Genovese chiede soluzioni condivise. Picciotto: “Lui prende tempo, noi incontriamo Crocetta”

Genovese chiede soluzioni condivise. Picciotto: “Lui prende tempo, noi incontriamo Crocetta”

Genovese chiede soluzioni condivise. Picciotto: “Lui prende tempo, noi incontriamo Crocetta”

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martedì 03 Febbraio 2015 - 17:04

Il coordinatore di Uniti per Messina vuole abbassare i toni e ricorda l’alto carico delle pensioni che incide sul bilancio dell’ente camerale. Il presidente di Confcommercio replica a muso duro e annuncia un incontro per venerdì prossimo col presidente della Regione

“L’obiettivo è di avere un sistema camerale che sia strumento e volano del sistema economico e produttivo del nostro territorio, un obiettivo che deve essere di tutta la comunità e di tutte le istituzioni messinesi”. Tonino Genovese, interviene nel dibattito sul futuro della Camera di Commercio nella veste di coordinatore di Uniti per Messina, stigmatizzando le contrapposizioni, le fughe in avanti e le ricorse mediatiche che non possono portare “giusta” soluzione al problema.

"La complessa vicenda sulla Camera di Commercio si colora ogni giorno di nuove sfumature che non fanno altro che creare confusione e disinformazione” aggiunge Genovese, per il quale “non va difesa aprioristicamente come baluardo territoriale o rivendicazione lamentosa. Occorre – sottolinea – riflettere nel merito e quindi bisogna abbassare i toni e trovare una soluzione quanto più condivisa possibile tra le forze economiche, sociali, politiche e istituzionali del territorio. Senza farsi prendere da frenesie né da scadenze più o meno determinanti o fuorvianti”.

Per il coordinatore del Tavolo Uniti per Messina è l’intrecciarsi di normative, suggerimenti, inviti e promesse nazionali e regionali ad alimentare una confusione che rischia di innescare scelte non valutate o valutabili opportunamente. “Soprattutto – spiega – in una oggettiva dicotomia tra le condizioni organizzative ed economiche dei sistemi camerali nazionali e siciliani, aggravati dal pagamento delle pensioni degli ex dipendenti che, per la Camera di Commercio di Messina, significa un carico nel suo bilancio annuale di circa 4 milioni di euro".

Per il presidente di Confcommercio, Carmelo Picciotto, però, si tratta del “solito politichese che fino ad oggi ha prodotto solo riunioni e chiacchiere. Era atteso un documento da condividere per stoppare il programma di accorpamento della Camera di Commercio e invece Genovese viene fuori con una nota che si allinea alle posizioni di chi fino ad oggi ha assistito a quello che si prefigura essere un autentico scippo alla città di Messina. Ecco perché Confcommercio Messina invita le piccole associazioni a smarcarsi dalle posizioni di chi ormai ritiene che la Camera di Commercio sia passata sotto il controllo di Catania, nella consapevolezza che un eventuale accorpamento porterebbe alla polverizzazione dei piccoli. Non intendiamo staccare la spina alla Camera di Commercio e porteremo avanti la nostra battaglia. Per questo motivo venerdì consegneremo al governatore Rosario Crocetta, che sarà a Messina, la sentenza del Tar che ha ordinato l’insediamento del Consiglio camerale e un documento che vogliamo condividere solo con chi crede che la Camera di Commercio possa rimanere a Messina”. Il documento è già stato firmato, oltre che da Confcommercio, anche da Confesecercenti, Confimprese e Sadacasa.

2 commenti

  1. puzza di bruciato 4 Febbraio 2015 09:05

    Certo un pò di chiarezza in questa vicenda nn sarebbe male. Si vocifera in città che la sede di Messina della CCIAA non chiuderà. Per una questione di “Costi” ci sarà “UN” solo CdA, per tre provincie; quindi la preoccupazione maggiore per tanti “interessati” è quello di perdere il gettone di presenza, molto consistente, o la poltrona di un ente che non ha mai funzionato escluso che come stipendificio…

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  2. puzza di bruciato 4 Febbraio 2015 09:05

    Certo un pò di chiarezza in questa vicenda nn sarebbe male. Si vocifera in città che la sede di Messina della CCIAA non chiuderà. Per una questione di “Costi” ci sarà “UN” solo CdA, per tre provincie; quindi la preoccupazione maggiore per tanti “interessati” è quello di perdere il gettone di presenza, molto consistente, o la poltrona di un ente che non ha mai funzionato escluso che come stipendificio…

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