Faccia a faccia tra Accorinti e Borsellino. Fp Cgil: “No ad accorpamento punti nascita”

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Faccia a faccia tra Accorinti e Borsellino. Fp Cgil: “No ad accorpamento punti nascita”

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martedì 05 Agosto 2014 - 08:25

Il sindaco domani sarà a Palermo per incontrare l’assessore regionale alla sanità. Intanto, rispetto al dibattito di ieri in Aula, interviene la FPCGIL che spiega perché i punti nascita di Papardo e Piemonte non devono essere accorpati

Il caso dell’ospedale Piemonte domani sarà al centro di un incontro tra il sindaco Renato Accorinti e l’assessore regionale alla sanità Lucia Borsellino. Durante la seduta aperta del Consiglio comunale dedicata al futuro del nosocomio di viale Europa (vedi articolo a parte), il direttore generale dell’azienda Papardo-Piemonte, Michele Vullo, ha comunicato che giovedì delibererà l’accorpamento delle strutture di ostetricia e ginecologia dei due ospedali, il primo cittadino andrà, quindi, a Palermo per chiedere rassicurazioni sul mantenimento dell’operatività di un presidio ospedaliero fondamentale per la città.

Intanto, rispetto al dibattito di ieri in Aula, interviene la FPCGIL che ribadisce il proprio “No” all’accorpamento dei punti nascita e parla di “scelta ragioneristica effettuata sulla pelle dei cittadini della zona nord”. Accorpare al Piemonte i punti nascita significa infatti anche smantellare del tutto quello del Papardo, lasciando scoperta la zona nord. La Fp Cgil non ci sta : “Non siamo mai stati d'accordo al mero accorpamento dei due punti nascita, che priverà di un servizio alla popolazione della zona Nord”.

In un comunicato, il sindacato spiega la propria posizione: “Sebbene, infatti, rispetto al Piemonte, il numero dei parti sia minore (al di sotto dei 500 annui) ci sono una serie di altre variabili che spingono la Fp Cgil a chiedere per il mantenimento del centro nella zona nord della città. E' altrettanto doveroso evidenziare – ribadiscono Crocé, Pagana Trino e Andriolo – che se ciò avvenisse tutte le nascite del territorio comunale verrebbero concentrate in 2 Km (Policlinico-Piemonte) lasciando totalmente scoperte le periferie, soprattutto quelle estreme vista l'estensione territoriale della nostra città. Una popolazione di circa 90mila persone andrebbe a perdere un servizio fondamentale, in pratica in questo modo dal viale Europa fino a Rodia, considerando solo i confini comunali, migliaia di messinesi non avrebbero a disposizione un ospedale in cui andare a partorire”.

Per Crocé, Pagana Trino e Andriolo “il provvedimento regionale è senza logica per diversi motivi. Innanzitutto perché secondo quanto stabilisce lo stesso provvedimento, il percorso nascita deve essere assicurato anche sulla base delle caratteristiche della popolazione di riferimento. Dunque, se è vero che il Polo materno-infantile di II livello del Policlinico è in grado di assicurare assistenza a gestanti e neonati della zona centro-sud, è anche vero che un secondo presidio al Papardo garantirebbe uguale assistenza nel zona nord. Poi ci sono i requisiti che la struttura deve avere per essere considerata di II livello. Nella stessa struttura del punto nascita devono essere offerte discipline specialistiche in numero e con intensità di cura più elevata con possibilità di attivare h24 consulenze e interventi di cardiochirurgia, neurochirurgia, chirurgia ricostruttiva, oculistica, valutazione emodinamica, broncoscopia e di usufruire h24 del servizio emotrasfusionale diagnostica per immagini, senza dimenticare anche l’eliporto e la centrale operativa del 118: condizioni che sono tutte presenti al Papardo ma non al Piemonte. Realizzare il punto nascita al Piemonte – affermano i sindacalisti della Fp Cgil – significherebbe invece dover trasferire, per questioni di spazio, le unità operative di cardiologia, ortopedia, chirurgia, necessarie a far fronte alle emergenze che si presentano al pronto soccorso”.

Secondo la Fp Cgil, oltre alla scomparsa di un punto nascita nella zona nord, l’accorpamento dei punti nascita segnerebbe “ la morte dell’ospedale Piemonte , considerato che i posti letto sono stati ridotti a numero di 78 – come confermato dallo stesso manager Vullo e l’accorpamento delle due unità operative Papardo-Piemonte impegnerà 63 posti letto”.

La Fp Cgil sottolinea che « l’emergenza urgenza non potrà essere garantita presso l’ospedale Piemonte». Il sindacato chiede quindi al “sindaco di intervenire presso l’Assessore Borsellino, come convenuto da tutta la deputazione messinese affinché si possa aprire un dibattito serio sulle reali risposte da fornire al bisogno di salute dei messinesi”.

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