Bovini malati di tubercolosi: nel mirino anche veterinari dell'ASP. La replica di Sirna

Bovini malati di tubercolosi: nel mirino anche veterinari dell’ASP. La replica di Sirna

Veronica Crocitti

Bovini malati di tubercolosi: nel mirino anche veterinari dell’ASP. La replica di Sirna

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giovedì 14 Maggio 2015 - 11:17

Ancora una volta gli uomini del Commissariato di Sant’Agata Militello concentrano la loro attenzione sugli allevamenti dei Nebrodi. Diretti dal Vice Questore Manganaro, i poliziotti hanno sequestrato diversi animali infetti di un allevamento di Caronia.

Erano in tutto 9 i bovini malati di tubercolosi e pronti ad arrivare sulle nostre tavole, e non si esclude che tra i 53 animali sequestrati in un allevamento di Caronia non vi fossero altri casi. Ancora una volta, a finire nel mirino dei controlli dei poliziotti di Sant'Agata di Militello sono allevatori, bovini infetti e rischio di salute per tutti gli ignari consumatori.

Ma nel maxi sequestro scattato sui Nebrodi, questa volta c'è anche la complicità di chi doveva controllare e certificare la cattiva salute degli animali e invece non lo ha fatto. Dalle indagini è difatti emerso come negli ultimi controlli ufficiali (effettuati 15 giorni prima) da veterinari dell’ASP di S. Agata Militello, gli animali fossero stati dichiarati in buono stato di salute. In realtà, quegli stessi controlli sono stati smentiti dalle analisi su campioni di sangue effettuate dagli operatori dell’Istituto zooprofilattico di Barcellona, condotte tra l’altro con metodi innovativi in fase di sperimentazione. E' venuto fuori comeil 30% dei bovini monitorati fosse malato di infezione tubercolare.

Avvisi di garanzia, dunque, sia per l’allevatore dei bovini infetti che per i due veterinari dell’ASP che avevano effettuato i controlli. Dovranno rispondere, a vario titolo, di diffusione di malattie degli animali, detenzione di alimenti pericolosi per la salute, falsità ideologica, abuso d’ufficio ed inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità, oltre che truffa aggravata per l’ottenimento dei contributi.

LA REPLICA. Immediata la risposta di Gaetano Sirna, direttore generale dell'ASP di Messina, che ha così commentato la vicenda: "Stiamo aspettando gli atti ufficiali da parte dell’autorità giudiziaria; solo dopo potremo valutare la situazione ed eventualmente adottare i provvedimenti del caso. Al momento ciò che risulta certo è l’utilizzo di due metodiche completamente diverse. In particolare la seconda tecnica, per le sue caratteristiche, è estremamente sensibile. Se vi sono due metodi diversi i risultati non possono essere comparabili. Ci aspettiamo, dunque, che venga fatto anche un controllo utilizzando le nostre procedure per valutare se vi possa essere stato dolo. In ogni caso se la tecnica moderna utilizzata nel secondo caso – condotta con metodi innovativi in fase di sperimentazione – è riconosciuta ufficialmente valida, allora ci aspettiamo che diventi un metodo standard, accreditato per essere utilizzato con continuità dal nostro servizio veterinario". (Veronica Crocitti)

Utima modifica ore 19.00

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