La riabilitazione che segue la chirurgia può salvare la vita

La riabilitazione che segue la chirurgia può salvare la vita

Gabriele Quattrocchi

La riabilitazione che segue la chirurgia può salvare la vita

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sabato 24 Maggio 2014 - 15:46

Si è conclusa oggi la due giorni seminariale dedicata all’importanza della cardiologia riabilitativa nel paziente cardio-operato, organizzata dalla Società Italiana di Riabilitazione Cardiologica e dall’Istituto Clinico Polispecialistico COT di Messina

È in continua crescita il numero degli interventi cardiochirurgici e ogni anno in Italia vengono dimessi circa centomila pazienti che sono stati colpiti da infarto miocardico. Da tempo, la ricerca scientifica mondiale attesta che un programma combinato di cardiologia riabilitativa basata su esercizio fisico, counseling alimentare e farmaci, è in grado di ridurre la mortalità cardiaca del 25% a 5 anni in pazienti operati per infarto. Per questo motivo, è necessario avviare i pazienti operati in centri di riabilitazione di eccellenza. Purtroppo però, la percentuale di pazienti sottoposti a programmi riabilitativi è ancora estremamente bassa.
Questi i temi discussi nel corso della due giorni seminariale, organizzata dalla Società Italiana di Riabilitazione Cardiologica e dall’Istituto Clinico Polispecialistico COT di Messina, che si è conclusa oggi all’hotel Royal. Alcuni dei più importanti esperti regionali e nazionali, si sono confrontati su argomenti di grande attualità che riguardano direttamente oltre il 50 % della popolazione mondiale.
A margine del convegno, Michele Gabriele, delegato nazionale della società italiana di riabilitazione, ha espresso grande apprezzamento “per la forte crescita in Sicilia delle strutture di cardiologia riabilitativa”, che, secondo Roberto Caruso, cardiologo dell’istituto COT, “porta ad una sensibile riduzione della mortalità nei pazienti colpiti da sindrome coronarica acuta ed operati”.
La cardiologia riabilitativa, per Raffaele Griffo, past president della società italiana di riabilitazione cardiologica, è “una strategia di gestione del paziente che comprende anche modiche dello stile di vita in modo da ridurre il rischio nuovi eventi cardiaci. Fortunatamente, in Italia, c’è ormai un’offerta riabilitativa all’altezza della situazione e qui in Sicilia, soprattutto negli ultimi anni, c’è stata una vera esplosione, favorita anche da una politica illuminata dell’assessorato regionale”.
COT di Messina è l’unica struttura riabilitativa regionale, tra pubblico e privato, ad essere accreditata da Joint Commission International e dall’Associazione italiana per la prevenzione cardiologica; far parte della rete nazionale della riabilitazione cardiologica significa possedere una consolidata esperienza nel trattamento cardiologico-riabilitativo anche di pazienti gravissimi.
Secondo la ricerca, la riabilitazione cardiovascolare produce risultati migliori rispetto a quelli conseguiti dalla sola terapia farmacologia. Per comprendere quando e in che quantità somministrarla, l’esame gold-standard è il test cardio-polmonare che, attraverso analisi incrociate di molteplici parametri, studia la tolleranza allo sforzo e determina la possibilità di eseguire e dosare l’esercizio riabilitativo. Così inteso, l’esercizio fisico non solo è un formidabile strumento di prevenzione ma anche una cura specifica quando viene somministrato, sotto stretto controllo congiunto di specialisti medici e terapisti, a pazienti ad alto rischio cardiovascolare, con scompenso cardiaco e in post chirurgia.
Gabriele Quattrocchi

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