Scaletta. "Alluvionati e abbandonati": il Giro e la protesta dei lenzuoli

Scaletta. “Alluvionati e abbandonati”: il Giro e la protesta dei lenzuoli

Carmelo Caspanello

Scaletta. “Alluvionati e abbandonati”: il Giro e la protesta dei lenzuoli

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giovedì 11 Maggio 2017 - 07:00

"La strada per il cimitero è crollata l'1 ottobre del 2009, il giorno del disastro, e non è stata più ricostruita. E' una vergogna non poterci recare dai nostri cari defunti"

SCALETTA. “Alluvionati e abbandonati”. Si sentono così i cittadini di Scaletta Zanclea, che ieri si sono adoperati per far sentire la loro voce approfittando di una grande vetrina mediatica quale il Giro d’Italia. Ma il loro grido è rimasto “sordo”. In quella scritta sul selciato che racchiude i sentimenti di una cittadina intera. Le telecamere della Rai si sono soffermate sul castello Rufo Ruffo, Ma non su quella scritta. E nemmeno sui lenzuoli bianchi appesi ai balconi in segno di protesta. Sono trascorsi quasi otto anni d a quando l’alluvione distrusse la strada che conduce al cimitero. Era l’1 ottobre del 2009. Da allora i cittadini di Scaletta Zanclea non possono recarsi al camposanto, rimasto isolato. Tutti gli appelli e i solleciti sono caduti nel vuoto. La gente, esasperata, l’ha ribattezzata “la strada della vergogna”.

Il sindaco Gianfranco Moschella, lo scorso marzo ha consegnato simbolicamente la fascia tricolore al presidente della Repubblica, al quale ha scritto che in seguito alla tragedia del 2009, costata la vita a 37 persone tra Scaletta e Giampilieri, “siamo all’eutanasia civile di una intera comunità”. In occasione del passaggio del Giro d’Italia diversi cittadini hanno protestato pacificamente con un lenzuolo bianco al balcone, sul percorso della corsa. Intendevano richiamare l'attenzione nazionale sulla vergognosa situazione in cui versa Scaletta: “a quasi otto anni di distanza dall'alluvione non si può raggiungere il cimitero. Una questione di dignità per noi e per i nostri morti”. In Contrada Giardino, la zona in cui si era verificata la frana che ha spazzato via la strada che portava al camposanto, palcoscenico di diverse proteste, sono stati issati degli striscioni. L’ultima iniziativa era stata promossa dal Movimento 5 stelle nelle scorse settimane. L’obiettivo era quello di sollecitare la Protezione civile. L’iter per la costruzione dell’arteria si è arenato con l’introduzione della nuova normativa in materia di appalti, in virtù della quale si è reso necessario modificare le procedure già attivate per l’esecuzione dei lavori, nonostante la redazione di un progetto di 5 milioni e 200 mila euro. Si erano svolte anche le indagini geognostiche, ma il progetto stesso non era ancora stato reso esecutivo. Prima della modifica della normativa, il progettista dell’opera e gli esecutori dei lavori coincidevano, mentre, a seguito della riforma, è necessario bandire un’ulteriore gara per individuare la ditta esecutrice dei lavori.

La problematica era stata affrontata alla Camera a novembre grazie ad una interrogazione del deputato pentastellato Francesco D’Uva. Il sindaco Moschella è rammaricato: “L’unica strada per il cimitero è ancora intransitabile – sbotta – l’ente locale è in dissesto, le imprese intervenute in occasione del disastro con spirito di abnegazione avanzano ancora un residuo di tre milioni di euro e gli impiegati comunali sono rimasti anche per tre mesi senza stipendio. Il Comune – chiosa – si trova la porta sbattuta in faccia anche da tutto il sistema bancario, restio ad effettuare il servizio di tesoreria”. Ed aggiunge: “I fornitori disertano non avendo certezza dei pagamenti, il servizio smaltimento rifiuti è in sofferenza, il depuratore è sotto sequestro (con relativo avviso di garanzia per il sindaco), l’impianto idrico ed elettrico, sconquassato dall’evento alluvionale, necessiterebbe di importanti manutenzioni, ma non si riesce a fare nemmeno quella ordinaria”.

Si confidava nel Giro d’Italia. Nella visibilità che una grande vetrina mediatica riesce a dare. Non è stato così. Il timore degli scalettesi è di finire nell’oblio. “Ci sentiamo soli e abbandonati – ripetono – ma questa è la nostra terra. Non ci arrendiamo”. L’iniziativa promossa da Valeria Cristelli e Irene Falconieri non è comunque vana. Ed è il segno di un forte disagio. Il disagio di una comunità già appesantita da una terribile eredità, e che a fatica stenta a rimettersi in piedi, e la questione della strada per il cimitero rappresenta “una vergognosa e indecente perdita di identità affettiva nonché territoriale”.

Carmelo Caspanello

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