A giugno saranno sentiti i testimoni dell'inchiesta sfociata nel sequestro milionario del 2022, poi annullato, per il noleggio della nave Delta
MESSINA – Entra nel vivo il processo sulle attività della Cartour, la società satellite di Caronte & Tourist al centro di un accertamento per presunta evasione fiscale. Il dibattimento comincerà il prossimo 19 giugno. Quel giorno il Tribunale (presidente Sciglio) attenderà i primi testimoni citati dall’Accusa. Saranno sentiti in particolare gli investigatori della Guardia di Finanza che hanno condotto gli accertamenti che sfociarono, nel maggio 2022, in un maxi sequestro milionario, poi caduto.
Testimoni e prove davanti al vaglio dei giudici
Il processo ricomincerà dopo un lungo rinvio: da novembre scorso infatti le attività davanti al giudice sono slittate ai primi di marzo perché, su eccezione dei difensori degli imputati, il fascicolo è stato assegnato al Tribunale collegiale, mentre prima era stato incardinato davanti al giudice monocratico.
Recentemente quindi il Tribunale ha trattato la prima udienza, stilando l’elenco delle prove ammesse, dopo aver sentito il Pubblico Ministero e i difensori, e la lista dei testimoni che verranno ascoltati. Ammessa anche la documentazione prodotta dai difensori, in particolare alla prima udienza è stato acquisito il dossier dell’avvocata Anna Scarcella, che riporta l’organizzazione aziendale della Cartour.
Il processo
Il dibattimento che riprenderà a giugno punta a stabilire se ci sono responsabilità del Consiglio di amministrazione della Cartour Lorenzo Matacena, il vice Pietro Franza, il consigliere Luigi Genghi e gli amministrativi Edoardo Bonanno ed Ortensia Rotondo, difesi dagli avvocati Alberto Gullino, Anna Scarcella e Antonello Scordo, nei reati fiscali ipotizzati dalla procura di Messina. L’inchiesta era scoppiata in tutto il suo clamore mel maggio del 2022 con il max sequestro milionario.
La nave “a scafo nudo”
Gli accertamenti della Guardia di Finanza hanno riguardato le modalità di noleggio di una delle navi della società, la Delta. Noleggio attraverso il quale, secondo l’accusa, la holding avrebbe “abbattuto” i costi fiscali dell’80%, non avendone in realtà i requisiti. Questo perché la nave è stata noleggiata “a scafo nudo”, senza l’equipaggio cioè, requisito essenziale per la detrazione (leggi qui i dettagli dell’inchiesta). Tra le contestazioni anche le dichiarazioni presentate per l’accensione di un mutuo da 34 milioni di euro.

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