“Carola trans", Trimarchi chiede scusa. Duca: «Lasci Cultura e Istruzione»

“Carola trans”, Trimarchi chiede scusa. Duca: «Lasci Cultura e Istruzione»

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“Carola trans”, Trimarchi chiede scusa. Duca: «Lasci Cultura e Istruzione»

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martedì 30 Luglio 2019 - 10:21

Resa dei conti a Palazzo Zanca dopo la bufera scatenata dal post Fb in cui l'assessore della giunta De Luca etichettava la capitana della Sea Watch come trans

A Palazzo Zanca la resa dei conti dopo la bufera che si è sollevata sull’assessore Enzo Trimarchi. Nella sala Falcone Borsellino il faccia a faccia pubblico tra l’esponente dell’amministrazione De Luca, in questo momento “autosospeso” dalla sua carica, e il presidente dell’Arcigay Rosario Duca.

Trimarchi ha esordito chiedendo scusa pubblicamente a tutta la comunità rappresentata dal presidente dell’Arcigay.

Duca non ha chiesto le dimissioni, ma di rimettere le deleghe di Cultura e Istruzione.

L’assessore ha preferito poi non rilasciare nessuna dichiarazione. A questo punto servirà aspettare la decisione finale del sindaco De Luca.

La vicenda

Trimarchi su un post Fb aveva etichettato Carola Rackete, la capitana della Sea Watch, come trans per essersi presentata in Tribunale senza reggiseno. Aveva anche commesso un errore grammaticale nella frase, anche se poteva trattarsi di un errore di battitura. Aveva usato il termine “trans” nei confronti di una donna e in senso dispregiativo e offensivo.

Immediata era stata la reazione del sindaco De Luca che ha messo subito in discussione il suo assessore: «Chiami Rosario Duca e gli fai le tue scuse. Se le accetta, non faccio provvedimento di revoca, sennò è pronto». Scaricando però così di fatto la palla al presidente dell’Arcigay.

Poi c’era stato un primo confronto chiarificatore e Duca aveva rimesso tutto nelle mani del sindaco. Oggi però a Palazzo Zanca la richiesta di lasciare almeno le deleghe che riguardano Cultura e Istruzione.

Carmelo Caspanello-Francesca Stornante

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3 commenti

  1. Ora basta credo che Duca , stia tirando troppo la corda , Trimarchi si è scusato , un post su facebook di cattivo gusto , non può diventare un affare di stato .

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  2. Purtroppo quando uno deve dire qualcosa deve mettere in moto prima il cervello nel senso della buona ragione e dalla intelligenza. Ci sono molti che scrivono per scrivere. E questa è il risultato della cattiva abitudine di non pensare se può essere una offesa o no.
    Pensate pensate questo è quello che manca a molti nel web

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  3. Certo sono d’accordo le frasi di un xxxxxx non possono diventare un affare di stato. xxxxxx e e xxxxxxx rimane. Punto

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