più a dovermi giustificare delle mie visioni diverse, né con i miei colleghi né con il territorio. Se si è per la città bisogna dimostrarlo no annunciarlo. Non voglio assolutamente ritenermi responsabile dell’interruzione del percorso avviato da De Luca».

Intanto fa il suo ingresso in aula Giovanna Crifò, a differenza di quanto aveva annunciato oggi Luigi Genovese rispetto alla decisione dei suoi consiglieri di non partecipare ai lavori. Una presenza che evidentemente segna anche in questo caso una distanza rispetto alle decisioni dei gruppi di centrodestra genovesiani.

ORE 19.26 INIZIA LA SEDUTA Il presidente Claudio Cardile apre i lavori annunciando la presentazione di 4 emendamenti, uno a firma del sindaco De Luca, tre che arrivano dai consiglieri.

2 commenti

  1. Tra le cose più nobili che un uomo può fare c’è sicuramente quella di andare a lavorare per se e per il bene comune.
    Per tutti: Basta false ideologie

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  2. Fossero stati anche 12 o 10, a de luca sarebbero andati bene.
    Lui prima le spara grosse, poi, ridimensiona le sue sparate in base ai voti di chi, temendo la disoccupazione, lo segue come pecore al pascolo.
    Messina, un tempo città grande e gloriosa, adesso infimo e squallido paesaccio, si merita questo sindaco e questi consiglieri.

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